(AGENPARL) – gio 01 febbraio 2024 Report II semestre 2023
Economia, Agricoltura
e Agroalimentare
Verona
GENNAIO 2024
Studio concluso con dati al 24/01/2024
Ufficio Studi
Rapporto realizzato con elaborazioni
Ufficio Studi
AGRICOLTURA: PRIME STIME 2023
PRODUZIONE
AGRICOLTURA
(valori nominali)
(mln €)
(mln €)
Var. %
2023/2022
Inc. %
(su UE-27)
Francia
97.055
95.964
Germania
76.223
76.345
ITALIA
71.534
73.499
Spagna
62.998
65.081
307.810
310.888
Unione Europea (27)
537.448
534.552
100,0
VALORE AGGIUNTO
«PIL AGRICOLO»
(valori nominali)
(mln €)
(mln €)
Var. %
2023/2022
Inc. %
(su UE-27)
Francia
41.637
39.168
ITALIA
36.826
38.223
Spagna
29.275
32.926
+12,5
Germania
30.030
31.021
137.767
141.338
220.738
222.577
100,0
Primi 4 paesi
Primi 4 paesi
Unione Europea (27)
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Eurostat e Istat (gennaio 2024)
VALORE
della
PRODUZIONE AGRICOLA ITALIANA
sale a 73,5 miliardi di euro (+2,7%).
Un tasso di crescita migliore di
quello francese (-1,1%), tedesco
(+0,2%) e dell’UE (-0,5%).
VALORE
della
PRODUZIONE AGRICOLA ITALIANA è
pari al 14% di quella dell’Unione
Europea (si attesta a 535 miliardi di
euro)
Il contributo del «PIL AGRICOLO»
ITALIANO su quello europeo sale al
17,2%.
In termini di VALORE AGGIUNTO
l’Italia è al 2° posto subito dopo la
Francia (dista meno di 1 miliardo €).
In ITALIA, infatti, il rapporto tra
VALORE AGGIUNTO e VALORE DELLA
PRODUZIONE supera la metà (52%)
mentre in FRANCIA e GERMANIA è
PARI al 40%
AGRICOLTURA: PRIME STIME 2023
ANNO 2023
(mln € correnti)
Var. % di
VOLUMI
(2023/2022)
Var. % di
PREZZI
(2023/2022)
Var. % di
VALORI
NOMINALI
(2023/2022)
Var. % di
VALORI REALI
(2023/2022)
A) PRODUZIONE AGRICOLA (*)
73.499
B) CONSUMI INTERMEDI
35.276
VALORE AGGIUNTO (A-B)
38.223
ITALIA AGGREGATI
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Istat (17 gennaio 2024) –
(*) Comprende produzione vegetale, zootecnica, attività secondarie non agricole e la fornitura di servizi agricoli.
Secondo le stime preliminari dell’ISTAT, nel 2023, nonostante un aumento del VALORE della
PRODUZIONE AGRICOLA (+2,7%), si verifica una contrazione dei VOLUMI prodotti (-1,4%): l’aumento
dei prezzi alla produzione (+4,2%) ha consentito agli agricoltori di spuntare alcuni minimi aumenti del
VALORE delle PRODUZIONI nonostante i minori volumi prodotti.
Anche se il VALORE AGGIUNTO NOMINALE è salito di quasi 4 punti percentuali nel 2023 (+3,8%),
il «PIL agricolo» italiano misurato dal VALORE AGGIUNTO REALE AGRICOLO (quindi deflazionato) è
sceso di 2 punti percentuali (-1,7%)
AGRICOLTURA: PRIME STIME 2023
ITALIA PRODUZIONE AGRICOLA
A) PRODUZIONE VEGETALE, di cui:
ANNO 2023
(mln € correnti)
Var. % di
VOLUMI
(2023/2022)
Var. % di
PREZZI
(2023/2022)
Var. % di
VALORI
NOMINALI
(2023/2022)
Var. % di
VALORI REALI
(2023/2022)
39.109
Ortaggi freschi
10.135
+11,1
8.342
-13,5
-18,1
Frutta
5.980
Cereali
5.183
-20,0
-17,4
-21,8
Fiori e piante
3.137
Piante foraggere
2.456
Oli d’oliva
1.667
+22,9
+16,8
+10,6
Piante industriali
-10,5
-10,0
Patate
+37,9
+28,5
+21,7
Altri prodotti vegetali
22.185
+10,7
Bestiame
12.620
Prodotti zootecnici
9.566
+13,2
+12,6
C) ATT. SECONDARIE NON AGRICOLE (*)
6.843
+11,0
D) PRODUZIONE AGRICOLA DI SERVIZI
5.362
E) PRODUZIONE AGRICOLA (A+B+C+D)
73.499
B) PRODUZIONE ZOOTECNICA, di cui:
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Istat (gennaio 2024) – (*) Ad esempio agrituristiche non direttamente separabili.
