
(AGENPARL) – lun 20 novembre 2023 migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 1
PRESENTAZIONE
lla fine del 2012, nell’ottica di adempiere al meglio la
missione di una pastorale dei Migranti affidatami dalla
Conferenza Episcopale Toscana, ho sentito l’esigenza, con
la Commissione regionale Migrantes, l’incaricato padre Stefano Messina OMI e il Centro Internazionale Studenti La Pira,
di proporre alle altre commissioni della CET, ai direttori diocesani e agli operatori impegnati per conto delle Chiese locali nei confronti dei migranti, un percorso condiviso che
conciliasse l’opportunità di una maggiore conoscenza, formazione e l’utilità di delineare alcune prospettive d’indirizzo. Un percorso che consentisse di approdare così
all’elaborazione di un documento, che permettesse da un
lato di contribuire al cambiamento culturale nei confronti
dell’immigrazione, dall’altro di avviare un dialogo più profondo e costruttivo con importanti realtà e istituzioni toscane che in questi anni hanno contribuito a elaborare
buone prassi nel settore dell’accoglienza, della didattica e
dell’apprendimento della lingua italiana.
Il convegno tenutosi il 21 Novembre 2013 nell’Università per
stranieri di Siena, la quale ha condiviso non solo la proposta,
ma tutto il percorso, è stato articolato attraverso la condivisione di aspettative e contributi in spirito collaborativo tra
le commissioni regionali Migrantes, Famiglia, Missio, Giovani, Lavoro e Caritas, l’Università per stranieri di Siena ed
il Centro Internazionale Studenti “Giorgio La Pira” e ha portato alle redazione della “Carta di Siena”. L’iniziativa ha
permesso di dibattere sui temi della Carta inerenti la Citta1
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 2
dinanza, l’integrazione linguistica e culturale, il lavoro, e
consentito di evidenziare tanto gli ostacoli, soprattutto normativi, quanto le possibili soluzioni atte a superare atteggiamenti più o meno ostili e di velato sfruttamento,
essenziali ai fini dell’evangelizzazione, come altresì di riflettere sulle politiche locali e nazionali da attuare e sugli
indirizzi didattici da seguire.
Abbiamo avuto modo di registrare l’emergere di centinaia di
esperienze di dialogo e integrazione, di incontri interreligiosi, una volta patrimonio di pochi ma che oggi coinvolgono
sempre un maggior numero di persone. Denunciamo tuttavia
come, sebbene si moltiplichino le esperienze di integrazione
scolastica e di affermazione professionale, manchi ancora
un rinnovato senso di cittadinanza inclusiva, piuttosto che
esclusiva, come dimostrano reiterati fenomeni di razzismo
nello sport e segregazioni in ambito lavorativo. Questi argomenti, oltre a richiedere una ripresa dell’elaborazione
culturale e sociale, aspettano nuove norme e un nuovo approccio religioso e civile, affinché l’impegno di ciascuno di
noi renda migliore il nostro comune domani.
Il nostro impegno trova slancio e legittimazione nelle parole
che Sua Santità Papa Francesco ha pronunciato, lo scorso 19
Maggio, proprio alla nostra Conferenza Episcopale:“la scialuppa che si deve calare è l’abbraccio accogliente ai migranti: fuggono dall’intolleranza, dalla persecuzione, dalla
mancanza di futuro. Nessuno volga lo sguardo altrove. La
carità, che ci è testimoniata dalla generosità di tanta
gente, è il nostro modo di vivere e di interpretare la vita:
in forza di questo dinamismo, il Vangelo continuerà a diffondersi per attrazione”. Nella speranza che le pagine se2
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 3
guenti possano offrire chiavi di lettura e spunti atti a costruire nuove modalità per una pastorale ed una cittadinanza in grado di cogliere i segni dei tempi, rinnovo il mio
più caloroso ringraziamento a quanti hanno permesso la realizzazione di questo percorso condiviso e l’aprirsi delle prospettive nelle Chiese locali che da questo potranno
scaturire.
