(AGENPARL) - Roma, 28 Dicembre 2023(AGENPARL) – gio 28 dicembre 2023 DIREZIONE EDIFICI E IMPIANTI
SERVIZIO EDIFICI E MONUMENTI
PROGETTO ESECUTIVO
Rifacimento copertura del Lazzaretto
RELAZIONE ILLUSTRATIVA
Progetto a cura dell’Arch. Luciano Locatelli ed Ing. Maria Cristina Barone
SOMMARIO
Premessa ……………………………………………………………………………………………………………………… 3
Cenni storici……………………………………………………………………………………………………………………………… 4
Evoluzione costruttiva e funzionale…………………………………………………………………………………………… 5
Interventi recenti………………………………………………………………………………………………………………………. 7
Inquadramento territoriale……………………………………………………………………………………………………….. 8
Vincoli e tutela………………………………………………………………………………………………………………………….. 9
Esame dello stato di fatto…………………………………………………………………………………………………………. 9
Descrizione intervento di progetto…………………………………………………………………………………………… 12
PREMESSA
Nell’ambito del programma triennale dei lavori pubblici del Comune di Bergamo 2022/2024 è stato inserito
€. 300.000,00.
Nell’ambito dell’intervento di cui sopra su richiesta dell’Amministrazione comunale è stato inserito il
progetto redatto dall’Ing. Elisa Buffoni che costituisce un primo stralcio di intervento che riguarda
l’adeguamento dei percorsi d’evacuazione del Lazzaretto e che ha ridotto le somme a disposizione per la
sistemazione della copertura del Lazzaretto con inevitabile riduzione della superficie di tetto oggetto di
intervento nel secondo stralcio.
Il presente progetto (2° stralcio) di manutenzione straordinaria riguarda invece la sistemazione di una
porzione della copertura secondo un programma manutentivo nel tempo che dovrà pian piano portare a
sistemare tutta la copertura del Lazzaretto e con l’inserimento delle linee vita per la manutenzione
ordinaria.
Il progetto è identificato nell’intervento 2023-14 e approvato nel programma triennale dei lavori pubblici
successive modifiche e integrazioni, è prevista sull’annualità 2023 la somma complessiva pari ad euro
255.000,00 con la seguente causale “Intervento di rifacimento coperture Lazzaretto – lotto 2” (N° PTLP
CENNI STORICI
Il Lazzaretto è un quadrilatero di 130×129 mt che nasce nel 1504 per volontà della Repubblica di Venezia,
sotto la quale Bergamo si trovava dalla Pace di Ferrara del 1428, allo scopo di isolare e rinchiudere gli
ammalati di peste. I rettori della Serenissima scelgono un luogo periferico, non solo rispetto alla città sul
colle, ma anche ai borghi. La zona è infatti al di fuori della cerchia delle Muraine, immersa in aperta
campagna, attraversata dalla Roggia Serio e con due soli edificati: il Lazzaretto e il complesso conventuale
dei Celestini.
In un primo tempo solo una parte del Lazzaretto ospita le celle per gli appestati; il lato nord/ovest presenta
locali adibiti a scuderie, rimesse per carri e depositi di foraggi. Solo con la peste del 1576 vengono costruite
altre venti celle per ospitare i contagiati. Al centro del quadrilatero viene costruita una chiesa dedicata ai S.S.
Rocco e Sebastiano, oggi non più esistente. Tutte le celle si affacciano sul portico mediante una finestra e una
porticina. La struttura tipica della cella presenta, al centro della parete, un camino, alla sua sinistra, in una
nicchia, il gabinetto arieggiato mediante una piccola feritoia, e l’acquaio in pietra arenaria, accanto al quale
si trova un armadio a muro.
Il lazzaretto di Bergamo è un vero e proprio tesoro nascosto di Bergamo. Bellamente ignorato. Un’opera
d’arte. Un monumento nazionale. “Iniziato ai primi del Cinquecento su progetto di Giovanni da Serina, il
Lazzaretto ripete l’esempio milanese nel quadrilatero di celle precedute da un portico continuo con archi a
tutto sesto su colonnette di pietra. Esigenze di economia, di sintesi utilitaristica, ma soprattutto dell’austerità
richiesta da tema, indussero il progettista all’uso di un linguaggio spoglio e rigoroso” (Luca Gelmini e Stefano
Longhi). Cornelia Calessi e Maria Vezzoli: “Quello di Bergamo è forse l’unico esempio in Itali di Lazzaretto,
conservato integralmente nel suo quadrilatero, che oggi si presenta come un vasto recinto (130 metri per
129), chiuso verso l’esterno con un armonioso quadriportico all’interno. Ogni cella si affacciava sul portico
mediante una finestra sulla sinistra e una porticina sulla destra che terminava con arco a tutto sesto e aveva
gli stipiti costruiti con mattoni speciali; su un angolo c’era un battente per la miglior chiusura dell’infisso.