Il 2023 si è caratterizzato per una lieve flessione del volume della PRODUZIONE AGRICOLA (-1,4%).
Le contrazioni più ampie per i volumi di VINO (-9,5%), PATATE (-6,8%), FRUTTA (-5,3%), OLI D’OLIVA (5%), FIORI E PIANTE (-4%) e PIANTE FORAGGERE (-0,8%). Tuttavia, per OLI d’OLIVA/PATATE l’aumento
dei prezzi alla produzione consente il segno più sui FATTURATI (+10,6% e +21,7% in termini reali).
In vantaggio, sia per volumi che per valori reali gli ORTAGGI FRESCHI, 1° prodotto (10,1 mld €).
La produzione zootecnica conferma quasi i volumi del 2022 (-0,8%) e spunta un 4% in termini di
ricavi reali (+10% nominali). I CEREALI, pur in crescita in volumi, soffrono per lo sboom dei prezzi:
-22% il fatturato reale, il dato più critico rispetto ai principali prodotti insieme ai VINI (-18%)
VERONA – PROVINCIA LEADER in VENETO insieme a PD
VALORE AGGIUNTO TOTALE (*)
(*) Il VALORE AGGIUNTO è quella variabile che approssima il PIL di un territorio.
Equivale infatti al PIL al netto delle imposte indirette e rappresenta la ricchezza annua «aggiunta» all’economia
VALORE AGGIUNTO
TOTALE
(var. % di valori reali)
VALORE
Inc. % su tot. VA
AGGIUNTO
nominale VENETO
NOMINALE 2023 (2023) per province
(milioni di euro)
(su ITALIA per regione)
Var. %
2022/2019
(pre-Covid)
(stime)
(previsioni)
Padova
34.079
19,9%
Verona
33.508
19,6%
Vicenza
31.870
18,7%
Treviso
31.057
18,2%
Venezia
27.015
15,8%
Belluno
6.866
Rovigo
6.435
VENETO
170.830
FRIULI VENEZIA GIULIA
40.819
TRENTINO ALTO ADIGE
50.263
EMILIA ROMAGNA
167.883
NORD EST
429.794
23,3%
LOMBARDIA
417.501
22,6%
ITALIA
100,0%
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Prometeia (gennaio 2024)
Verona e Padova si contendono la leadership per livello di VALORE AGGIUNTO PROVINCIALE in
VENETO: più di 33 miliardi di euro nel 2023 per VR, quasi il 20% del totale regionale
VERONA: provincia veneta cresciuta di più nel 2023, più che superati i livelli pre-Covid del 2019
(+4,1%).
Anche nel 2024 si prospetta, per la provincia di Verona, la guida della crescita economica
VALORE AGGIUNTO in PROVINCIA DI VERONA
PER MACROSETTORE
PROVINCIA DI VERONA
VALORE AGGIUNTO
(var. % di valori reali)
Var. %
2022/2019
(pre-Covid)
(stime)
(previsioni)
VALORE AGGIUNTO
NOMINALE 2023
(milioni di euro)
Inc. % su
TOTALE
SETTORI
Agricoltura
Industria
7.407
22,1%
Costruzioni
+30,1
1.722
Servizi
23.385
69,8%
Totale
VALORE AGGIUNTO
PROV. VERONA
33.508
100,0%
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Prometeia (gennaio 2024)
Nel 2022, la provincia di Verona si posizionava 4 punti % al di sopra del 2019;
l’AGRICOLTURA, i cui risultati sono molto influenzati dalle annate/condizioni meteo, era
invece sotto di quasi 8 punti percentuali sul pre-Covid.
Le forti siccità del biennio 2021-2022 hanno infatti condizionato molto i raccolti e nel 2022 si
è aggiunta l’escalation dei costi energetici che ha fatto crollare i valori aggiunti agricoli
Il ruolo e la dimensione dell’agricoltura veronese emerge già dal peso del VALORE
AGGIUNTO in AGRICOLTURA su quello TOTALE che si attesta al 3%, una quota superiore
rispetto al contesto VENETO e ITALIANO (2%).
Per il 2023 si stima una crescita del valore aggiunto agricolo veronese, con un saggio che
rimane positivo per il 2024
VERONA – PROVINCIA LEADER nell’AGRICOLTURA
VALORE AGGIUNTO in AGRICOLTURA
Var. %
2022/2019
(pre-Covid)
(stime)
(previsioni)
AGRICOLTURA
VALORE AGGIUNTO
NOMINALE 2023
(milioni di euro)
Inc. % su tot. VA
agricoltura VENETO
(2023) per province
(su ITALIA per regione)
Verona
29,6%
Treviso
24,2%
Padova
13,6%
Vicenza
11,4%
Venezia
11,2%
Rovigo
Belluno
VENETO
3.360
FRIULI VENEZIA GIULIA
TRENTINO ALTO ADIGE
-11,5
2.114
EMILIA ROMAGNA
3.568
NORD EST
9.602
25,3%
LOMBARDIA
-12,9
4.259
11,2%
ITALIA
37.936
100,0%
VALORE AGGIUNTO in
AGRICOLTURA
(var. % di valori reali)
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Prometeia (gennaio 2024). Nota: la flessione del valore aggiunto reale dell’agricoltura nel 2023 (-2,3%) risulta un po’
più ampia rispetto al -1,7% indicato nelle stime preliminari dell’Istat (17 gennaio 2023) per alcune lievi differenze nel perimetro agricolo considerato.