Franco Agostinelli
Vescovo di Prato
Delegato Migrantes
Conferenza Episcopale Toscana
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 4
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 5
LA CITTÀ DEL NOI
ra le mani ci è consegnata la ‘Carta di Siena’. E’ una Carta
nata in una città e per le città. E’ il frutto di un percorso
di studio, di confronto personale e istituzionale, ma anche di
cammini esperienziali nelle città della Toscana, dove vive la
Chiesa e in essa operano le Migrantes. Usciamo da una tornata
elettorale che ha profondamente segnato il progetto europeo
di ‘casa comune’, ma anche ha indebolito i percorsi di integrazione europea. Proprio per questo, la Carta di Siena è
quanto mai attuale e può costituire uno strumento per camminare insieme nelle città, perché esclusione, discriminazione cedano il posto all’incontro e alla conoscenza, al
rispetto della dignità di ogni persona. Per costruire un’Europa
‘casa comune’ occorre partire da una città ‘casa comune’,
dove la cultura del noi, il senso della comunità e del bene comune precedono la cultura dell’io, l’idea di proprietà. Ci
aiuta ad andare in questa direzione anche Papa Francesco,
che in un suo intervento a Buenos Aires del 25 agosto 2011,
dal titolo ‘Dio nella città’, diceva: “Il nostro Dio che vive
nella città – nella cui vita quotidiana si coinvolge – non discrimina né relativizza. La sua verità è quella dell’incontro
che scopre volti, e ogni volto è unico. Includere persone con
volti e nomi propri non implica relativizzare valori né giustificare antivalori; al contrario, non discriminare e non relativizzare implica avere la fortezza per accompagnare i
processi e la pazienza del fermento che aiuta a crescere. La
verità che accompagna è quella che mostra percorsi futuri
più che giudicare le chiusure del passato”. Occorre costruire
una nuova relazione diffusa e intelligente, con un’attenzione
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 6
preferenziale ai più deboli, con un orecchio alle “attese della
povera gente” (Giorgio La Pira): di chi arriva e rimane ai margini della città; di chi è espulso dalla città, di chi è solo tra
le case, di chi abbandona la scuola, di chi ha paura – sia in
senso fisico che psichico; di chi non ha famiglia, di chi perde
il lavoro o coniuga con il lavoro tempi di attesa, di chi lavora
irregolarmente ed è schiavo di nuovi meccanismi di caporalato o d’impresa o d’agenzia … Non è sufficiente identificare,
conoscere, occorre incontrare e accompagnare per costruire
una relazione costruttiva e risolutiva (in termini di promozione, libertà, protezione …). Solo l’incontro aiuta a costruire
relazioni che vincono la paura, aprono al confronto, invitano
al dialogo. La città cresce nella misura in cui riconosce le persone che nascono, crescono e vivono in città. Città e cittadinanza camminano insieme. Talora l’estraneità dalla città
porta a non considerare importante un luogo diffuso di responsabilità da far crescere, quale è la cittadinanza e il suo
esercizio. Si assiste così da una parte alla caduta di partecipazione a diversi livelli: decreti delegati scolastici, associazionismo, sindacato, partiti; dall’altra al tentativo di rendere
esclusiva e non inclusiva la cittadinanza, lasciando fuori dalla
città persone che provengono da Paesi differenti o di popoli
e minoranze. La cittadinanza è un segno che aiuta a riconoscere la città che cambia. Allargare la cittadinanza è una
scelta che indica allargare la partecipazione, la responsabilità
sociale e la partecipazione dei cittadini immigrati, considerando la cittadinanza come ‘dono’, primo segno di accoglienza di una vita che nasce, luogo di tutela dei diritti, come
luogo di riconoscimento, come compito. Nelle nostre città
non solo possono e debbono convivere lingue plurime, ma
anche cittadinanze plurime, che non relativizzano il senso e
il valore della lingua e della cittadinanza in un Paese, anzi la
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 7
rafforzano. La Carta di Siena desidera essere uno strumento
comune che aiuta a far crescere rispetto, condivisione, partecipazione: a far crescere la città del ‘noi’: aiuta a preparare il futuro.