Entrando nella cella, sulla parete di fondo si notava una finestra che favoriva la ventilazione trasversale. Al
centro della parete c’era un camino che aveva a sinistra, in nicchia, un gabinetto costituito da una lastra di
pietra con foro circolare e un condotto di scarico, fatto in coppi, che scolava nella roggetta esterna. Tutti i
gabinetti erano arieggiati mediante una piccola feritoia. Sempre in nicchia era poi installato in ogni cella un
acquaio in pietra arenaria, sovrastato da un ripiano per il deposito del vasellame. In un’altra piccola nicchia
era stato ricavato un armadio a muro dove erano raccolte le lucerne per l’illuminazione e le attrezzature per
accenderle. Con l’acquaio munito di scarico legato a quello del gabinetto, con la finestrella di arieggiamento
e con la nicchia della lucerne, il Lazzaretto di Bergamo risultava tecnologicamente più avanzato di quello di
Milano; quest’ultimo era ben più esteso, ma oggi ne conservano solo cinque celle. Il resto dell’edificio, con
l’eccezione della cappella centrale, è stato smantellato in occasione di una brutale lottizzazione dopo l’unità
d’Italia.”
Il Recupero funzionale del Lazzaretto avvenne principalmente tra il 1968 e il 1971; la struttura versava in un
avanzato stato di degrado e di abbandono l’architetto Gennaro Caravita scrisse: “Quello fu un restauro
‘pilota’, degno dell’unica struttura storica perfettamente esistente in Europa qual è il Lazzaretto di Bergamo.
E se di quello ben più famoso di Milano, descritto dal Manzoni ne ‘I promessi sposi’, esistono solo cinque
celle recintate, tutto è stato invece recuperato in quello di Bergamo che, pur con un quadrilatero inferiore a
quello di Milano, è comunque un complesso storico meritevole di particolare attenzione”.
Oggi il Lazzaretto, quasi completamente restaurato, ospita nelle varie «celle» le sedi di istituzioni pubbliche
e associazioni. Una delle celle, la numero 65, è stata restaurata di recente e affidata alla Fondazione Bergamo
nella storia per farne un luogo della memoria.
Nella cella, ristrutturata mantenendo inalterata la struttura originaria, è stata realizzata una
videoinstallazione con proiezione multimediale che racconta l’arrivo e la diffusione del contagio, le diatribe
tra i medici, i medicamenti ritenuti «miracolosi» e i luoghi di sepoltura durante la peste, quella più terribile
del 1630.
La peste del 1630 provocò, nell’arco di cinque mesi, 9.533 morti nella sola città e altri 47.322 nel territorio
provinciale. A causa del numero elevato di decessi e dei contagi, si decise di seppellire i cadaveri non più nelle
chiese ma al di fuori delle mura, tra i baluardi delle porte di San Lorenzo e di Sant’Agostino, nei cosiddetti
«fopponi». Per evitare il fetore si ordina che la zona venga ricoperta di calce viva e che si brucino dei ginepri
e altre piante profumate.
Sottolineava nel 1998 (L’Eco di Bergamo del 26 gennaio) Paolo Aresi: “Fino a dieci anni fa il Lazzaretto di
Bergamo era l’unico a possedere ancora integre alcune celle originali, così come erano state concepite al
principio del 1500. Il fatto è che al Lazzaretto tutte le associazioni insediatesi nelle antiche celle hanno
sistemato a loro modo, con buona volontà, ma senza un coordinamento, senza criteri filologici comuni. Così
sono state effettuate aperture, squadrature, sostituzione di intonaci, di pavimenti, sono spariti acquai,
camini, mensole”. Il Lazzaretto, ha ricordato ancora Aresi, fu costruito secondo un preciso progetto, “ogni
stanza-cella aveva una misura identica, ciascun lato era sostenuto da colonne (146 in tutto), la lunghezza
esterna era di 132 metri con un perimetro percorso da fossato (ora cancellato). Nelle celle gli appestati
venivano rinchiusi come carcerati”.
