
(AGENPARL) – dom 21 gennaio 2024 COMUNICATO STAMPA
Ricerca coordinata dal Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale
CURA RISPETTOSA DEL PARTO E DELLA MATERNITÀ, PRESENTAZIONE
DEL PROGETTO INTERNAZIONALE GUIDATO DALL’ATENEO
Martedì 23 gennaio, alle 10, a Palazzo di Toppo Wassermann
Con 19 istituzioni di 9 Paesi europei e latinoamericani e un team di 39 esperti
Udine, 21 gennaio 2024 – Promuovere una cura rispettosa della maternità e del parto grazie a un
programma di formazione innovativo rivolto agli operatori sanitari, in particolare ginecologi,
ostetriche e ostetrici. È uno degli obiettivi principali del progetto di ricerca internazionale sulla
violenza ostetrica, coordinato dall’Università di Udine, che sarà presentato martedì 23 gennaio, alle
10, nella sala Pasolini del Palazzo di Toppo Wassermann (via Gemona 92). Il progetto indagherà, più
in generale, sul trattamento fisico e verbale non rispettoso subito dalle partorienti nei servizi di
assistenza alla nascita di tutto il mondo. La ricerca durerà quattro anni ed è finanziata con quasi 600
mila euro dall’Unione europea. L’Ateneo friulano, con il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio
culturale, guida un partenariato di 19 istituzioni di 9 paesi e un team di 39 esperte ed esperti. Il
progetto è intitolato “Obstetric Violence (IPOV): an innovative tool for a respectful maternity and
childbirth care” (http://ipov.respectfulcare.eu/). Patrizia Quattrocchi, docente di antropologia medica
all’Università di Udine, è la responsabile scientifica.
Simulazioni con approccio di genere
È prevista, in particolare, la realizzazione di percorsi di formazione innovativi basati su strategie non
convenzionali, come il teatro, l’auto-etnografia e l’arte. Sarà attivato un percorso inedito nel panorama
italiano, le simulazioni non tecniche con approccio di genere. Cioè i partecipanti non si
confronteranno con manichini e simulatori che riproducono parti di corpo di donne oggetto di
manipolazione, ma con soggetti vivi. Attrici e attori porteranno in scena biografie reali,
precedentemente raccolte e analizzate dalle esperte di ricerca qualitativa del team. Una metodologia
partecipativa e critica, in cui sarà possibile non solo costruire un approccio più orizzontale tra donne e
professionisti alla salute, ma anche decostruire una serie di stereotipi e pregiudizi di genere, di
status, etnici, di età, presenti nella pratica clinica e di cui spesso non c’è consapevolezza. Sarà inoltre
messo a disposizione online un percorso di formazione a distanza, rivolto sia ai professionisti della
salute sia ai referenti istituzionali che possono innovare nei loro contesti.
Il progetto
Il progetto intende realizzare una piattaforma digitale per connettere ricerca, formazione innovativa
dei professionisti della salute – basata su prospettiva di genere e diritti umani – e politiche pubbliche
attente alla prospettiva delle donne e della società civile. L’Ateneo udinese lavorerà alla progettazione e
all’implementazione della piattaforma digitale, alla sistematizzazione di buone pratiche, alla formazione
dei professionisti della salute e al coinvolgimento delle donne e delle famiglie. con un gruppo di ricerca
interdisciplinare.
Università degli Studi di Udine
Relazioni esterne
via Palladio 8 – 33100 Udine
Ultime notizie: http://qui.uniud.it
La violenza ostetrica
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ritiene che molte donne – in tutti i Paesi, ad alto, medio e
basso reddito – subiscano trattamenti abusivi e non rispettosi durante l’assistenza alla nascita: dalla
mancanza di consenso informato all’abuso di manovre, induzioni ed esplorazioni vaginali. Tuttavia non
c’è un accordo internazionale su come misurare la violenza ostetrica nei diversi Paesi e i dati sono
difficilmente comparabili.
Il team dell’Ateneo friulano
Oltre a Patrizia Quattrocchi fanno parte del gruppo di ricerca udinese, Valeria Filì e Anna Zilli del
Dipartimento di Scienze giuridiche e Antonina Dattolo del Dipartimento di Scienze matematiche,
informatiche e fisiche.
Gli interventi inaugurali