Mons. Gian Carlo Perego
Direttore generale Migrantes
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 8
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 9
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 10
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 11
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 12
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 13
LA CARTA DI SIENA
Aula Magna Università per Stranieri di Siena
giovedì 21 novembre 2013
09.00
ARRIVI E ACCOGLIENZA
09.15
SALUTI DELLE AUTORITÀ
Mons. Antonio Buoncristiani Arcivescovo di Siena
Mons. Franco Agostinelli Vescovo di Prato, Delegato Migrantes per la CET
Renato Saccone Prefetto di Siena
Simone Bezzini Presidente Provincia di Siena
Bruno Valentini Sindaco di Siena
COORDINA
Maurizio Certini Direttore Centro Internazionale
Studenti Giorgio La Pira
09.45
RELAZIONI INTRODUTTIVE
Mons. Giancarlo Perego
Direttore della Fondazione Migrantes
“Per una città e una Chiesa diverse”
10.10
Massimo Vedovelli Università per Stranieri di Siena
“La Carta di Siena: lingua, cittadinanza, migrazioni in Italia”
1° Tavola rotonda: Diritto di cittadinanza e prima
formazione
10.40
Maurizio Certini Direttore Centro Internazionale
Studenti Giorgio La Pira (Discussant)
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 14
10.55
Ugo De Siervo Presidente Emerito Corte Costituzionale
“Sollecitazioni e spazi normativi possibili per
l’adempimento di un processo di piena integrazione in termini di cittadinanza; IUS SOLI”
11.25
Giuseppe Milan Ordinario di Pedagogia Interculturale Università di Padova
“La Via italiana per la scuola interculturale”
11.55
Esperienza sul campo: “Esperienza, modelli e limiti dell’insegnamento della lingua italiana ai
nuovi cittadini”
Edoardo Masciello Coordinatore didattico presso il
Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira
12.15
DIALOGO CON I PARTECIPANTI
13.00
PAUSA PRANZO
Esposizione pannelli sull’emigrazione italiana, proposta dalla Fondazione Paolo Cresci del Museo
dell’emigrazione italiana di Lucca
2° Tavola Rotonda: Università, relazioni internazionali e accessibilità al lavoro
COORDINA
Sara Vatteroni Migrantes Massa Carrara
14.30
Giovanni Lattarulo Regione Toscana, Resp. Settore
Immigrazione (Discussant)
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 15
14.45
Savino Pezzotta Presidente del Consiglio Italiano
per i Rifugiati
15.15
Pasquale Ferrara Segretario generale dell’Università Europea
15.45
Esperienza sul campo: “Lavorare da ‘straniero’,
quali ostacoli o aiuti?”
Jean Claude Mbede Fouda Direttore di All-TV
16.00
DIALOGO CON I PARTECIPANTI
CONCLUSIONI
Mons. Giancarlo Perego
Delegato della Ministra per l’integrazione e le Politiche Giovanili Cécile Kashetu Kyenge
Contributi e spunti arricchiranno la Carta di Siena, documento
col quale il convegno sintetizzerà le proposte emerse con lo
sguardo al futuro e alle sfide nuove che la storia pone all’umanità.
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 16
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 17
Siena, 21 novembre 2013
CARTA DI SIENA
Chiesa e Istituzioni per una città
dell’integrazione, oltre l’emergenza
Cor magis tibi Sena pandit
“Ancor più [delle sue porte] Siena ti apre il suo cuore”1
l fenomeno della globalizzazione unisce e dilata i confini
del Pianeta, invitandoci a ripensare i nostri rapporti di convivenza. Siamo o non siamo infatti consapevoli che esso sta
diventando per tutti un mondo comune da custodire, una
“Terra/Patria”2 Ci rendiamo conto della complementarietà e
reciprocità che ci costituisce tutti parte di una umanità comune, al punto di poter affermare: “Intellettualmente e materialmente l’altro è per ciascuno di noi condizione di vita”3.
