
(AGENPARL) – ven 01 dicembre 2023 *ACQUE PROFONDE | Scoperti giacimenti profondi d’acqua potenzialmente
potabile nella Sicilia meridionale*
*La possibilità di utilizzare risorse idriche profonde può mitigare la
crescente*
*carenza d’acqua*
* [Roma, 1° dicembre 2023]*
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Malta, dell’Istituto Nazionale
di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Università Roma Tre ha
recentemente pubblicato uno studio scientifico di grande rilevanza sulla
prestigiosa rivista ‘Communications Earth & Environment’ di Nature
Portfolio.
L’articolo, intitolato* “Extensive freshened groundwater resources emplaced
during the Messinian sea-level drawdown in southern Sicily, Italy,*” rivela
la *presenza di risorse idriche sotterranee senza precedenti* nella
Formazione di Gela, una piattaforma carbonatica Triassica *nel sottosuolo
della Sicilia meridionale*.
*”Le risorse idriche sotterranee profonde in tutto il mondo rappresentano
un’importante fonte potenziale di acqua non convenzionale, che possono
supportare le crescenti necessità, legate anche alla crescita demografica
globale*”, afferma Lorenzo Lipparini, ricercatore dell’INGV – Università di
Malta, professore dell’Università Roma Tre e primo autore dello studio,
insieme a Damiano Chiacchieri, assegnista INGV e dottorando dell’Università
Roma Tre, Roberto Bencini collaboratore dell’Università di Bologna e Aaron
Micallef, professore dell’Università di Malta.
“*Qui documentiamo un esteso corpo idrico sotterraneo di acque dolci e
salmastre conservato in un acquifero profondo tra i 700 e i 2500 metri di
profondità al di sotto dei Monti Iblei, nella Sicilia meridionale”.*
La scoperta di questo vasto accumulo d’acqua è il *risultato di un
approccio innovativo che combina l’analisi di pozzi petroliferi* profondi *con
*avanzate *tecniche di modellazione tridimensionale del sottosuolo*.
“*Abbiamo attribuito la distribuzione di questo accumulo di acque fossili a
un meccanismo di ricarica meteorica guidato dall’abbassamento del livello
del mare nel Messiniano*” continua Lipparini. “*Abbiamo ricostruito che
questo abbassamento del livello del mare, avvenuto circa 6 milioni di anni
fa, ha raggiunto i 2400 metri sotto l’attuale livello del mare nel bacino
del Mediterraneo orientale, creando le condizioni favorevoli
all’infiltrazione di acque meteoriche e all’accumulo e conservazione di
questa preziosa risorsa idrica nel sottosuolo*”.
“*Queste acque addolcite potrebbero avere utilizzi diversificati, dalla
potabilità all’utilizzo per scopi industriali e agricoli,** aprendo così
nuove prospettive per la Sicilia meridionale e altre regioni costiere del
Mediterraneo*”, sottolinea il ricercatore INGV.
“*Questo** approccio innovativo potrebbe, infatti, essere esteso ad altre
aree dell’Italia e del Mediterraneo caratterizzate dalla carenza idrica e