
(AGENPARL) – gio 16 novembre 2023 Brescia, giovedì 16 novembre 2023
COMUNICATO STAMPA
La 50a Stagione di prosa del
Centro Teatrale Bresciano prosegue con Umberto Orsini diretto da Luca Micheletti in Le memorie di Ivan Karamazovtratto dal romanzo di Dostoevskij.
Due fuoriclasse della scena per un grande classico della letteratura mondiale
Dal 22 al 26 novembre al Teatro Sociale di Brescia
È Umberto Orsini il protagonista del quinto spettacolo della Stagione 2023-2024 del Centro Teatrale Bresciano: Le memorie di Ivan Karamazov, per la regia di Luca Micheletti.
Orsini affronta per la terza volta Ivan Karamazov, il personaggio più complesso, controverso e tormentato creato da Fëdor Dostoevskij. Dopo il fortunato sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi e il recente La leggenda del grande inquisitore, il grande attore torna a confrontarsi con il libero pensatore di San Pietroburgo che, nell’ultimo romanzo dell’autore russo, I fratelli Karamazov, teorizza l’amoralità del mondo.
In scena per la cinquantesima Stagione del Centro Teatrale Bresciano, intitolata Il mondo nuovo, Le memorie di Ivan Karamazov sarà al Teatro Sociale di Brescia (Via Felice Cavallotti, 20) dal 22 al 26 novembre 2023, tutti i giorni alle ore 20.30, la domenica alle ore 15.30.
Lo spettacolo vede la drammaturgia di Umberto Orsini e Luca Micheletti, tratta dal romanzo di Fëdor Dostoevskij, l’interpretazione di Umberto Orsini e la regia di Luca Micheletti; le scene sono di Giacomo Andrico, i costumi di Daniele Gelsi, il suono è di Alessandro Saviozzi e le luci sono di Carlo Pediani; Francesco Martucci è assistente alla regia. Una produzione Compagnia Umberto Orsini.
Nello spettacolo, Ivan parla come un uomo ormai maturo, colpevole e innocente insieme, che sente di non aver esaurito il proprio compito. Percependo il suo personaggio romanzesco troppo limitato per esprimere la complessità del suo pensiero, cerca di chiarire le esatte dinamiche dei “delitti” e dei “castighi”. A distanza di quarant’anni dai fatti raccontati da Dostoevskij, compila le sue memorie e tenta di far luce sui suoi sentimenti, provando a svelarne le implicazioni criminali, come in un thriller psicologico e morale.
Nella ricchezza di un linguaggio penetrante e immediato, e nell’avvicendarsi degli stati psicologici di un personaggio “amletico” e imprendibile, Umberto Orsini è il grande protagonista di un inedito viaggio nell’umana coscienza: una straziata e commovente confessione a tu per tu con se stesso e con i propri fantasmi.
Le memorie di Ivan Karamazov è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Gruppo A2A, Fondazione ASM, Gruppo BCC Agrobresciano e ABP Nocivelli.
Maggiori informazioni:
https://www.centroteatralebresciano.it/spettacoli/2023/le-memorie-di-ivan-karamazov~~~
Per offrire al pubblico un’occasione di approfondimento dello spettacolo, il Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia dedica a Le memorie di Ivan Karamazov l’incontro speciale del ciclo Letteratura&Teatro 2023 – Aspettando I pomeriggi al CTB, che si terrà giovedì 23 novembre alle ore 16.30 presso il Teatro Sociale di Brescia.
Umberto Orsini e Luca Micheletti saranno protagonisti dell’appuntamento intitolato Riscrivere e Interpretare Dostoevskij per il teatro.
L’incontro è a ingresso libero fino esaurimento dei posti disponibili.
Ufficio stampa
Centro Teatrale Bresciano
Veronica Verzeletti
http://www.centroteatralebresciano.it
Le memorie di Ivan Karamazov
drammaturgia di Umberto Orsini e Luca Micheletti
dal romanzo di Fëdor Dostoevskij
con Umberto Orsini
regia Luca Micheletti
scene Giacomo Andrico
costumi Daniele Gelsi
suono Alessandro Saviozzi
luci Carlo Pediani
assistente alla regia Francesco Martucci
produzione Compagnia Umberto Orsini
Le memorie di Ivan Karamazov
Note di Umberto Orsini
Sembra incredibile ma è quasi mezzo secolo che conosco il signor Ivan Karamazov. L’ho incontrato in uno studio televisivo di Via Teulada, a Roma, e da allora ci siamo guardati nello specchio e ci siamo confusi uno nell’altro al punto di identificarci o de-identificarci. L’ho costruito giorno dopo giorno quell’Ivan, gli ho dato un aspetto severo, l’ho fatto diventare biondissimo, quasi albino, gli ho messo un paio di occhialini tondi e dei colletti inamidati di fresco. L’ho difeso da una sceneggiatura che lo penalizzava, battendomi per dare lo spazio adeguato all’importanza del suo “Grande Inquisitore”, inizialmente dato per troppo cerebrale e dunque probabilmente indigesto al grande pubblico. Con lui, specchiandomi in lui, ho trascinato il pubblico ad un ascolto record in una puntata dei I Fratelli Karamazov che lo vedeva impegnato in una discussione sull’esistenza di Dio.