L’unità del genere umano è un punto di riferimento cruciale
dell’insegnamento cattolico. Una delle espressioni più chiare
di tale convincimento la si trova all’inizio della dichiarazione
conciliare Nostra Aetate:
Infatti tutti i popoli costituiscono una sola comunità
hanno una sola origine, perché Dio ha fatto abitare
Iscrizione sulla Porta Camollìa, Siena, 1604.
Cfr., E. Morin, A. B. Kern, Terra–Patria, Raffaello Cortina, Milano, 1994
Cfr., G. Gusdorf, Filosofia del linguaggio, Città Nuova, Roma, 1970
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 18
l’intero genere umano su tutta la faccia della terra
(cf At 17,26); essi hanno anche un fine ultimo, Dio, la
cui provvidenza, testimonianza di bontà e disegno di
salvezza si estendono a tutti (cf Sap 8,1; At 14,17;
Rm 2,6s; 1Tm 2,4).
Questo ci invita a ripensare i rapporti interpersonali, superando pregiudizi antichi e mettendo in pratica una nuova relazione di fraternità. Si comprende perciò l’auspicio del Papa
che ci ha indicato anche la direzione: “Superare una cultura
della indifferenza” per orientarci verso “una cultura del dialogo e dell’incontro”.
In questa prospettiva, il fenomeno delle migrazioni è ancora
gravemente trascurato e male interpretato nella nostra società, quando non colpevolmente mal gestito in nome di interessi inspirati da miopi e opportuniste posizioni politiche.
Queste ultime hanno teso a loro volta ad alimentare un circuito mediatico che si è spesso prestato a diffondere un messaggio quantomeno incompleto rispetto alla reale dinamica
del fenomeno.
È obiettivo di questo documento fornire un quadro che orienti
istituzioni ecclesiali e civili ad agire, sulla base rispettivamente del Magistero della Chiesa e della Costituzione italiana, giacché essi ritengono, entrambi, fondanti la centralità
della persona umana, dei diritti alla vita, alla libertà, alla
giustizia, al lavoro, allo studio, alla partecipazione responsabile, alla pace, insieme alle responsabilità individuali e collettive richieste da quella complementarità e reciprocità che,
come si diceva, ci costituisce umanità.
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 19
1. La Carta: da chi è sottoscritta
La Carta di Siena – Chiesa e Istituzioni per una città dell’integrazione, oltre l’emergenza è la prima stesura di un documento frutto di un percorso condiviso di riflessione di cui sono
protagoniste varie istituzioni che, a diversi livelli e nel rispetto delle rispettive missioni, operano in Toscana a contatto con i migranti. La portata dei temi trattati, le
prospettive utilizzate, le finalità danno alla Carta di Siena il
valore di una proposta che oltrepassa i confini regionali e diviene occasione di riflessione sul piano nazionale.
2. La Carta: a chi si rivolge
La Carta di Siena – Chiesa e Istituzioni per una città dell’integrazione, oltre l’emergenza si rivolge come documento
propositivo e di riflessione a chi è coinvolto nell’accoglienza
delle persone immigrate, a livello istituzionale, ecclesiale,
associativo, personale.
3. La Carta: a quale scopo
La Carta di Siena – Chiesa e Istituzioni per una città dell’integrazione, oltre l’emergenza intende sensibilizzare l’opinione pubblica e la realtà ecclesiale e avanzare proposte alla
politica sui temi di inclusione, integrazione e sviluppo di relazioni sociali armoniose tra “antichi e nuovi” cittadini della
stessa società plurale. La Carta intende sviluppare riflessioni
e proposte per reinventare un’idea di città e di cittadinanza
basata sul dialogo. Il dialogo infatti si instaura fra persone,
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 20
ma necessita degli strumenti che gli esseri umani prioritariamente utilizzano a tal fine: le lingue, i linguaggi, le culture.