VERONA è la provincia LEADER in VENETO per l’AGRICOLTURA con 1 miliardo di euro di VALORE
AGGIUNTO (oltre il 30% del totale regionale)
Le stime per il 2023 indicano il segno più per l’AGRICOLTURA VERONESE, in un contesto
che vede invece un arretramento a livello regionale e nazionale.
Prime previsioni per il 2024 di rinnovata crescita (meno intensa del 2023 ma in
controtendenza rispetto alle proiezioni regionali e nazionali)
UNITA’ DI LAVORO IN AGRICOLTURA
UNITA’ DI LAVORO
IN AGRICOLTURA
(in migliaia)
(previsioni)
Inc. % su TOT
VENETO per province
(su ITA per regio) ANNO 2023
(stime)
Verona
28,3%
Treviso
20,6%
Padova
14,7%
Vicenza
11,9%
Rovigo
10,9%
Venezia
10,6%
Belluno
101,2
102,5
100,0%
FRIULI VENEZIA GIULIA
TRENTINO ALTO ADIGE
EMILIA ROMAGNA
NORD EST
260,1
247,1
232,3
229,4
20,3%
LOMBARDIA
1.248,0
1.202,3
1.143,7
1.143,2
100,0%
VENETO
ITALIA
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Prometeia (gennaio 2024)
Anche in termini di UNITÀ DI LAVORO (concetto di full time equivalent) VERONA è la provincia con
il numero più elevato: quasi 28 mila nel 2023 (il 28% del totale regionale). Si notano tuttavia numeri
meno elevati rispetto al passato, per la riduzione delle unità di lavoro indipendenti (autonomi) che
su base nazionale appare molto evidente, in piena armonia con i processi di concentrazione
avvenuti in agricoltura e evidenziati sulla base dei censimenti a cui è stata dedicata una
appendice di un numero precedente di questo osservatorio. In tenuta invece le ULA dipendenti
Le prime previsioni per il 2024 indicherebbero una ulteriore flessione delle unità
impiegate, in linea con il dato del VENETO e nazionale
L’andamento dell’EXPORT VERONESE
Superati i 15 miliardi
di euro nel 2022.
Crescerà di poco
nel biennio
2023-2024
L’export VERONESE si è attestato sopra
i 15 miliardi di euro nel 2022:
ben 14 punti percentuali in più rispetto
al 2021
Vantaggio sul pre-Covid (2019) di 30
punti %, il risultato provinciale più
elevato in Veneto dopo quello di VE
Var. %
2022/2021
VENETO
65.142
60.181
70.807
82.194
+16,1
Vicenza
18.545
16.842
20.422
23.584
+15,5
Treviso
13.685
12.736
14.530
16.394
+12,8
11.798
11.440
13.469
15.284
+13,5
Padova
10.442
9.286
11.208
12.979
+15,8
Venezia
4.966
4.539
5.268
7.099
+34,8
Belluno
4.049
3.165
4.233
4.954
+17,0
Rovigo
1.658
2.174
1.677
1.901
+13,4
15.495
14.306
18.185
22.124
+21,7
9.095
8.442
10.251
11.845
+15,6
89.733
82.928
99.243
116.162
+17,0
EXPORT
(mln € e var. %)
Verona
FRIULI VG
TRENTINO AA
Prosegue
così
l’avvicinamento
dell’export veronese a quello della
Marca Trevigiana (2° posto in Veneto)
TRIVENETO
Emilia-Romagna
66.621
61.973
73.380
84.158
+14,7
NORD EST
156.353
144.902
172.623
200.320
+16,0
ITALIA
480.352
436.718
520.771
626.195
+20,2
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Istat
LA FORZA DELL’EXPORT AGROALIMENTARE VERONESE
L’EXPORT
AGROALIMENTARE
del veronese
VALE quasi
la metà di
quello
VENETO:
nel 2022
4,02 miliardi
di € su 8,99
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Istat
Dal 2007 al 2022 l’Export Agroalimentare veronese è quasi triplicato (x2,5) passando da
1,61 miliardi di euro a 4,02 (+149%); tale crescita è stata più veloce rispetto al totale
dell’export di Verona (+83%) tant’è che il peso dell’export agroalimentare a VR
(sull’export totale) è passato dal 20% del biennio 2007-08 ad una percentuale media
del 28% nel quadriennio 2019-2022
EXPORT VERONESE:
in 15 anni più che triplicato quello ALIMENTARE
Valori in milioni di euro
Var. 2022-2007
(15 anni)
Var. %
2022/2007
(15 anni)
EXPORT
AGROALIMENTARE, di cui:
1.615
3.333
3.471
3.710
4.016
+2.400
+149%
Prodotti agricoli
Prodotti alimentari
1.746
1.870
2.001
2.209
+1.601
+264%
Bevande
1.067
1.065
1.140
1.215
+109%
8.344
11.798
11.440
13.469
15.284
+6.939
TOTALE EXPORT VERONESE
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Istat
Nel 2022 l’Export Agroalimentare veronese ha superato quota 4 miliardi di euro
Oltre la metà dell’export agroalimentare (il 55%) è rappresentato dai PRODOTTI
ALIMENTARI che nel 2022 hanno superato i 2,2 miliardi di euro di valore esportato.