È lì che ci siamo incontrati, negli anni Settanta, e da allora è stato difficile, per chi in quegli anni ha seguito quella trasmissione, separare la sua immagine dalla mia. E, a poco a poco, anch’io mi sono illuso di essere il depositario di quell’immagine, di essere diventato il suo doppio, il suo SOSIA, per dirla col suo autore, il signor Dostoevskij. E, negli anni successivi a quel primo incontro in cui gli avevo prestato le mie sembianze, ho sempre cercato di seguirlo anche fuori dal contesto del romanzo, immaginando per lui una longevità e un finale che il suo autore gli aveva negato. Mi sono dunque preso la libertà di rappresentarlo come un personaggio che resiste nel tempo, e mi sono chiesto, e gli ho fatto chiedere, perché mai l’autore, il suo creatore, lo abbia abbandonato non-finito. E questo non-finito me lo sono trovato tra le mani oggi, come in-finito e dunque meravigliosamente rappresentabile perché immortale e dunque classico.
“La vera vita degli uomini e delle cose comincia soltanto dopo la loro scomparsa…” è una frase di Nathalie Sarraute che ho inserito in questo spettacolo e che, in qualche modo, ne riassume il senso. Sono grato a Luca Micheletti di aver condiviso la mia passione per i temi che lo spettacolo sollecita accarezzando la mia persona con grande cura e protezione. Come si conviene a due vecchi signori: il signor Ivan Karamazov e il sottoscritto.
Ivan e il suo doppio
Note di regia di Luca Micheletti
Il cuore drammaturgico e registico di queste nostre Memorie di Ivan Karamazov è quello d’una sofferta e sibillina riflessione sull’identità. Assumendo il romanzo come nucleo mitologico “a monte”, ci siamo chiesti chi sia Ivan. Un personaggio, d’accordo. Ma anche l’incarnazione romanzesca di un nodo ideologico cruciale e, quindi, un alter ego dell’autore… Ivan è una creatura narrativa che, nonostante le diffuse connotazioni che lo descrivono e le molte pagine che Dostoevskij gli dedica, sfuma nell’imprendibile: è la maschera e il pretesto di logiche segrete, negate. È un protagonista che si sottrae alla centralità, individuo che si rifrange in una pluralità di riflessi cangianti, è un’invenzione sospesa, quasi incompiuta. Identità plurime e osmotiche, cui nel nostro caso se ne affiancano anche altre, di natura metateatrale.
Sì, perché il nostro Ivan è anche un personaggio-ossessione, che accompagna cinquant’anni di carriera di un mirabile “capitan Achab” della nostra scena, un attore che insegue la sua balena enorme e veloce, la arpiona e si lascia trascinare… dapprima in uno sceneggiato-feticcio che la RAI manda in onda nel 1969, poi in diverse incursioni sottotraccia che sfociano in uno spettacolo sul solo “Grande Inquisitore” di un decennio fa, e ora in questo confronto a tu per tu con l’intera parabola romanzesca di Ivan, che è anche una personale ricapitolazione di luoghi e memorie. Ivan e Umberto, il personaggio e l’attore che lo incarna, osservano la loro storia, esplorano i loro ricordi, riascoltano le loro testimonianze a più voci (che sono poi sempre una sola, quella di Orsini, che risponde oggi alla sua voce di cinquant’anni fa… incredibile occasione!), celebrando un accorato e solitario processo di sincronizzazione interiore.
Dostoevskij abbandona Ivan al suo destino dopo il processo per il parricidio: è sembrato interessante ripartire da lì, dal processo. Prigioniero di quell’aula, di un finale mai scritto, di una sentenza sbagliata, il nostro Ivan continua ad aggirarsi tra i frammenti della sua esistenza, osservati come prove materiali di fatti e memorie che riemergono a strappi, negli spazi di lucidità che gli concedono le febbri cerebrali, nel circolare affastellarsi di teorie e ricordi, in un girotondo giudiziario kafkiano e grottesco, sempre meno reale, che inesorabilmente scivola nell’ultraterreno.
Biglietti
Intero
platea27 €
I galleria 20 €
II galleria18 €
III galleria15 € ridotto gruppi*
platea25 €
I galleria 18 €
II galleria16 €
III galleria13 € ridotto speciale**
platea20 €
I galleria 16 €
II galleria14 €
III galleria11 €
Riduzioni
** la riduzione speciale è riservata a giovani fino a 25 anni e ultrasessantacinquenni
Modalità di acquisto
– Biglietteria del Teatro Sociale Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia
> da martedì a sabato dalle ore 16.00 alle 19.00
> domenica dalle ore 15.30 alle 18.00 solo nei giorni di spettacolo
> 30 minuti prima dell’inizio di ogni spettacolo saranno in vendita esclusivamente i biglietti per la serata stessa.
– Punto vendita CTB Piazza della Loggia, 6 – Brescia
> da martedì a venerdì ore 10.00 – 13.00 (escluso i festivi)
– Biglietteria telefonica