La Carta vuole pertanto sollecitare riflessioni e proposte per
una politica linguistica, culturale e sociale che favorisca l’inclusione e l’integrazione, orientando verso relazioni autentiche tutte le persone che vivono in Italia: italiani da più
generazioni, cittadini immigrati o nati in Italia da genitori
stranieri.
4. La Carta: perché Siena
La città di Siena fonda la sua essenza sulla forte sintonia tra
il locale e il globale. Qui il mantenimento dei valori tradizionali del territorio convive con l’apertura verso il mondo globale in un connubio che appare capace di generare
sorprendenti prospettive. Prendendo l’esempio di Siena, si
intende sottolineare il valore della conoscenza di lingue e culture, del contatto fra l’italiano e gli altri idiomi. Nell’attuale
contesto di grave crisi collegata all’indebolirsi dei legami sociali, la città, oggi, è paradigma della condizione dell’intera
Italia che esprime una nuova identità linguistica nazionale attraverso la visibilità e la vitalità delle lingue di cui i migranti
sono portatori.
5. Le migrazioni in Italia
Le proposte della Carta di Siena considerano il contatto linguistico e culturale un valore per la società italiana, frutto
non solo del quadro storico emergenziale dell’immigrazione
degli ultimi trenta anni, quanto della identità nazionale che
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 21
si è costruita tra Ottocento e Novecento attraverso continui
flussi emigratori.
L’Italia è stata ed è ancora Paese di emigrazione; a questa
sua intrinseca identità, storicamente e geograficamente determinata, si sono aggiunti ormai da più di tre decenni i flussi
dei nuovi migranti, che stanno profondamente modificando
la composizione demografica, sociale, linguistica, culturale
della società di accoglienza, con innegabili conseguenze
anche sul piano religioso.
L’emigrazione italiana, da quella storica e di massa successiva
all’unità statale ai ripetuti grandi flussi intranazionali ed extranazionali successivi alla Seconda guerra mondiale, è un
tratto intrinseco della nostra identità nazionale: ne è testimonianza. Essa è stata fattore di sviluppo economico, culturale, linguistico; può diventare fattore di costruzione
dell’identità nazionale nel mondo globale delle infinite migrazioni di genti. A quali condizioni? L’Italia non può dimenticare una parte costitutiva della propria identità rimuovendo
le questioni umane, civili, sociali, economico–produttive, linguistiche dell’immigrazione straniera. Questo fenomeno,
frutto delle dinamiche del mondo globale, costituisce una
frattura, ma anche un elemento di continuità del destino migratorio nazionale.
Rispetto alle tradizionali migrazioni, di cui gli italiani furono
protagonisti, l’immigrazione straniera rappresenta una novità: gli spostamenti umani sono potenzialmente illimitati nel
mondo globale; a questa mobilità universale danno i tratti
specifici delle migrazioni i conflitti e le povertà.
Il rischio che l’Italia corre nei confronti del fenomeno migratorio si presenta in varie forme. Le quali poggiano innanzitutto sul fatto che non lo si vuole riconoscere se non nei
termini dell’emergenza. L’Italia applica infatti al problema
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 22
sin dal suo sorgere, cioè dagli anni Settanta del secolo scorso,
un approccio di “emergenzialità”, i cui risultati negativi sono
davanti agli occhi di tutti e costituiscono del resto uno dei
fattori che spingono alla stesura della presente Carta. A
fronte di più di cinque milioni di immigrati e di più di ottocentomila alunni non italiani presenti nelle scuole, è necessario, al contrario, prendere atto della natura ormai
strutturale del fenomeno, che ha raggiunto una massa critica
demografica; che costituisce una condizione di possibilità per
la ripresa economica e produttiva italiana; che ridisegna profondamente gli assetti culturali, linguistici, sociali di questo
Paese. Di tale strutturalità occorre prendere atto e su di essa
è necessario costruire un progetto di nuovo sviluppo sociale.