EVOLUZIONE COSTRUTTIVA E FUNZIONALE
La prima parte dell’edificio che venne costruita, utilizzando in buona parte il mattone, materiale pregiato per
l’epoca in quanto scarsamente reperibile, fu quella del lato Ovest, verso l’attuale via Marzabotto. La maggior
profondità del corpo di fabbrica rispetto a quelli che completeranno il complesso e la presenza di una serie
di archi ribassati lungo la facciata interna del lato Nord/Ovest, ci fanno pensare che la destinazione originaria
di tali locali, aperti verso il portico, fosse quella di scuderie, rimesse per cariaggi e deposito di foraggi e
attrezzature oppure luoghi destinati alla contumacia delle mercanzie. Solo in un secondo momento, infatti,
successivamente al 1570, allo scopo di ottenere altre 20 stanze per far fronte alla presenza della peste nel
territorio gli stessi vennero tamponati e adattati a celle. Sappiamo, inoltre, dalla Epitome delle Azioni che
questo magnifico edificio venne terminato nel 1581.
Giovanni da Lezze, nella descrizione della città di Bergamo dal 1596, lo colloca nei Corpi Santi e lo descrive
come “un quadrato con sottoporteghi che circondano quella piazza longa passa n. 130, larga passa n. 130 …
con … 42 volti per cadauna delle due parti et per cadauna delle altre 38. Ogni volto ha due alloggiamenti in
piano… Alloggiamenti in tutto n. 160…” il passo è di dubbia interpretazione in quanto vi sono ancora oggi 21
alloggiamenti sui lati Sud/Ovest e Nord/Est e, comprendendo le stanze agli angoli e le guardiole ai lati degli
ingressi, abbiamo anche 21 alloggiamenti su ciascuno degli altri due lati, per un totale di 84 stanze, proprio
come viene riportato in una descrizione del 1626 relativa agli stabili di proprietà comunale “… Il loco del
Lazzaretto situato nella Valtesse vicinia di S. Lorenzo destinato per l’occasione della peste chiuso da muro
con due porte, che hanno i volti a celtro sopra uno de quali verso mezzogiorno vi è una loggetta, et una
camera sopra la quale vi è un solero. A pie piano vi sono ottantaquattro stanze ciliterate con portici attorno
soffittati da tavelloni di longhezza di cavezzi quaranta con colonato di pietra. In mezzo del qual luogo vi è una
pezza di terra aradora de pertiche sedici e mezza. In mezzo di qual pezza di terra vi era una cappella che
serviva da celebrarvi messa nel tempo di peste, et per farvi altre fontioni, la qual al presente è distrutta e
derucata… La chiesa posta nel mezzo del Lazzaretto non potè quindi essere … modernamente fabbricata…”
nel 1715, come risulta invece dal disegno del notaio e agrimensore pubblico Bernardino Sarzetti, bensì
modernata; tale dato ci è confermato dai verbali delle due visite pastorali effettuate al Lazzaretto dal Vicario
Generale Vascellino Mozzi; la prima del 13 Aprile 1714, in cui egli constata che l’oratorio è quasi distrutto; la
seconda del 15 Giugno 1715, a seguito della quale lo stesso descrive la chiesa restaurata nel mezzo del
Lazzaretto. Essa venne poi distrutta nel 1868.
Dopo aver assolto il suo compito durante la peste del 1630, nei primi decenni del 1700 il Lazzaretto fu
utilizzato per la contumacia di truppe Grigione, per diventare, nel 1799, con l’avanzare dell’esercito AustroRusso, una temporanea prigione per quattromila soldati francesi. La struttura del Lazzaretto rimase però
immutata fino all’inizio dell’Ottocento.
È solo negli inventari comunali del 1817 e del 1833 che si registra, infatti, la realizzazione di un’altra stanza,
in fianco a quella già esistente sopra il portale d’ingresso, nel lato Sud/Est del Lazzaretto. È importante
sottolineare, invece, che tutto il secondo piano di tale lato venne realizzato nel 1902 e, dopo il mancato
sopralzo dei corpi a Sud/Ovest e Nord/Est del 1910, nel 1911 il Lazzaretto corse il rischio di essere demolito
per costruirvi abitazioni.