Si nota, in particolare, una crescita molto netta di questi prodotti che sono cresciuti
del 264% in 15 anni (valore dell’export più che triplicato)
Con riferimento alle altre 2 componenti dell’export agroalimentare, le BEVANDE sono
raddoppiate in 15 anni (+109% per un valore esportato nel 2022 di oltre 1,2 miliardi di
euro) e per i PRODOTTI AGRICOLI si registra un +39%
SALDO COMMERCIALE AGROALIMENTARE:
per VERONA dal 2010 è positivo; anche nel 2022
ANNO 2022,
dati in milioni di euro
Export
Import
Saldo
(A-B)
EXPORT
AGROALIMENTARE,
di cui:
4.016
3.607
Prodotti agricoli
Prodotti alimentari
2.209
2.483
Bevande
1.215
+1.072
15.284
19.999
-4.715
TOTALE
EXPORT VERONESE
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Istat
In relazione al commercio estero agroalimentare, la provincia di VERONA eccelle anche per
SALDO COMMERCIALE (dato dalla differenza tra il valore dell’EXPORT e dell’IMPORT).
Dal 2010 VERONA presenta un SALDO COMMERCIALE POSITIVO e che, tendenzialmente,
risulta in crescita. Solo una lieve riduzione nel 2022 (anno dell’escalation dei prezzi all’import)
Rispetto alle componenti dell’EXPORT AGROALIMENTARE dai dati definitivi del 2022 emerge
un saldo positivo elevato per le BEVANDE (pari a oltre 1 miliardo di euro) e negativo per gli
ALIMENTARI (-274 milioni) e per i PRODOTTI AGRICOLI (-390 milioni)
EXPORT AGROALIMENTARE
in crescita nei primi 9 mesi del 2023
Valori in milioni di euro
EXPORT AGROALIMENTARE, di cui:
Prodotti agricoli
Prodotti alimentari
Bevande
TOTALE EXPORT VERONESE
9 MESI
9 MESI
2023 (*)
var. ass.
2023-2022
var. %
2023/2022
2.919
3.156
+8,1%
+14,6%
1.591
1.789
+12,5%
-2,8%
11.198
11.472
+2,4%
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Istat (*) dati non definitivi
Anche nel 2023 prosegue la crescita dell’export AGROALIMENTARE del VERONESE.
Nei primi 9 mesi del 2023 si è attestato a quasi 3,2 miliardi di euro facendo registrare un +8%
rispetto allo stesso periodo del 2022, un saggio superiore rispetto al totale export di Verona
Sempre nei primi 9 mesi del 2023 si registra, tuttavia, una crescita netta dell’IMPORT
agroalimentare (+11%) superiore a quella dell’EXPORT (+8%);
questo risultato contribuisce alla diminuzione del SALDO commerciale che risulta comunque
sempre positivo (+233 milioni di euro nei primi 9 mesi del 2023) e sostanzialmente in linea rispetto
a quanto registrato nello stesso periodo dell’anno precedente (+288 milioni di euro)
EXPORT AGROALIMENTARE
2023: VERONA balza al 1° posto (sui 9 mesi)
PRIME 10 PROVINCE
(valori in mln €)
9 MESI
9 MESI
2023 (*)
var. ass.
2023-2022
var. %
2023/2022
Verona
2.919,1
3.156,0
+236,9
Cuneo
2.939,0
2.964,2
+25,2
Milano
2.050,1
2.179,3
+129,2
Parma
1.929,1
2.139,9
+210,8
+10,9
Bologna
1.948,9
2.111,5
+162,7
Salerno
1.632,6
1.842,3
+209,7
+12,8
Bolzano
1.370,2
1.438,0
+67,9
Torino
1.313,3
1.432,3
+119,0
Modena
1.352,6
1.404,3
+51,7
Napoli
1.291,1
1.307,9
+16,8
prime 10 province
18.745,9
19.975,7
+1.229,8
ITALIA
44.639,4
47.361,0
+2.721,5
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Istat (*) dati non definitivi
Nei primi 9 mesi del 2023 si registra il sorpasso di VERONA sulla provincia di CUNEO.