Ed è proprio per la sua natura strutturale che il fenomeno migratorio investe, come si accennava, diversi aspetti della vita
civile. Esso riguarda ad esempio la composizione demografica. L’Europa presenta a questo riguardo un panorama diversificato, con i Paesi meridionali più esposti all’impatto dei
migranti in fuga da realtà di conflitto o di grave precarietà;
mentre i “lungosoggiornanti” costituiscono ormai nuclei
spesso omogenei a livello locale; con le seconde generazioni
che vivono le stesse tensioni che ha storicamente sperimentato l’emigrazione italiana nel mondo.
Il fenomeno migratorio riguarda inoltre il mercato del lavoro.
Anche gli immigrati stranieri sono colpiti dalla crisi del nostro sistema economico-produttivo, ma la loro maggiore duttilità ne rende più pronto il reinserimento; è in costante
aumento l’imprenditoria immigrata; i potenziali conflitti sociali derivanti dalla crisi possono coinvolgere in modo deflagrante la disoccupazione immigrata.
Rispetto poi alla condizione socioculturale, scolastica, linguistica, l’immigrazione straniera fa emergere in tutta la sua
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 23
ampiezza il tratto di insicurezza che tocca gli individui e l’intera società italiana e il correlato sfruttamento politico e
mass mediatico della “paura dell’altro”. Solo in parte tali fenomeni appaiono contrastati dal forte impegno del volontariato o dall’azione, a volte eroica, dei singoli cittadini. Anche
la scuola opera ‘in trincea’, con un’abnegazione che mette
ancora una volta in luce la sfasatura fra la politica emanata
dalle norme e la realtà vissuta da coloro che concretamente
sono impegnati nel creare gli strumenti dell’integrazione, del
dialogo, della relazione sociale.
Se dunque le migrazioni vanno interpretate come una questione non emergenziale, ma strutturale della nostra società,
esse ci impongono di ridefinire non solo le politiche migratorie, ma l’intero assetto dei nostri sistemi politici, il modello
sociale, la dimensione culturale della vita civile. Esse non si
limitano a interessare un settore della politica, ma sono destinate a divenire una lente analitica per valutare la stessa
struttura di base delle nostre società. Vanno interpretate infatti come una sfida alla nostra capacità di coniugare il fenomeno della mobilità sociale a livello globale, che la
tecnologia e l’economia rendono ormai ineludibile, con la stabilità che è necessaria a ogni società perché possa esprimere
al meglio le proprie potenzialità.
6. Nuovi spazi linguistici italiani
Osserviamo in particolare che, entro questo quadro, la “questione Lingua” attraversa ogni dimensione del fenomeno migratorio, travalicandone i confini e investendo l’intero
complesso della società italiana, della quale mette in luce i
ritardi, le manchevolezze, le inefficienze.
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 24
La condizione culturale dell’intera società italiana è complessivamente delineata dai risultati della recente ricerca
dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sulle competenze di base: la popolazione italiana figura all’ultimo posto fra i 24 Paesi per quanto riguarda
le capacità di leggere, scrivere, far di conto, lavorare con il
computer. Sono cifre che certificano un disastro e il totale
fallimento delle politiche dell’istruzione e dello sviluppo culturale messe in atto finora. Politiche che si sono mosse entro
un modello ideologico di distruzione dei valori fondanti la civiltà, basati sulla persona, sulla sua crescita culturale, sull’apertura agli altri, sul dialogo.
Anche per quanto concerne la competenza nelle lingue straniere, gli italiani rivelano profonda incertezza, come è posto
in evidenza da varie indagini promosse dalle istituzioni comunitarie su scala europea.
A tali carenze si aggiunge il deficit nella competenza relativa
alla gestione dell’italiano e del generale spazio linguistico
italiano; accentuato peraltro dalla mancanza di un vero ed
esteso sistema di educazione permanente e degli adulti in Italia.