L’impianto architettonico, ovviamente di carattere modulare, presenta una cella ogni due campate, salvo
qualche aggiustamento per permettere la visione da ogni cella della cappelletta centrale. Gli ingressi sono
due e contrapposti, non allineati all’asse di simmetria, ma di poco spostati verso ponente. Il principale è posto
lungo il braccio Sud/Est e presenta un portale in arenaria con incisa nelle chiave di volta la data 1504, nonché
due stemmi sui pennacchi. Quello secondario è definito da un semplice arco in arenaria grigia. Le celle,
separate da muri in pietra e mattoni, sono concluse da volte a botte, mentre il tetto, a due falde, si allunga
fino a coprire il porticato. Inoltre, con le due ginestre situate in modo da favorire la ventilazione trasversale
grazie ad un percorso diagonale e diretto dal basso verso l’alto, con il gabinetto arieggiato da una piccola
feritoia e costituito da una lastra di pietra con foro circolare ed un condotto di scarico in coppi che scolava
nella roggetta esterna, con l’acquaio in pietra munito di scarico collegato a quello del gabinetto e con la
nicchia delle lucerne, come sopra citato il Lazzaretto di Bergamo era tecnologicamente più avanzato rispetto
a quello di Milano; Nei suoi cinque secoli di vita il Lazzaretto non è mai restato privo di una destinazione
d’uso; è stato, infatti, sempre utilizzato e sempre con diversa funzione: come ricovero per gli appestati prima
e per i colerosi poi, come luogo di contumacia, mercato del bestiame, recinto per gli stalloni reali, caserma,
magazzino, colonia per i bagni di sole della C.R.I., campo di concentramento per i prigionieri di guerra durante
la Repubblica di Salò, sede di diverse associazioni. Con il nome di “Caserma Seriate” il Lazzaretto resta nella
memoria recente come carcere e luogo di esecuzione di prigionieri politici. Ma, nonostante le svariate
destinazioni d’uso, il monumento ha mantenuto inalterato il suo impianto, anche se, nel corso degli anni, ha
subito evidenti e pesanti trasformazioni: ci riferiamo sia alle modifiche avvenute durante l’occupazione
militare (con l’apertura di porte e finestre, la realizzazione di latrine, l’abbattimento di qualche muro divisorio
per avere ambienti più ampi), sia alle trasformazioni subite dal monumento nell’ultimo ventennio. È in questo
periodo, infatti, che malintesi interventi di recupero hanno prodotto l’azzeramento del parametro storico,
avvenuto tramite la demolizione di tutti quei materiali di finitura più delicati e meglio capaci di “registrare”
e testimoniare il farsi della storia. Dal disinteresse per l’esistente si è poi passati all’euforia per il recupero
attuato, purtroppo, mediante la pratica dello stravolgimento, della manomissione e dell’annientamento del
contesto materico, poiché, come è accaduto e continua ad accadere a molti monumenti, le coperture sono
le prime a cadere, gli intonaci spiccionati, i pavimenti rimossi, i muri sventrati. Dell’edificio di partenza non
resta più nulla o quasi e, tristemente, il nostro Lazzaretto, che non è mai stato oggetto di un organico,
consapevole e qualificato progetto di conservazione, si conferma ancor oggi come un manufatto al quale non
viene riconosciuto il titolo di Monumento, negandogli così il ruolo e il rispetto che effettivamente gli
competono, quasi a voler esorcizzare il suo essere stato per lungo tempo un luogo di morte.
Dai documenti risulta che a quell’epoca nella città e nella provincia si potessero stimare 200.000 abitanti
prima della peste. La città doveva avere 15.000-17.000 abitanti.
Dopo la peste ne mancava più di 1/3: nella città morirono 9533 persone, nel contado circa 50.000. S’immagini
il recinto del Lazzaretto, popolato di sedici mila appestati; quello spazio tutt’ingombro, dove di capanne e di
baracche, dove di carri, dove di gente; quelle due interminate fughe di portici, a destra e a sinistra, piene,
gremite di languenti o di cadaveri confusi, sopra sacconi, o sulla paglia; e su tutto quel quasi immenso covile,
un brulichio, come un ondeggiamento; e qua e là, un andare e venire, un fermarsi, un correre, un chinarsi,
un alzarsi, di convalescenti, di frenetici, di serventi.
GLI INTERVENTI RECENTI
Dall’esame della documentazione in possesso del Comune di Bergamo si è potuto appurare come la
copertura del complesso sia stata oggetto di diversi interventi nel corso degli anni che hanno interessato di
volta in volta solo alcune porzioni della copertura.
Nell’anno 2000 su progetto redatto dall’Arch. Angelo Brena è stata interessata la porzione ad ovest che
confinava con la via Marzabotto. Intervento di sistemazione della copertura che ha riguardato anche la
struttura lignea strutturale e di supporto al manto di copertura.
Successivamente nel 2017 è stato redatto un ulteriore progetto di manutenzione straordinaria della
copertura a cura dell’Arch. Dario Mazza è stata eseguita la ricorritura del manto di copertura con
l’installazione di nuova linea vita sulla porzione di copertura adiacente via Marzabotto e sulla porzione a sud
verso piazzale Goisis fino alla porzione a due piani.
