
(AGENPARL) – lun 18 dicembre 2023 Rieti 18 Dicembre 2023
*L’occupazione giovanile a Rieti. Paolucci (Uil): “Soltanto 190 giornate
retribuite per i precari reatini sotto i trenta anni”*
Nei primi sei mesi di quest’anno nel settore privato non agricolo sono
stati 1.759 i contratti di lavoro attivati a Rieti a favore di lavoratori
sotto i trenta 30 anni, numero in contrazione del 5,3 per cento rispetto al
semestre 2022 quando la cifra aveva raggiunto le 1.857 unità. Sono alcuni
tra i dati che emergono dall’osservatorio sul precariato che Uil del Lazio
e l’istituto di ricerca Eures hanno attivato per monitorare il mercato del
lavoro regionale. A preoccupare non c’è soltanto la flessione, spia di una
tendenza ormai radicata da decenni in questa provincia. Ad allarmare il
sindacato è anche la continua tendenza alla precarizzazione.
Dai numeri dell’osservatorio emerge chiaramente che l’ingresso nel mondo
del lavoro per le ragazze e i ragazzi reatini sotto i trent’anni si
caratterizza per gli altissimi livelli di precarietà. Se da gennaio a
giugno del 2022 i contratti a tempo indeterminato erano stati 272, nel
primo semestre 2023 sono scesi a 161. In discesa anche le attivazioni di
contratti di apprendistato che dalle 341 del primo semestre 2022 passano a
281 nel primo semestre 2023. Crescono (5,9 per cento), al contrario, le
forme contrattuali atipiche: 1.317 attivazioni nei primi sei mesi del 2023,
contro le 1.244 del primo semestre dello scorso anno, che in termini
assoluti significa 73 attivazioni in più.
“L’altra faccia della discontinuità lavorativa – dice Alberto Paolucci,
Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina romana – è la bassa
retribuzione. Non è un caso che gli under 30 percepiscono mediamente in un
anno poco più di 12mila euro, mentre la media di tutte le lavoratrici e i
lavoratori del territorio si attesta a 17.690 euro”. Tutto torna
tragicamente, perché la discontinuità lavorativa ha spinto i ragazzi e le
ragazze di questo territorio ad avere soltanto 190 giornate retribuite,
valore che invece complessivamente sale a 230 giornate retribuite.
Per valutare compiutamente gli effetti della precarietà sui giovani,
l’Osservatorio Uil Eures prende in considerazione il quinquennio dal 2018
al 2022. E da questa prospettiva la folle predilezione per l’attivazione
dei contratti atipici tra i giovani è spiccata: dal 68,9 per cento (2.960
contratti) del totale nel 2018 al 72,6 per cento delle attivazioni (3.004
unità) nel 2022. Ma non è tutto. Nel quinquennio i contratti
complessivamente attivati sono aumentati dell’11,4% (+1.354 unità in valori
assoluti), ma tra i giovani abbiamo osservato invece una flessione del 3,6%
(meno 156 in termini assoluti), con i tempi indeterminati in diminuzione
del 36,1 per cento, cui corrispondo meno 266 in valori assoluti, flessione
cui non riesce a supplire l’incremento né delle attivazioni di
apprendistato (+11,1%; +66 unità in valori assoluti) né di quelle atipiche
(+1,5%; +24 contratti in termini assoluti).
“Tutto ciò sotto il profilo sociale si traduce in una crescente pressione
sulle fasce più giovani che restano le più vulnerabili con orizzonti e
aspettative tarpate da un sistema perverso – conclude Paolucci – mentre
sotto il profilo della competitività comporta una preventiva rinuncia alla
valorizzazione e al contributo di innovazione e competenze che le nuove
generazioni sono in grado di fornire”.