
(AGENPARL) – lun 08 gennaio 2024 Una nuova causa per gli aneurismi dell’aorta toracica
Una ricerca internazionale che ha coinvolto l’Università Statale di Milano e l’IRCCS Istituto
Auxologico Italiano identifica una nuova causa predisponente alla formazione di aneurismi
dell’aorta toracica: un deficit di specifiche selenoproteine, provocato da un difetto ereditario, che
porta dell’accumulo di stress ossidativo. Lo studio fornisce inoltre dati preliminari a supporto
dell’efficacia di trattamenti preventivi a base di antiossidanti.
Milano, 8 gennaio 2024. Pubblicato su Nature Communications uno studio internazionale che ha
coinvolto l’Università Statale di Milano e l’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e che ha identificato
una nuova causa predisponente alla formazione di pericolosi aneurismi dell’aorta toracica, come
conseguenza dell’accumulo di stress ossidativo provocato da un difetto ereditario che comporta il
deficit di specifiche selenoproteine (SeP). La ricerca si è avvalsa di dati raccolti in soggetti umani e
in modelli murini e di zebrafish.
Le SeP sono una famiglia di proteine che includono un raro amminoacido contenente selenio, la
selenocisteina. La maggior parte delle SeP sono coinvolte nella protezione dell’organismo contro lo
stress ossidativo, riducendo i livelli di “reactive oxygen species” (ROS) e la perossidazione lipidica.
Una caratteristica firma biochimica dei livelli circolanti degli ormoni T3 (basso) e T4 (alto) ha portato
all’identificazione alcuni anni fa di un raro difetto genetico a carico del gene SecisBP2, che codifica
per una proteina responsabile dell’inserzione delle selenocistenine all’interno delle SeP.
Questo studio presenta quattro pazienti con mutazioni bialleliche di Secisbp2 con una dilatazione
aneurismatica progressiva dell’aorta ascendente esordiente in età giovanile e dovuta a necrosi
cistica della parete arteriosa. I modelli mutanti di SecisBP2 in zebrafish e topo mostrano
un’aortopatia simile dal punto di vista istologico e molecolare a quella osservata nei tessuti dei
pazienti. Le aorte dei pazienti e dei modelli animali mostrano un aumento di ROS, un danno
ossidativo al DNA e un’apoptosi nelle cellule muscolari lisce della tunica vasale. Trattamenti
antiossidanti o la chelazione del ferro prevengono il danno ossidativo nelle cellule del paziente e
l’aortopatia nel modello di zebrafish.
“Questi studi indicano un ruolo chiave per lo stress ossidativo e la morte cellulare, attraverso il
meccanismo di ferroptosi, nel mediare la degenerazione delle pareti aortiche. Inoltre, i dati da noi
raccolti nello zebrafish indicano come un trattamento anti-ossidante con ?-tocoferolo o MitoQ
possa prevenire questa particolare aortopatia e la correlata letalità” commentano gli autori
Federica Marelli, ricercatrice dell’IRCCS Auxologico, e Luca Persani, professore endocrinologo
dell’Università Statale di Milano e di Auxologico.
Ufficio Stampa
Università Statale di Milano
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Auxologico IRCCS