Più recente invece è l’intervento sempre di manutenzione straordinaria che ha interessato la porzione di
copertura d’ingresso dell’edificio ovvero l’unica a due piani fuori terra, l’intervento è stato eseguito da parte
Dall’esame dei progetti di cui sopra risulta che l’unica parte che non è stata oggetto di intervento è la porzione
ad angolo in corrispondenza del piazzale antistante il Lazzaretto e la tribuna dello stadio come meglio
evidenziato nell’immagine che segue.
INTERVENTO ANNO 2000
INTERVENTO ANNO 2017
INTERVENTO ANNO 2019
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
L’immobile oggetto di intervento è ubicato nella parte nord-est della città di Bergamo nel quartiere
della Conca Fiorita in parte allo stadio. Confina con le vie Marzabotto, Fossoli e piazzale Goisis dal
quale si accede.
Ortofoto – Localizzazione
Il lazzaretto ricade per quanto riguarda il PGT DI Bergamo in “Ambiti di grande intervisibilità di valore
ecologico e ambientale” – SP3 – FRUIBILITÀ VISIVA DEL PAESAGGIO ed in classe di sensibilità paesistica alta.
PGT- Piano delle Regole 7 – Assetto urbanistico generale
VINCOLI E TUTELA
L’immobile oggetto di intervento è sottoposto ai seguenti vincoli ai sensi del D.lgs. 42/2004: PARTE SECONDA
– Beni culturali TITOLO I – Tutela Capo I – Oggetto della tutela Art. 10. Beni culturali – Comma 1. – vincolo
culturale n. 63 (vedi allegato 1).
In data 7/11/2022 è pervenuta l’autorizzazione di cui all’art. 21, comma 4 del D. Lgs 22 gennaio 2004, n. 42
previste in progetto con prescrizioni.
ESAME DELLO STATO DI FATTO
L’intervento riguarda la riqualificazione della porzione di copertura del Lazzaretto ubicata a est come meglio
identificato nelle tavole grafiche allegate.
Il fabbricato, in questa zona si sviluppa su di un piano ed un sottotetto ad uso tecnico manutentivo, al piano
terra vi è un portico che dà sul cortile interno e locali che definiscono il perimetro esterno del lazzaretto.
La struttura di copertura è stata oggetto di un recente intervento di rifacimento complessivo (orditura
primaria, secondaria, assito e manto di copertura) ad esclusione della porzione riguardante il loggiato che ha
interessato esclusivamente il rifacimento del manto e ma non della struttura in legno e della porzione
d’angolo lato sud-est che non è stata oggetto di manutenzione in tempi recenti.
La struttura di copertura del loggiato risulta ad oggi ancora in buono stato di manutenzione ed essendo a
vista, onde mantenere l’aspetto generale armonioso, e il carattere storico dell’edificio non risulta opportuno
sostituirla se non nei singoli elementi che si dovessero riscontrare irreparabilmente danneggiati durante la
fase di smontaggio della copertura. Attualmente gli utilizzatori lamentano numerose infiltrazioni di acqua a
cui hanno cercato di porre rimedio con palliativi che non possono garantire quindi l’adeguata funzionalità
alla struttura.
I canali in rame son ostati realizzati senza l’idoneo prolungamento della lastra sino a sottoporsi al manto
impermeabile e questo ha generato nel tempo il travaso di acqua che ha rovinato parzialmente l’ultima fila
di assito in corrispondenza della gronda. Le converse e scossaline in rame risultano mancanti in alcuni punti
necessari e ad oggi l’impermeabilizzazione non è continuativa, essendo in alcuni punti costituita da semplice
malta cementizia di raccordo. La copertura oggetto del presente intervento non è fornita di idonea linea vita,
necessaria ad effettuare i futuri accessi in copertura in completa sicurezza.
Fotografie stato di fatto:
Manto di copertura lato est verso bocciodromo-stadio – Prospetto interno Sud
Struttura lignea porzione manto di copertura lato sud-est
Ondulina sottocoppo esistente
Prospetto esterno lato Est
Prospetto e interno lato Est
Prospetto interno lato Ovest – linea vita esistente
DESCRIZIONE INTERVENTO DI PROGETTO
Nel presente progetto di manutenzione straordinaria si prevede lo smontaggio del manto di copertura con
accatastamento del materiale riutilizzabile (consistente in sostanza nei coppi antichi ancora in buono stato
di conservazione da riutilizzare come strato superficiale) lo smantellamento delle onduline sottocoppo
bituminose, la sostituzione degli elementi ammalorati della sottocopertura consistente nelle seguenti
operazioni da valutare in sede di esecuzione lavori tra cui la sostituzione dell’assito di testa della gronda per
una profondità pari ad una tavola, la sostituzione de listone in legno di testata.
