[lid] In una recente intervista, il CEO di KPMG Paul Knopp ha previsto significative licenziamenti a lungo termine come conseguenza della crescente influenza dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro. Il CEO ha rivelato che i dati del sondaggio mostrano che il 65% dei dirigenti ritiene che l’intelligenza artificiale avrà un grande impatto sulla propria organizzazione nei prossimi cinque anni.
Durante un’intervista con Maria Bartiromo, conduttrice di FOX Business, al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, Paul Knopp, CEO di KPMG, una delle “Big Four” società di contabilità americane, ha espresso preoccupazione per l’impatto a lungo termine dell’intelligenza artificiale sull’occupazione. Ha sottolineato che, sebbene fino ad oggi non si sia verificata una significativa perdita di posti di lavoro, il 76% dei millennial e dei lavoratori della generazione Z riferiscono che i loro posti di lavoro sono già significativamente influenzati dall’intelligenza artificiale generativa, evidenziando una tendenza verso l’integrazione tradizionale dell’intelligenza artificiale nella forza lavoro.
Un sondaggio di KPMG ha rivelato che il 58% dei consumatori ritiene che l’intelligenza artificiale generativa, in grado di creare varie versioni di testo, immagini, audio e altri media, abbia un impatto significativo sulla loro vita professionale. L’intelligenza artificiale generativa, riconosciuta come “modello di deep learning” da IBM, è nota per la sua capacità di apprendere linguaggi di programmazione estesi. Lo studio ha inoltre rilevato che il 65% dei dirigenti aziendali prevede un forte impatto dell’intelligenza artificiale generativa sulle proprie organizzazioni entro i prossimi tre-cinque anni.
Nonostante questi sconvolgimenti, Knopp rimane ottimista riguardo alla capacità dell’economia di assorbire lo shock tecnologico, affermando: “Pensate a tutte le diverse tecnologie emergenti che abbiamo messo in atto negli ultimi 25 anni, eppure c’è stata una crescita netta di posti di lavoro e non di posti di lavoro netti. perdita di lavoro. E penso che con ogni tecnologia emergente lo abbiamo visto nel tempo. E forse la natura di ciò che le persone fanno cambia”.
Lo studio a cui fa riferimento Knopp ha anche interrogato i lavoratori su come ritengono che l’intelligenza artificiale influenzerà il loro lavoro. Knopp ha dichiarato: “Lo stesso studio ha affermato che questi individui [che] hanno partecipato al sondaggio, che non erano così preoccupati per l’interruzione del lavoro, pensavano che la loro salute mentale sarebbe effettivamente migliorata, il che significa che compiti più banali avrebbero potuto essere automatizzati, consentendo loro fare cose più preziose nel loro lavoro”.
Anche l’amministratore delegato del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, ha contribuito alla conversazione, sollevando preoccupazioni sulla potenziale scomparsa di posti di lavoro con l’avvento dell’intelligenza artificiale. Inoltre, un rapporto del Fondo monetario internazionale stima che il 60% dei posti di lavoro globali potrebbe presto essere influenzato dall’intelligenza artificiale.
Georgieva ha dichiarato: “Il rapporto è un campanello d’allarme. Perché dice che nei prossimi anni non accadrà domani, ma… ci sarà uno tsunami che ci colpirà. E abbiamo ancora la possibilità di non esserne colpiti, ma piuttosto di sfruttarlo per ottenere opportunità di crescita più elevata”.