VERONA diventa così la provincia leader dell’export AGROALIMENTARE italiano superando i 3,1
miliardi di euro di valore esportato nei primi 9 mesi del 2023.
Si tratta di un risultato che dovrà trovare conferma sull’intera annata ma che risulta interessante
in quanto nei primi 9 mesi del 2023 l’export agroalimentare del veronese è cresciuto più del
dato nazionale e, con riferimento alle prime 10 province, ha registrato l’incremento assoluto
maggiore (+237 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2022)
EXPORT AGROALIMENTARE prime 5 province
VERONA si contraddistingue per l’ampia varietà
EXPORT PRIMI 9 MESI 2023 (*)
(valori in milioni di euro)
1-VERONA
2-CUNEO
3-MILANO
4-PARMA
5-BOLOGNA
1.789
1.834
1.649
2.011
Carne lavorata/conservata e prodotti a base di carne
Prodotti delle industrie lattiero-casearie
Altri prodotti alimentari
(dolciario, caffè-tè, pasti preparati, condimenti-spezie ecc.)
Prodotti da forno e farinacei
Prodotti per l’alimentazione degli animali
Frutta e ortaggi lavorati e conservati
Oli e grassi vegetali e animali
Prodotti della lavorazione di granaglie, amidi e prodotti amidacei
Pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati
C) BEVANDE
D) TABACCO
1.451
3.156
2.964
2.179
2.140
2.112
A) Prodotti AGRICOLI
B) Prodotti ALIMENTARI, di cui:
TOTALE EXPORT AGROALIMENTARE
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Istat (*) dati non definitivi
Il SUCCESSO DELL’EXPORT AGROALIMENTARE di VERONA si legge anche per l’ottima
distribuzione e peso di molti prodotti: da quelli AGRICOLI (500 milioni di euro) a quelli
ALIMENTARI (508 mln per la carne, 327 mln per i lattiero-caseari, 310 mln per il dolciariocondimenti, 282 mln per i prodotti da forno/farinacei, 150 mln per l’alimentazione animale)
sino alle BEVANDE (867 milioni di euro) dove Verona, con i suoi vini, tallona Cuneo
L’escalation dei prezzi delle COMMODITY
Dopo un periodo senza grandi
sussulti di mercato per la
maggior parte dei mezzi di
produzione
utilizzati
agricoltura, il 2021 rappresenta
un punto di rottura: prima
fiammata
costo
FERTILIZZANTI (+62% sul 2019) e
dell’ENERGIA (+22%). Nel 2022 è
proseguita la corsa di queste 2
commodity rilevanti per il settore:
rispetto alla media dei prezzi del
2019 gli indici dei prezzi dei
FERTILIZZANTI sono risultati quasi
tripli e per l’ENERGIA doppi
Prezzi
(fertilizzanti -34%) e, in previsione,
anche nel 2024 ma nettamente
più elevati rispetto al periodo
pre-Covid
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Banca Mondiale (previsioni del 30 ottobre 2023)
Energia (a)
Agricoltura (b)
Fertilizzanti (c)
Metalli e minerali (d)
Preziosi (e)
Petrolio, gas, carbone
Cacao, caffè, tea, oli, grani, farine, banane, zucchero, carne ecc.
