
(AGENPARL) – lun 04 dicembre 2023 GROSSETO – È stato un successo il Christmas Fashion Marathon, il pomeriggio
organizzato alla Sala Eden, di Grosseto.
Un’esperienza dedicata a promuovere le attività locali di Grosseto,
ristabilendo il contatto autentico tra cliente e negoziante, con il
Patrocinio del Comune di Grosseto.
Modelle professioniste hanno sfoggiato, con eleganza e stile, una selezione
esclusiva di prodotti e servizi provenienti dai negozi aderenti. È stata
un’occasione unica per celebrare l’impegno e la passione dei nostri
commercianti locali, dalle ultime tendenze alle creazioni artigianali
uniche l’occasione per scoprire il meglio che Grosseto ha da offrire.
La banca Bper ha deciso di sostenere l’iniziativa come sponsor finanziario.
Fismo Confesercenti Grosseto, che rappresenta le piccole e medie aziende
che si occupano della distribuzione al dettaglio di articoli di
abbigliamento, tessile, calzature, pelletteria e accessori moda, ha
collaborato alla realizzazione dell’evento.
Nella nostra provincia la presidente di categoria è Francesca Verdi,
titolare dell’attività Scampoli & Merceria di Grosseto, ed impegnata
nell’organizzazione di tale evento in collaborazione con l’agenzia di moda
e spettacolo Arte & Moda, oltre l’Accademia Nouvelle Estetique, il Centro
Formazione Moda, Associazione Le Mura e Officina Idee.
In un mondo ormai in rapidissimo movimento ci si scorda spesso di quanto la
nostra fretta possa avere effetti negativi sull’ambiente. Uno dei settori
che maggiormente incidono sull’inquinamento dato dalla rapidità di
produzione, è quello dell’industria tessile fornitrice delle catene di fast
fashion, che da sola produce ben il 10% dei gas serra, e riferendosi anche
agli acquisti on-line e quindi all’aumento dei trasporti, il solo commercio
tessile produce all’incirca 270 kg di emissioni di CO2 per ogni singolo
abitante dell’UE. Un’altra aggravante è certamente il bassissimo tempo di
consumo dei capi, che tra il 2000 e il 2015 è diminuito del 36%, mentre la
produzione è addirittura raddoppiata. Il movimento che promuove la moda
sostenibile si trova, quindi, davanti ad una sfida particolarmente ardua.
Una delle argomentazioni principali a favore dello slow fashion, ovvero
della moda durevole, proposta dal piccolo commercio delle nostre città, che
valorizza principalmente il Made in Italy, in antitesi al fast fashion, è
stata quella di favorire la moda sostenibile, ma a contrastare la tendenza
green del comparto, c’è però la cultura del fast fashion, dei brand
esageratamente economici e dello shopping on-line: con ritmi di produzione
insostenibili, un ricambio dei modelli estremamente elevato e da una bassa
qualità dei tessuti, che porta i prodotti ad avere un ciclo di vita
brevissimo, inoltre, per abbassare i costi, le aziende non rimettono quasi
mai in commercio i capi resi, ma li mandano direttamente alla discarica.
Altro fattore preoccupante è l’altissimo tasso di produzione di sostanze
chimiche dannose e inquinanti per acque e terreni che ne vengono in
contatto, come anche l’enorme dispersione di microplastiche nell’ambiente.
La battaglia del sindacato Fismo Confesercenti, a favore del piccolo
commercio della moda, è pertanto una battaglia a favore di noi tutti.