
[lid] Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, assicura che l’Italia ha bisogno di una forza di riservisti per sostenere le forze armate “solo nel caso improbabile di un attacco diretto”. Lo spiega in un’intervista pubblicata questo lunedì su La Stampa , dove ha indicato che saranno i volontari che, in caso di necessità, potranno attivarsi per essere al fianco delle forze armate.
Le dichiarazioni di Crosetto fanno seguito alla notizia secondo cui l’esecutivo di Giorgia Meloni sarebbe al lavoro per approvare una legge che introduca una forza di 10mila riservisti che potrebbero essere formati da ex militari da utilizzare in eventuali conflitti o crisi internazionali per collaborare con i comandanti dell’Esercito.
Secondo Crosetto le forze armate italiane devono cambiare ruolo dopo essersi trasformate “con l’idea che non ci fosse bisogno di difendere il nostro territorio e che la pace fosse una conquista irreversibile”. “Ora le recinzioni sono state demolite, non ci sono più regole”, ha precisato, assicurando che lo scenario peggiore è “doversi difendere nel proprio territorio”. «So che è un discorso difficile da accettare perché tutti tendiamo a nasconderci in una zona di comfort», ha riconosciuto il capo della Difesa, una delle più strette collaboratrici di Giorgia Meloni.
Nella stessa intervista, il ministro ha annunciato che l’Italia invierà navi della sua marina militare per unirsi alla coalizione contro gli Houthi nel Mar Rosso, sottolineando però che non potranno partecipare ai bombardamenti senza una risoluzione internazionale o una richiesta per un paese alleato. Il rappresentante del governo italiano ritiene che questo conflitto sia parte di una guerra commerciale volta a modificare le regole globali poiché “le navi cinesi e russe non vengono attaccate e questo viene apertamente annunciato”. Grazie a ciò, denuncia, i loro beni hanno prezzi più bassi, in un esempio di guerra ibrida. “È l’inizio di qualcosa di diverso”, ha avvertito.
Crosetto ha inoltre criticato la posizione spagnola nell’attuale crisi del Mar Rosso, dopo che Madrid si è rifiutata di partecipare alla futura operazione militare europea per garantire il transito delle navi mercantili. A suo avviso, il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, “antepone i suoi patti politici alla sicurezza internazionale” per una questione “ideologica”.