Urea, fosforite, fosfato diammonico (DAP), triplo superfosfato (TSP), cloruro di potassio
Alluminio, minerale di ferro, rame, piombo, stagno, nickel, zinco
Oro, platino, argento
FERTILIZZANTI: dopo il rally 2022, cali nel 2023-2024
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Banca Mondiale (previsioni del 30 ottobre 2023)
Dopo un triennio (2017-2019) di relativa stabilità dei prezzi, nel 2021-2022 è salito di moltissimo il
prezzo dei FERTILIZZANTI: prezzi record nei mesi di marzo-aprile 2022 con l’UREA che aveva
addirittura sfondato quota 900 dollari. La media dei prezzi del 2022 indica valori annuali record: 772
$ per il DAP, 716 $ per il TSP e 700 $ per l’UREA (un prezzo circa 3 volte superiore del 2019)
Nel 2023 i prezzi dei FERTILIZZANTI sono scesi (fosforite esclusa) in maniera decisa ma si collocano
ancora su prezzi elevati rispetto al 2019 (Urea +46%, DAP +80%, TSP +63%) e nonostante l’ulteriore
diminuzione prevista per il 2024 si manterranno su livelli ben più elevati di quelli pre-Covid
L’aumento dei prezzi dei CEREALI
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Banca Mondiale (previsioni del 30 ottobre 2023)
Dopo un triennio (2017-2019) di stabilità dei prezzi, nel 2021 il prezzo dei CEREALI è salito di molto con
il GRANO DURO che ha superato i 300 euro per tonnellata. Nel 2022 l’escalation dei prezzi è
proseguita con prezzi record nel maggio del 2022 quando il GRANO DURO ha sfondato quota 500
dollari. La media del 2022 restituisce prezzi elevatissimi: 319 $ a tonnellata per il MAIS, 437 $ per il
RISO e 430 $ per il GRANO DURO (un prezzo quasi 3 volte superiore rispetto al 2019)
Prezzi 2023 in lieve flessione ma previsioni 2024 di PREZZI ancora ELEVATI per MAIS e GRANO DURO
(scenderanno di poco) ed ELEVATISSIMI per il RISO che continuerà a salire
BORSA DELL’ENERGIA ELETTRICA (prezzi)
Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Gestore Mercati Energetici (GME)
(media prezzi mensili)
ENERGIA ELETTRICA
(prezzo in euro per MWh)
125,0
303,1
127,4
Var. %
Var. %
Var. %
2023/2019
2023/2022
2022/2021
(pre-covid)
(ultimo anno)
+143,4
+142,5
-58,0
Nel 2021 il prezzo dell’ELETTRICITÀ (sospinto da quello del GAS che in Italia contribuisce per circa il 50% alla
produzione elettrica) ha subito una fiammata attestandosi ad oltre 280 euro per MWh (dicembre 2021).
2022: escalation in estate, con i dati sull’intero anno 2022 che indicano un prezzo dell’elettricità (303 euro per
MWh) più che raddoppiato rispetto al 2021 (125 euro) e quasi 6 volte rispetto al 2019 (52 euro).
Nel 2023 prezzi sensibilmente in calo: energia elettrica nettamente al di sotto dei 200 euro per MWh in
gennaio, al di sotto dei 140 in marzo e a circa 115 euro medi da maggio a dicembre (ai livelli di agosto 2021)
BORSA DEL GAS NATURALE (prezzi)
Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Gestore Mercati Energetici (GME)
(media prezzi mensili)
GAS NATURALE
(prezzo in euro per MWh)
123,5
Var. %
Var. %
Var. %
2023/2019
2023/2022
2022/2021
(pre-covid)
(ultimo anno)
+162,1
+167,9
-65,8
Nel 2021 il prezzo del GAS naturale ha subito una prima crescita salendo sopra gli 80 euro per MWh da
ottobre. Nei primi 2 mesi del 2022 il prezzo era un po’ sceso ma con la guerra in Ucraina ha ripreso vigore
toccando un primo picco a marzo (128 euro per MWh).
Escalation nell’estate 2022 con i dati sull’intero anno 2022 che indicano un prezzo del gas (123 euro per
MWh) circa triplo rispetto al 2021 (46 euro) e quasi 8 volte rispetto al 2019 (16 euro).
Brusco calo nel 2023: gas al di sotto dei 70 euro per MWh a gennaio, inferiore ai 50 euro per MWh a marzo e
mediamente pari a 36 euro per MWh tra maggio e dicembre (sui livelli di luglio 2021)
Credito in AGRICOLTURA:
flessione meno netta rispetto al totale settori
Settori,
consistenze al 31/12 in mln €
Var. %
2022/2011
Att. Profess., scient. e tecniche
51.382
53.783
+4,7%
Informazione e comunicazione
19.935
19.251
-3,4%
Agricoltura
43.790
40.442
-7,6%
Acqua, reti fognarie, rifiuti ecc.
10.921
9.792
-10,3%
Alloggio e ristorazione
39.835
35.202
-11,6%
Commercio
148.788
127.781
-14,1%
Manifattura
235.823
201.587
-14,5%
Trasporto e magazzinaggio
39.902
34.026
-14,7%
Noleg., ag. viaggio, serv. a imp.
22.856
18.722
-18,1%
Attività residuali
45.473
33.548
-26,2%
Energia elettrica, gas ecc.
32.936
21.414
-35,0%
Immobiliare
126.090
63.800
-49,4%
4.447
1.744
-60,8%
Costruzioni
172.574
63.682
-63,1%
Totale settori
994.753 724.774
Estrattivo
-27,1%
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Banca d’Italia, dati riferiti a prestiti del settore bancario
Dalla fine del 2011 (scoppio della crisi del debito sovrano) al 31/12/2022 per il totale dei prestiti alle
imprese (totale settori) si nota un calo nettissimo: in 11 anni 270 miliardi di credito in meno alle
imprese italiane, per una flessione molto rilevante (-27%).
In AGRICOLTURA questa flessione è stata meno netta (-7,6% in 11 anni) e il peso del credito alle
imprese del settore primario rispetto al totale settori è cresciuto passando dal 4,4% del 2011 al 5,6%
del 2022.