Per quanto possibile si riutilizzeranno canali, scossaline e pluviali esistenti di rame e si interverrà con la
sostituzione solo nei casi in cui gli elementi saranno rotti o fortemente degradati.
Con riferimento all’intervento di rifacimento del manto di copertura è prevista la formazione di nuovo manto
di doppia guaina sottocoppo traspirante microforata incrociata, la successiva fornitura e posa di manto in
coppi con ganci per l’ancoraggio con gancio a forcella e la ventilazione dei coppi realizzati con elementi piani
(spessore 6/10) modulari ad omega in metallo forato e piegato ad omega, questo sistema (tipo Sistema Tritop
Cotto Possagno) permette di mantenere il fissaggio del coppo nascosto alla vista esterna di avere un tetto
ventilato.
Si procederà poi all’apposizione di linea vita lineare sul colmo e ganci per l’accesso così come già fatto per la
porzione di copertura ad ovest.
Per maggiori ragguagli tecnici e di dettaglio si rimanda agli elaborati grafici ed al capitolato speciale
d’appalto.
Sistema di fissaggio con gancio a forcella
Ferma passeri a pettine in rame
Bergamo, lì 28/11/2023
Arch. Luciano Locatelli
Allegati: scheda di vincolo + autorizzazione Soprintendenza
Vincolo n. 63
CULTURALE
Lazzaretto in piazzale Goisis, 6
Estratto foto prospettica
Fonte: Pictometry – Compagnia Generale Ripreseaeree
IBCAA – Inventario dei Beni Culturali, Ambientali e Archeologici del Comune di Bergamo
CULTURALE
Vincolo n. 63
Lazzaretto in piazzale Goisis, 6
Estratto di decreto di vincolo
Elementi identificativi riferiti al decreto di vincolo
Dati Ipotecari
Proprietà
Estratto di mappa catastale
Comune di Bergamo
Decreto
17/07/1914
Notifica
17/07/1914
Dati Catastali
Sezione Cens.
Foglio
Mappale/i
Valtesse (Bergamo)
6 (22)
305 (305)
I dati tra parentesi sono riferiti al Nuovo Catasto Terreni
IBCAA – Inventario dei Beni Culturali, Ambientali e Archeologici del Comune di Bergamo
Vic 63
CULTURALE
aarett i piaae Gisis 6
Estratt dea carta tecica cuae
Cartgrafia uerica reaiata c riprese aeree de vebre 1993
aggirata per a traspsiie i database tpgrafic c riprese aeree de 7
vebre 2007 caudata i 6 ugi 2010
Scaa 1 2000
egeda de’eabrat cartgrafic
“PR8
Vici e tutee” de Pia dee Rege de PGT
Ifraii
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U ’pera d’arte
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I iiat ai prii de Ci quece t su prgett di
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Esige e di ec ia di si tesi utiitaristica a sprattutt de’austerit
richiesta da tea i dusser i prgettista a’us di
u i guaggi spgi e rigrs” (uca Gei i e Stefa ghi)
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Itaia di aarett c servat i tegrae te e su quadriater che ggi si prese ta ce u vast reci t (130 etri per 129) chius vers
’ester c u ar is quadriprtic a’i ter (…)
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destra che teri ava c arc a tutt sest e aveva gi stipiti cstruiti c att i speciai su u a g c’era u batte te per a igir chiusura
de’i fiss
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A ce tr dea parete c’era u
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scava ea rggetta ester a
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I u ’atra picca icchia era stat ricavat u aradi a ur
dve era raccte e ucer e per ’iui ai e e e attreature per acce dere
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a fi estrea di arieggiae t e c a icchia dee ucer e i aarett di Berga risutava tec gicae te pi ava at di que di ia
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quea di scuderie riesse per cariaggi e depsit di fraggi attreature ppure ughi desti ati aa c tuacia dee erca ie
S i u
sec d e t i fatti successivae te a 1570 a scp di tte ere atre 20 sta e per far fr te aa prese a dea peste e territri
(Giug 1576 Dicebre 1578) gi stessi ve er tap ati e adattati a cee
Sappia i tre daa Epite dee Ai i che … Quest