Tale situazione di generale insicurezza linguistica – vero e proprio tratto dell’identità nazionale – ha portato ad atteggiamenti capaci di generare esiti contraddittori. Così, mentre
da un lato registriamo la sovraestensione della questione dell’apprendimento dell’italiano per gli stranieri, è solo con
forte ritardo che si è giunti alla ‘scoperta delle lingue immigrate’ e alla necessità di delineare adeguati quadri di riferimento a livello di modelli di istruzione e di relazione sociale
per la gestione del contatto fra il tradizionale spazio linguistico italiano e le lingue degli altri. D’altra parte, la poca diffusione delle lingue straniere nella società italiana investe
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 25
anche il sistema produttivo, costituendone un limite strutturale in vista di uno sviluppo e di una ripresa economica che
esaltino i processi di internazionalizzazione del sistema e lo
mettano in grado di proporsi negli scenari globali, soprattutto
delle nuove aree in via di sviluppo.
Manca in effetti un progetto di politica linguistica e di politica culturale che includa strutturalmente gli immigrati e si
rivolga a tutti i componenti della società italiana. I nuovi fenomeni di contatto quotidiano fra lingue e culture ridisegnano
lo spazio linguistico–culturale degli individui, sottoposti a inaspettate sollecitazioni provenienti dai nuovi contesti plurilinguistici e multiculturali. Sul piano collettivo, i nuovi
panorami linguistici disegnano spazi in cui lingue e linguaggi
si incontrano come forse mai prima nella storia della nostra
società, proponendo nuove configurazioni dello spazio linguistico–culturale italiano.
Questo nuovo “spazio plurilinguistico” rischia però di diventare un’area conflittuale, in cui una lingua tende a reprime e
annullare le altre. Ciò che occorre è invece proprio il contrario: un universo nel quale si creino nuovi spazi di senso, più
ricchi strumenti comunicativi, di relazione sociale, di sviluppo
umano. È dunque di fondamentale importanza trovare e
“mettere in rete” nuovi metodi e buone prassi che aiutino
nativi e migranti a passare dal multiculturalismo all’interculturalità, promuovendo spazi esistenziali, educativi, lavorativi, “di convivenza” delle diversità che si facciano segno di
nuovi modelli sociali.
La Carta di Siena, a fronte della situazione e delle linee interpretative qui delineate, si rivolge alle istituzioni, alla comunità ecclesiale, alle agenzie formative e del volontariato,
a tutti i cittadini attraverso le proposte che seguono.
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 26
7. Tesi e proposte della Carta di Siena: per una nuova
evangelizzazione
7.1 L’impegno della Comunità Cattolica
La cooperazione delle chiese locali con i mutamenti sociali del
tempo in cui viviamo, tra i quali il fenomeno migratorio, divenuto ormai permanente e strutturale, registra cambiamenti
considerevoli per la compresenza di persone di culture e religioni diverse. All’interno della Chiesa cattolica aumenta numericamente la presenza dei cattolici di madrelingua diversa
e si diversificano le provenienze. La parrocchia, in un contesto plurale e interculturale e nella prospettiva delle unità
pastorali, è chiamata “ad aprirsi, proprio a causa dell’Evangelo, ad una migliore accoglienza dei migranti, anche con iniziative pastorali d’incontro e di dialogo, ma altresì aiutando
i fedeli a superare pregiudizi e prevenzioni”4. Evidenziamo in
questo senso la responsabilità dei missionari/cappellani etnici: spesso i fedeli agiscono e reagiscono secondo l’esempio
dei loro pastori. Questo significa che occorre innanzitutto promuovere l’unità e l’armonia del presbiterio, sotto la guida del
vescovo, in modo da rendere concretamente visibile la cattolicità, cioè l’universalità, della Chiesa. Peraltro la conoscenza della lingua, la promozione di collaborazioni tra presenze missionarie (cappellani etnici) e parrocchie, la
formazione di operatori pastorali laici etnici possono essere
alcuni aspetti da valorizzare.
7.2 L’identità e l’integrazione
“Le migrazioni fanno parte integrante della vita della Chiesa,
Erga migrantes caritas Christi, n. 100.
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 27
ne esprimono bene l’universalità, ne favoriscono la comunione”5 .
Se il rispetto per l’integrità delle culture e dei linguaggi dei
cittadini immigrati è presupposto comune nelle linee guida
per la pratica pastorale della Chiesa, serve un’apertura da
parte sia degli autoctoni sia dei migranti per superare una visione della cultura come statica e data una volta per tutte.
