
(AGENPARL) – lun 20 novembre 2023 [image: logo.jpg]
20 novembre 2023
*ORA CHE LO SO. IL CELLULARE PUÒ ASPETTARE*
* Per la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, **una
campagna di sensibilizzazione contro l’uso degli schermi digitali sotto i 2
anni*
Sono passati oltre 30 anni dall’adozione, il *20 novembre nel 1989, della
Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza**, *ratificata
dall’Italia il 27 maggio 1991, che per la prima volta ha riconosciuto i
*bambini *come *aventi diritti* civili, sociali, politici, culturali ed
economici.
*54 articoli che poggiano su quattro principi fondamentali:*
*1. **Il diritto alla parità di trattamento*
*Nessun bambino deve essere discriminato a causa del sesso, dell’origine,
della cittadinanza, della lingua, della religione, del colore della pelle,
di una disabilità o delle sue opinioni politiche.*
*2. **Il diritto alla salvaguardia del benessere*
*Quando occorre prendere decisioni che possono avere ripercussioni
sull’infanzia, il benessere dei bambini è prioritario. Ciò vale in seno a
una famiglia tanto quanto a livello statale.*
*3. **Il diritto alla vita e allo sviluppo*
*Ogni bambino deve avere accesso all’assistenza medica, poter andare a
scuola, ed essere protetto da abusi e sfruttamento.*
*4. **Il diritto all’ascolto e alla partecipazione*
*Tutti i bambini, in quanto persone a pieno titolo, devono essere presi sul
serio e rispettati. Ciò significa anche informarli in modo conforme alla
loro età e coinvolgerli nelle decisioni.*
Parlare oggi di diritti dei bambini e delle bambine è importante, non solo
perché in Italia, *negli ultimi 10 anni*, si è assistito ad un *crollo
demografico costante*, passando dai 500mila nati all’anno, al record
negativo del 2022, con 390mila nascite a fronte di 700mila decessi (dati
Istat); ma anche perché, nello stesso periodo, *il tasso di minori in
povertà assoluta è quasi triplicato*, raggiungendo il picco del 14,2%
(quasi 1,4 milioni di minori), situazione che ha prodotto con un forte
impatto anche sui percorsi.
In questo quadro, si inserisce un nuovo tema, forse una nuova emergenza,
legata alle *tecnologie digitali* che, pur rappresentando una parte
integrante dei processi di comunicazione, relazione e apprendimento di
bambini, bambine e adolescenti soprattutto durante l’emergenza
pandemica, *svelano
dei contorni di pericolosità legati al loro errato utilizzo o addirittura
abuso*.
Proprio su questo aspetto si è concentrata l’iniziativa dedicata al 20
novembre 2023, realizzata dall’*Assessorato all’Istruzione del Comune di
Bergamo *in collaborazione con *ATS Bergamo*, *Pediatri di famiglia Bergamo*,
*Garante per i diritti dell’infanzia e adolescenza del Comune di
Bergamo*, *Associazione
Parole O_Stili*, e con la partecipazione di *SpazioUau*, consulting company
di Trieste specializzata nei servizi di comunicazione, marketing e sviluppo
digitale, che ha ideato la campagna online e offline.
Oggetto della campagna è la *sensibilizzazione degli adulti sugli effetti
dannosi dell’utilizzo del cellulare da parte dei bambini sotto i 2 anni di
vita*.
Con lo slogan “*Ora che lo so*” /oracheloso.bergamo.it
, e attraverso una creatività multi
soggetto, viene posta l’attenzione su comportamenti comuni che spesso gli
adulti mettono in campo nella relazione con i bambini, sulle conseguenze
negative che quei gesti comportano, sulle consapevolezze che dovrebbero
nascere una volta conosciuti i rischi e i possibili disturbi derivanti dall’uso
disinvolto dei device.
Alcuni esempi
*La cena con gli amici*, *il viaggio in auto o quel programma in tv che ci
piace tanto*
A quale genitore non è capitato di utilizzare lo smartphone come un
babysitter moderno? Perchè in fondo aiuta a “tranquillizzare” i nostri
bambini e le nostre bambine.
Ma è davvero così? *58,1% è la percentuale italiana di bambini e bambine,
tra gli 11 e i 15 mesi, che usano computer, tablet o smartphone.* Un uso
precoce di dispositivi digitali contribuisce allo sviluppo di abitudini
stimolo-risposta che compromettono la capacità di concentrazione e
pazienza, alterando l’organizzazione della conoscenza e influendo
negativamente sulle aree cruciali per lo sviluppo del linguaggio.