Secondo il panel di Ismea, nel 2022, meno di 1 impresa su 4 (il 24,6%) ha chiesto un finanziamento e il
21,4% lo ha ottenuto (1,8% non aveva avuto esito, 1,1% rifiutato, 0,3% troppo oneroso)
SOFFERENZE in AGRICOLTURA:
ai minimi storici
Settori,
consistenza sofferenze
in mln € al 31/12
Var. %
22/11
Manifattura
23.142
3.952
-82,9%
Informazione e comunicazione
1.288
-78,5%
Trasporto e magazzinaggio
2.404
-78,0%
Costruzioni
17.720
3.972
-77,6%
Noleg., ag. viaggio, serv. a imp.
2.021
-77,3%
Commercio
14.704
3.731
-74,6%
-74,5%
Agricoltura
3.654
-74,2%
Attività residuali
2.661
-72,8%
Immobiliare
7.476
2.463
-67,1%
Att. Profess., scient. e tecniche
1.622
-65,5%
Alloggio e ristorazione
3.138
1.138
-63,7%
Acqua, reti fognarie, rifiuti ecc.
-63,0%
Energia elettrica, gas ecc.
+100,8%
80.588
19.210
-76,2%
Estrattivo
Totale settori
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Banca d’Italia
L’escalation delle sofferenze, avvenuta a partire dalla crisi del debito sovrano (2011), si è fermata nel
2016, apice di crisi del sistema bancario, quando il totale di questi crediti problematici in capo alle
imprese italiane aveva toccato i 160 miliardi di euro.
Anche in AGRICOLTURA il picco è nel 2016 (6,3 mld); poi si assiste ad una progressiva riduzione
(contenimento dei rischi, avvio cessione NPL e credito garantito a livello statale). A fine 2022 si
contano appena 943 milioni di euro di sofferenze in AGRICOLTURA (il 4,9% del totale settori).
Da ultimo si fa notare come il peso percentuale delle sofferenze in AGRICOLTURA (4,9%) è inferiore
rispetto alla quota di prestiti (5,6% come da diapositiva precedente). Significa che le imprese del
settore primario generano meno sofferenze rispetto ai prestiti che contraggono
TASSI DI INTERESSE: la rapida ascesa
Si rammenta poi che l’aumento dei tassi da parte della BCE (da luglio 2022) sta determinando una
progressiva ascesa del costo del denaro che si aggiunge alla precedente escalation di costi
energetici e delle materie prime subite dagli agricoltori.
A novembre del 2023 i tassi d’interesse per i nuovi prestiti fino ad 1 milione di euro per le società non
finanziarie (imprese) risultavano pari al 5,98% ben 401 punti base in più rispetto a giugno del 2022 e
quelli sopra il milione di euro erano pari al 5,30% (+415 punti base).
Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Banca d’Italia
PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI (ALL’ORIGINE)
Il grafico evidenzia il livello dei prezzi dei prodotti agricoli
Si tratta di prezzi all’origine ovvero il prezzo pagato agli agricoltori/produttori
INDICE DEI PREZZI AGRICOLI ALL’ORIGINE ANN0 2010 = BASE 100
190,0
incrementi
dal 2019 al 2023
+38,6%
180,0
170,0
+34,2%
160,0
150,0
140,0
130,0
120,0
110,0
100,0
Coltivazioni
Prodotti zootecnici
Totale agricoltura
Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati ISMEA
L’indice dei prezzi dei prodotti agricoli nel periodo 2017 – 2020, salvo una lieve flessione nel
2020, è stato abbastanza stabile non essendo interessato da brusche oscillazioni
Tuttavia a partire da metà del 2021 si registra una crescita rilevante. Nel 2023, rispetto al
2019, i prezzi pagati agli agricoltori sono risultati superiori del 34,2%. Più rilevante la crescita
delle coltivazioni (+38,6%), più contenuta quella dei prodotti zootecnici (+30%)
PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI (ALL’ORIGINE)
La tabella evidenzia la Variazione % in base annua degli indici dei Prezzi all’origine (anno 2010=base 100)
Si tratta di prezzi all’origine, ovvero il prezzo pagato agli agricoltori/produttori
Var. %
Var. %
categorie/varietà
Coltivazioni
135,9
136,5
148,6
175,7
188,4
+38,6
Olii e grassi vegetali
170,1
130,1
162,9
179,5
301,4
+77,2
+67,9
Cereali e Derivati
Frutta Fresca
113,1
121,7
159,1
224,6
173,6
+53,5
-22,7
124,7
151,9
145,1
156,2
180,8
+45,0
+15,7
Semi Oleosi
109,4
165,9
179,4
138,5
+44,0
-22,8
Colture Industriali
159,9
168,0
176,2
197,5
216,4
+35,3
Ortaggi, legumi
148,6
132,4
140,5
168,7
190,3
+28,1
+12,8
Prodotti Zootecnici
145,4
145,0
147,4
159,7
157,2
115,1
108,2
115,0
144,3
149,6
+30,0
Uova fresche in guscio
104,0
113,9
109,1
139,4
156,7
+50,7
+12,5
Animali vivi
113,6
108,6
116,1
144,5
152,8
+34,5
Latte e derivati
TOTALE AGRICOLTURA
117,5
107,4
114,3
144,6
146,0
+24,2
125,4
122,0
131,4
159,7
168,3
+34,2
Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati ISMEA
La crescita dei prezzi all’origine iniziata nel 2021, è proseguita nel biennio successivo sebbene con minor
forza nel 2023. Infatti, nel 2023, i prezzi pagati agli agricoltori sono aumentati del 5,4%. In particolare, quelli
delle coltivazioni del 7,2% con delle significative differenze a seconda della tipologia di produzione:
rilevante la crescita degli olii e grassi vegetali (+67,9%), degna di nota quella della frutta fresca (15,7%) e
degli ortaggi (+12,8%), mentre pesante contrazione per i cereali e loro derivati (-22,7%) come pure per i
semi oleosi (-22,8%).