ag ific edifici ve e teri at e 1581 … Giva i da ee ea descrii e dea citt
di Berga da 1596 cca ei Crpi Sa ti e
descrive ce u quadrat c … sttprteghi che circ da quea piaa ga passa
130 arga passa
130 … c … 42 vti per
cadau a dee due parti et per cadau a dee atre 38
g i vt ha due aggiae ti i pia … Aggiae ti i tutt
160 … I pass di
dubbia i terpretai e i qua t vi s a cra ggi 21 aggiae ti sui ati Sud%vest e rd%Est e cpre de d e sta e agi a gi e e
guardie ai ati degi i gressi abbia a che 21 aggiae ti su ciascu degi atri due ati per u ttae di 84 sta e prpri ce vie e
riprtat i u a descrii e de 1626 reativa agi stabii di prpriet
cu ae
… I c de aarett situat ea Vatesse vici ia di S
re
desti at per ’ccasi e dea peste chius da ur c due prte che ha i vti
cetr spra u de quai vers egir vi u a
ggetta et u a caera spra a quae vi u ser
A pie pia vi s tta taquattr sta e citerate c prtici attr sffittati da tave i di
ghea di cavei quara ta c c at di pietra
I e de qua ug vi u a pea di terra aradra de pertiche sedici e ea
I e
di qua pea di terra vi era u a cappea che serviva da ceebrarvi essa e tep di peste et per farvi atre f ti i a qua a prese te
distrutta e derucata … a chiesa psta e e de aarett pt qui di essere … der ae te fabbricata … e 1715 ce risuta
i vece da diseg de tai e agrie sre pubbic Ber ardi Saretti be s rider ata tae dat ci c ferat dai verbai dee due visite
pastrai effettuate a aarett da Vicari Ge erae Vascei i a pria de 13 Aprie 1714 i cui egi c stata che … ’ratri quasi
distrutt … a sec da de 15 Giug 1715 a seguit dea quae stess descrive a chiesa restaurata e e de aarett
Essa ve e pi
distrutta e 1868
Dp aver asst i su cpit dura te a peste de 1630 ei prii dece i de 1700 i aarett fu utiiat per a
c tuacia di truppe Grigi e per dive tare e 1799 c ’ava are de’esercit AustrRuss u a tepra ea prigi e per quattria sdati
fra cesi
a struttura de aarett riase per iutata fi a’i ii de’ttce t
s egi i ve tari cu ai de 1817 e de 1833 cha si
registra i fatti a reaiai e di u ’atra sta a i fia c a quea gi
esiste te spra i prtae d’i gress e at Sud%Est de aarett
iprta te stti eare i vece che tutt i sec d pia di tae at ve e reaiat e 1902 e dp i a cat spra dei crpi a Sud%vest e
rd%Est de 1910 e 1911 i aarett crse i rischi di essere deit … per cstruirvi dee abitai i … ’ipia t architett ic vviae te
di carattere duare prese ta u a cea g i due capate sav quache aggiustae t per perettere a visi e da g i cea dea cappeetta
ce trae
Gi i gressi s due e c trappsti ai eati a’asse di sietria a di pc spstati vers p e te
I pri cipae pst u g i
bracci Sud%Est e prese ta u prtae i are aria c i cisa ea chiave di vta a data 1504 ch due stei sui pe acchi
Que
sec dari defi it da u sepice arc i are aria grigia
e cee separate da uri i pietra e att i s c cuse da vte a btte e tre i
tett a due fade si au ga fi a cprire i prticat
I tre c e due fi estre situate i d da favrire a ve tiai e trasversae graie ad u
percrs diag ae e dirett da bass vers ’at c i gabi ett arieggiat da u a picca feritia e cstituit da u a astra di pietra c fr
circare ed u c dtt di scaric i cppi che scava ea rggetta ester a c ’acquai i pietra u it di scaric cegat a que de
gabi ett e c a icchia dee ucer e i aarett di Berga era tec gicae te pi ava at rispett a que di ia quest’uti era
be pi estes a se e c serva s ci que cee i qua t ’edifici ve e sa teat c ’eccei e dea cappea ce trae i ccasi e
di u a brutae ttiai e dp ’U it
d’Itaia
ei sui ci que seci di vita i aarett ai restat priv di u a desti ai e d’us stat
i fatti sepre utiiat e sepre c diversa fu i e ce ricver per gi appestati pria e per i cersi pi ce ug di c tuacia
ercat de bestiae reci t per gi sta i reai casera agai c ia per i bag i di se dea C
R
I
cap di c ce trae t per i
prigi ieri di guerra dura te a Repubbica di Sa sede di diverse assciai i
C i e di Casera Seriate i aarett resta ea eria
rece te ce carcere e ug di esecui e di prigi ieri pitici
a sta te e svariate desti ai i d’us i ue t ha a te ut