*Ora che lo so*, non ricorro a smartphone o tablet per superare il momento
di difficoltà e da genitore sarò un supporto sicuro per fare esperienza con
cibo e sapori.
Oppure
*L’allattamento, la ninna nanna per addormentarli, il momento della pappa*
Sono tutte occasioni per ottimizzare i tempi e fare quella chiamata
rimandata da giorni o guardare quel video che hanno condiviso nella chat
dei colleghi. Perché in fondo così non perdo ulteriore tempo prezioso.
Ma è davvero così? L’interruzione di una connessione tra bambini e
genitori, persino con *una telefonata di 30 secondi, può interferire con la
funzione di rispecchiamento relazionale, influenzando così l’acquisizione
dell’autoregolazione emotiva*. In pratica, quando il bambino non ha una
figura di riferimento a cui guardare per capire il mondo, può sviluppare
una visione negativa degli eventi che gli si verificano intorno.
*Ora che lo so, s*ono consapevole che il mio sguardo attivo e reattivo è
importante per la sua crescita. Per questo disattivo le notifiche del mio
smartphone, così da potermi dedicare appieno al mio ruolo di genitore.
L’allattamento è un momento fondamentale di relazione, evito di utilizzare
schermi come tv, smartphone e tablet per intrattenermi. Preferisco la
connessione tra noi due, occhi negli occhi.
*“La campagna di comunicazione ‘Ora che lo so’ è nata da una duplice
preoccupazione e sollecitazione.*
*Da un lato, il lavoro che da diversi mesi i Servizi per l’Infanzia del
Comune stanno svolgendo, sul tema dell’utilizzo del digitale, attraverso
colloqui con i genitori di bambini e bambine piccolissimi che frequentano i
nostri nidi e i corsi per neo genitori. Da questi incontri è emersa una
scarsa o nulla consapevolezza di quanto l’uso di schermi nei bambini sotto
i due anni possa essere dannoso, o limitante, le possibilità di corretto
sviluppo psicofisico, in particolare neurologico.*
*Dall’altro, la sollecitazione dei pediatri di base che, in un tavolo di
confronto, hanno portato alla nostra attenzione l’atteggiamento di stupore
dei genitori di fronte alla loro indicazione di divieto o forte limitazione
dell’uso di device con i figli.*
*Da queste considerazioni è nata la campagna focalizzata su tre filoni
tematici: il possibile danno neurologico e cognitivo; quello psicologico e
relazionale; quello motorio e posturale, con possibili conseguenze anche
per la vista. Questi tre ambiti di rischio per i bambini sotto i due anni
sono il focus della comunicazione che, oltre a rappresentare il danno,
offre una proposta di riflessione sull’adozione di comportamenti coerenti a
partire dall’utilizzo dello sguardo, delle parole, della lettura, fino alla
costruzione di una relazione positiva con l’ambiente intorno.*
*Da persona convinta dell’importanza dell’uso del digitale e delle
competenze digitali nella relazione con gli altri e nel lavoro, ritengo
però necessario sottolineare quanto sia necessario tenere in considerazione
il fattore età: sotto i due anni di vita gli schermi fanno male.” **Loredana
Poli*, Assessora all’Istruzione
*“Sul tema del digitale sono molti anni che facciamo incontri con le
famiglie; c’è molta sensibilità ed interesse e a volte anche confusione.
Non vogliamo sembrare fuori dal tempo, demonizzando il digitale ma ci
sembra fondamentale essere capaci di portare riflessioni. *
*La situazione sta diventando davvero troppo pericolosa, noi vediamo che il
cellulare spesso è la prima e unica risposta e tutto quello che è relazione
passa in secondo piano.*
*È l’adulto che prima di tutto deve crederci e informarsi e rispondere alle
domande dei più piccoli in modo adeguato, per evitare così la funzione di
baby sitter o calmante che gli schermi esercitano, è sempre l’adulto che
invita i bambini e le bambine a svolgere attività alternative e creative
che permetteranno di escludere i dispositivi mobili a cena o durante i
momenti in famiglia e che, infine, sceglie di aprire e chiudere i canali
social per regolare i flussi comunicativi e aprire quelli del cuore e dello
stare insieme.” **Livia Cosmai*, Responsabile Servizi per l’infanzia del
Comune di Bergamo
“*Le abitudini delle famiglie italiane parlano chiaro: il 26% dei genitori
fa usare** autonomamente lo smartphone a bambini e bambine sotto i due
anni, mentre il 35% delega ai dispositivi il compito, ad esempio, della
lettura delle fiabe. Con Parole O_stili lo diciamo sempre: la Rete può
essere un posto bellissimo, ma da una certa età, nei giusti tempi e con i
giusti equilibri. Altrimenti “fa male”! Lavorare come adulti su questa
consapevolezza è il regalo più bello che possiamo fare ai più piccoli: ci
saranno più tempo per le coccole, per i momenti di gioco e – come dice il
principio 5 del manifesto dedicato ai bimbi – per “abbracciarsi con le
parole*” *Rosy Russo*, Founder di SpazioUau e Presidente di Parole O_Stili.