Anche i prodotti zootecnici crescono (+5,4%), ma in maniera più moderata ed omogenea
PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI (ALL’ORIGINE)
Il grafico evidenzia il livello dei prezzi dei prodotti agricoli (dati mensili)
Si tratta di prezzi all’origine ovvero il prezzo pagato agli agricoltori/produttori
INDICE DEI PREZZI AGRICOLI ALL’ORIGINE ANN0 2010 = BASE 100
220,0
Var. medie
2021/2020
200,0
+7,2%
Var. medie
2023/2022
Var. medie
2022/2021
+18,3%
+5,4%
+8,8%
180,0
+21,5%
160,0
+3,7%
+7,7%
+25,5%
140,0
+6,3%
120,0
100,0
gen-21
apr-21
lug-21
Coltivazioni
ott-21
gen-22
apr-22
lug-22
ott-22
Prodotti zootecnici
gen-23
apr-23
lug-23
ott-23
Totale agricoltura
Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati ISMEA
A partire dal 2021 si assiste ad un incremento dei prezzi dei prodotti agricoli che sembrano
«scaricare» sul mercato le tensioni subite a causa dei forti rincari dei mezzi di produzione.
Il fenomeno, iniziato a metà del 2021, sembra proseguire in maniera decisa nel 2022, mentre nel
corso del 2023 si assiste, come media annua ad un rallentamento. Tuttavia, gli andamenti mensili
rendono evidente come sia necessario continuare a monitorare i prezzi, considerata la crescita,
che nella seconda metà del 2023 sembra contraddistinguere soprattutto i prodotti agricoli
PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI (ALL’ORIGINE)
TOTALE AGRICOLTURA
Andamento negli anni dei Prezzi all’Origine
190,0
180,0
170,0
160,0
150,0
140,0
130,0
grafico
rappresentato da una linea separata,
che si riferisce all’andamento dei
prezzi all’origine nei 12 mesi di ogni
anno.
Si osservi che le linee hanno un
andamento analogo, che esprime la
stagionalità con la quale si muovono i
prezzi: tendono a calare nel secondo
trimestre, per poi risalire.
La diversa altezza delle linee nel
grafico rappresenta il maggiore (o
minore) livello dei prezzi da un anno
all’altro. Si noti come sino al 2020 le
linee
tendano
essere
raggruppate, mentre a partire dalla
seconda metà del 2021 si elevino
verso valori degli indici maggiori.
L’anno
(Iinea
rossa)
nettamente superiore, riflettendo un
incremento medio dei prezzi annui
del 21,5%.
120,0
110,0
100,0
Trending
- Iran Update, January 17, 2025
- Fwd: COMUNICATO STAMPA allerta – criticità moderata del 18.01.2025
- Secretary Blinken’s Call with UAE Deputy Prime Minister and Foreign Minister Abdullah bin Zayed Al Nahyan
- Comunicato stampa: Sicilia, i socialisti democratici e riformisti dei Nebrodi ricordano Bettino Craxi
- Presidente Fontana, cordoglio per la scomparsa di Riccardo Chieppa
- Ambrogio (FdI): “Nuova irricevibile violenza dai pro pal. Solidarietà a Bernini”
- TORINO. MALAGUTI (FDI): MANIFESTAZIONI VIOLENTE CONTRO STATO CHE LI OSPITA
- INCENDIO AUTO ASL LATINA – DICHIARAZIONE DELL’ON.ENRICO TIERO
- VVF campionato italiano sci e snow board
- 120 ANNI CASINO’ DI SANREMO, VICEPRESIDENTE PIANA: CELEBRIAMO UN SIMBOLO DI STORIA, CULTURA E CRESCITA ECONOMICA.