Vivere in un mondo pluralistico e interculturale significa accettare di dare pieno valore alla diversità che vi si trova, essenziale della vita umana stessa, in un’unità che non annulla
mai le differenze che contiene, legittime e fondamentali.
Il tema delle identità è fondamentale in un contesto sociale
“liquido”. Solo se esistono delle identità definite, anche se
plurime, è possibile stabilire delle relazioni sociali stabili.
7.3 Una prospettiva “a misura di famiglia”
La famiglia rimane la struttura più a rischio in una società
sempre più fragile: il percorso migratorio può sottoporla a ulteriori traumi e disagi. Occorre peraltro tenere presente che
i modelli di famiglia rappresentati oggi nelle nostra società
sono talvolta diversi da quelli tradizionali e questo può comportare una differenziazione nella relazione con l’ambiente,
nella composizione delle famiglie stesse e nella comprensione
dei ruoli assunti dagli individui al loro interno. Si rende perciò indispensabile una vera e propria “educazione alla famiglia”, che promuova percorsi di integrazione finalizzati, da
una parte, a eliminare l’isolamento sociale e istituzionale
della famiglia migrante e, dall’altra, al graduale superamento
di pregiudizi e diffidenze reciproci.
Ivi, 2004, n. 97.
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 28
7.4 Rilanciare il principio di Libertà religiosa
Nella nostra società secolarizzata, si rende necessario un
cammino ecumenico di riconoscimento e interesse reciproco:
“I fenomeni della mobilità umana sono come crocicchi in cui
vengono a contatto, talora in modo permanente, varie confessioni e denominazioni cristiane. Il significato e le dimensioni ecumeniche si presentano in tutta la loro portata”
(Chiesa e mobilità umana, 1978)6.
La presenza, sempre più numerosa, anche di immigrati cristiani di varie confessioni ci offre nuove possibilità di vivere
la fraternità ecumenica nella concretezza della vita quotidiana e di realizzare, lontani da facili semplificazioni o da atteggiamenti di proselitismo, una maggiore comprensione
reciproca tra Chiese e Comunità ecclesiali.
Inoltre, come sottolinea la Dichiarazione Nostra Aetate, documento del Concilio vaticano II, occorre che divenga prassi
il dialogo tra persone appartenenti anche a religioni diverse,
riconoscendo a ognuna di esse aspetti importanti da conoscere e valorizzare.
Il tema della preghiera, della carità, del silenzio, della pace
sono alcuni aspetti che accomunano tali religioni e, pur nella
diversità – come ha insegnato il Beato Giovanni Paolo II a partire dall’incontro di Assisi del 1986 – costituiscono valori comuni di riferimento.
I cristiani, come cittadini, sono chiamati a operare perché il
diritto alla libertà religiosa sia riconosciuto a tutti, come del
resto stabilito dagli artt. 8 e 19 della Costituzione italiana.
Permettere la presenza di luoghi di culto delle diverse religioni, rispettarne tempi e modi della preghiera quotidiana,
migrantes:migrantes
22/09/2014
09:33
Pagina 29
valorizzarne le festività, significa esprimere gesti concreti di
integrazione sul piano culturale e sociale, patrimonio acquisito attraverso il percorso che ha condotto all’elaborazione
della Dichiarazione dei diritti dell’uomo ed esplicitato dalla
Dottrina sociale della Chiesa e dai documenti del Concilio vaticano II.
7.5 La Comunione non annulla la diversità
“La Comunione non annulla la diversità e chiama tutti a vivere il proprio impegno da veri protagonisti ma non isolatamente. I campi di applicazione della pastorale d’insieme nel
settore delle migrazioni sono quelli della vita quotidiana delle
nostre comunità: annuncio, catecumenato, catechesi, liturgia, carità, pastorale familiare, giovanile, scolastica, vocazionale, missionaria, ecumenica, del lavoro, del tempo