i aterat i su ipia t a che se e crs degi a i ha subit evide ti e pesa ti trasfrai i ci riferia sia ae difiche avve ute dura te
’ccupai e iitare (c ’apertura di prte e fi estre a reaiai e di atri e ’abbattie t di quache ur divisri per avere abie ti pi
api) sia ae trasfrai i subite da ue t e’uti ve te i
i quest perid i fatti che ai tesi i terve ti di recuper ha
prdtt ’aerae t de paraetr stric avve ut traite a deii e di tutti quei ateriai di fi itura pi deicati e egi capaci di
registrare e testi iare i farsi dea stria
Da disi teresse per ’esiste te si pi passati a’eufria per i recuper attuat purtrpp edia te
a pratica de stravgie t dea a issi e e de’a ie tae t de c test ateric pich ce accadut e c ti ua ad accadere a
ti ue ti … e cperture s e prie a cadere gi i t aci spicc ati i pavie ti rissi i uri sve trati … de’edifici di parte a
resta pi ua quasi … E tristee te i str aarett che ai stat ggett di u rga ic c sapeve e quaificat prgett di
c servai e si c fera a cr ggi ce u a ufatt a quae vie e ric sciut i tit di ue t ega dgi cs i ru e i
rispett che effettivae te gi cpet quasi a ver esrciare i su essere stat per u g tep u ug di rte
Tratt da
Reat Ravaei Tris d’assi i Citt bassa Chistr di Sata arta aarett uet di a
Tesri di Berga e dea bergaasca ee crache de
vecet Grafica & Arte Berga 2006 pagg. da 128 a 129. . Creia Caressi I aarett di Berga u uetDcuet da trpp tep
dieticat
a Rivista di Berga uva serie . 16 Grafica & Arte Berga Gear 1999 pagg. da 60 a 63.
IBCAA Ivetari dei Bei Cuturai Abietai e Archegici de Cue di Berga
Vincolo n. 63
CULTURALE
Lazzaretto in piazzale Goisis, 6
Documentazione fotografica
Rilievi effettuati a cura di: Comune di Bergamo (Maggio 2009)
(Archivio fotografico dell’Ufficio SIT del Comune di Bergamo)
IBCAA – Inventario dei Beni Culturali, Ambientali e Archeologici del Comune di Bergamo
Brescia
Comune di
24122 Bergamo
Direzione Edifici e Impianti
Servizio Edifici e Monumenti
via Quarenghi, 33
All’attenzione del Responsabile del Procedimento
Arc. Locatelli Luciano
Comune di Bergamo
Servizio Edilizia Privata
Piazza Matteotti, 3
24122 Bergamo
Ministero della cultura
DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO
SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO
PER LE PROVINCE DI BERGAMO E BRESCIA
Lettera inviata solo tramite e-mail
SOSTITUISCE L’ORIGINALE
ai sensi art. 43, comma 6, DPR 445/2000
Prot. n.
Allegati
Fascicolo/
sottofascicolo/
OGGETTO: Bergamo – ex Lazzaretto – piazzale Goisis, 6 – mapp. 305 del fg. 6
Ditta: Amministrazione comunale
Edificio assoggettato alle vigenti disposizioni di tutela ai sensi dell’art. 12 comma 1 e 2 del D.Lgs. 22 gennaio
2004, n. 42 e s.m. e i., per il quale non esiste ad oggi un decreto formalizzato di tutela, comunque sottoposto
alle disposizioni del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 e s.m. e i (art. 10 comma 1 e art. 12 comma 1 e
Rifacimento copertura Lazzaretto – 2 ° Lotto
RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE ai sensi dell’art. 21, comma 4 del D. Lgs 22 gennaio 2004, n. 42.
VISTO il D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della legge 6
luglio 2002, n. 137;
VISTA la documentazione descrittiva delle opere previste nel complesso indicato in oggetto, sottoposto alla tutela della Parte
alle disposizioni del vigente D.lgs 42/04;
Tutto ciò richiamato e premesso, questa Soprintendenza, per quanto di propria competenza, ai sensi dell’art. 21, comma 4
AUTORIZZA
le opere subordinando l’efficacia della presente autorizzazione alla piena osservanza delle prescrizioni sotto indicate:
– sia comunicato per iscritto, con anticipo di almeno 10 giorni, la data di inizio dei lavori di cui alla presente nota, il nome
dell’architetto che svolgerà il ruolo di DL e il nome della ditta esecutrice;
– venga realizzata una esauriente ed esaustiva documentazione fotografica delle fasi di installazione e conclusiva, da inviare