“*Nella vita di tutti i giorni, capita di vedere gli adulti che lasciano
guardare il cellulare ai bambini, anche molto piccoli, alcune volte per
periodi prolungati. Senza ovviamente colpevolizzare, quei bambini sono
sicuramente dei nativi digitali, ma la tenera età non è quella idonea per
l’esposizione agli schermi dei cellulari ed è nostro dovere, in primis da
parte di ATS Bergamo quale Ente programmatore delle politiche di Regione
Lombardia sul territorio di competenza, farsi carico di una corretta
informazione nei confronti delle famiglie e di tutti coloro che si
interfacciano giornalmente coi più piccoli. In questo senso, condividiamo i
contenuti di questa iniziativa e ne favoriamo la diffusione, per una sempre
maggiore consapevolezza su temi che, se intercettati precocemente, non
diventeranno disturbi o patologie un domani.” **Massimo Giupponi*,
Direttore generale ATS Bergamo
“*Nella mia attività quotidiana di pediatra di famiglia, a diretto contatto
con i genitori e i loro bambini dalla nascita, mi rendo conto della
mancanza di consapevolezza riguardo ai danni che l’utilizzo degli schermi
provoca nei primi mesi e anni di vita. Tutte le organizzazioni che si
occupano di salute del bambino (tra cui cito a titolo di esempio
l’Accademia Americana di Pediatria, la Società Italiana di Pediatria,
l’Istituto Superiore di Sanità) sono unanimi nel raccomandare di NON
esporre i bambini agli schermi nei primi 2 anni di vita poiché in questa
delicata fascia d’età (i famosi “primi 1000 giorni” di vita) creano danni
al loro sviluppo globale senza fornire benefici.*
*Il tempo del bambino piccolo è un tempo prezioso per il suo sviluppo. E’
importante che i neo genitori sappiano che lo schermo interferisce e toglie
tempo a ciò che è indispensabile per la crescita del loro bambino. E cosa è
indispensabile per un bambino piccolo? Innanzitutto ricevere uno sguardo
attento, amorevole, dedicato, non distratto, tramite il quale può crearsi
quell’’attaccamento sicuro’ che è la base di ogni evoluzione.*
*In secondo luogo ha bisogno di esperienze vere (motorie, sensoriali,
emotive, relazionali) che si fanno nella semplicità della vita reale:
l’allattamento, il gioco, la passeggiata all’aperto, il momento del pasto,
i contatti con gli altri, l’espressione e la gestione delle emozioni, le
cose “che capitano”. Queste esperienze vengono perse o impoverite dagli
schermi usati dagli adulti o dai bambini stessi*.” *Chiara Zanolini*,
Pediatra di famiglia a Bergamo
“*La tutela del minore, in questo caso dei bambini sotto i 2-3 anni di
vita, prevede anche di occuparsi dei rischi che i piccoli corrono per
l’esposizione precoce a tablet e cellulari. L’aspetto del raggiungimento
dei traguardi di crescita del neuro sviluppo viene compromesso specie nella
mancanza di occasioni di interazione e di gioco tra genitore e bambino
quando il primo è occupato a chattare o addirittura quando il secondo usa
il cellulare direttamente.*
* La genitorialità responsiva è ovviamente molto compromessa dall’abuso del
cellulare e questo tema è importante per chi come me vuole garantire il
diritto dei bambini a uno sviluppo neuro evolutivo al massimo potenziale
possibile*” *Leonello Venturelli, *Garante per i diritti l’infanzia e
dell’adolescenza del Comune di Bergamo
*La campagna è in alcuni spazi affissioni della città, oltre che online su
oracheloso.bergamo.it e su
bambiniegenitori.bergamo.it *
* In allegato i manifesti della campagna e una locandina in distribuzione
negli studi dei pediatri di base della città*
*Fabrizia Lorusso*