[lid] Il valore delle donne.
Claudia Goldin, premio Nobel per l’Economia, per i suoi studi sul gender gap nel mondo del lavoro; Narges Mohammadi, premio Nobel per la Pace, per la sua difesa dei diritti umani. A loro e ai risultati conseguiti è dedicato un articolo della Repubblica del 10 ottobre 2023 , intitolato “Il valore delle donne”. Leggendolo, mi è affiorata alla mente una domanda: “Cosa significa Il valore delle donne?”
Come la storia ci insegna, la donna ha sempre vissuto in una posizione di inferiorità rispetto all’uomo, e questa sua condizione di subordinazione è ancora vivida della società di oggi.
Infatti, nonostante i tempi siano cambiati e con essi anche il nostro punto di vista riguardo a vari argomenti sociali, molti tra questi, come appunto la lotta per l’uguaglianza di genere, sono ancora causa costante di dibattito.
Sembra che un’arma spesso utilizzata nella battaglia per la parità di diritti sia l’attribuzione di un “valore” alla donna tramite un riconoscimento o un premio.
Questo continuo bisogno di assegnare un determinato valore alla donna però ha come conseguenza l’effetto contrario.
Infatti ciò lascia, erroneamente, intendere la mancanza di merito della donna e, quindi, che tale dote le sia stata conferita solo per fare fronte al problema della disuguaglianza di genere.
Quindi qual è il vero valore delle donne?
In generale, il termine valore deriva dal latino valor, valoris, che deriva a sua volta da valēre, ovvero “essere forti, capaci”, ed indica essenzialmente il possesso di un insieme di qualità positive proprie dell’individuo in questione.
Intitolare un articolo “Il valore delle donne” conferisce loro veramente un valore, o non fa altro che ottenere l’effetto contrario, mettendo il dito nella piaga della differenza di genere?
I valori delle donne nel corso dei secoli hanno subito uno sporadico riconoscimento rispetto agli uomini; l’atteggiamento persiste anche oggi, soprattutto in determinate parti del mondo, ma si tende a contrastarlo con il comportamento opposto: spesso viene esasperatamente evidenziato il valore della donna come se la presenza di quest’ultimo costituisca un’eccezionalità.
Questo irrefrenabile e continuo tentativo di eguagliare uomini e donne paradossalmente non fa altro che ingrandire l’abisso, e ad arrivare addirittura all’esagerazione. Non si riceve rispetto, l’oppressione femminile non si risolve cambiando avvocato in avvocata, chirurgo in chirurga, e neanche rapportando il valore delle donne esclusivamente al Nobel conseguito; si risolve con la ricerca, lo studio dei motivi alla base della differenza di genere, con la cultura, la comunicazione, come ha fatto Claudia; si risolve battendosi giorno per giorno per i diritti umani che vengono violati, andando in carcere 12 volte “piena di speranza e libera da qualsiasi preoccupazione”, come ha fatto Narges.
“Bisogna capire una volta per tutte che la parità di genere deve essere una priorità nell’azione dei governi. La giuria del Nobel, con la sua scelta, è andata nella direzione giusta.”
Così la giornalista conclude l’articolo. Ho provato a leggere e rileggere la frase, ma questa continua a
sollevare in me molti dubbi. La giuria ha quindi conferito loro il Nobel perché si riteneva necessario
assegnarlo ad almeno due donne per la parità di genere?
Claudia Goldin e Narges Mohammadi sono state premiate, hanno valore, non semplicemente in quanto donne, ma perché sono meritevoli, perché impiegano le loro forze, le loro capacità, il loro impegno nel tentativo di cambiare in meglio il mondo in cui vivono, e salvaguardare il valore e i diritti umani.
Qualcuno potrebbe obiettare che il valore morale, cioè la dignità, sia intrinseca nella nostra natura di esseri umani. È vero, ognuno ha un valore, è degno indipendentemente dal suo genere, dalla sua provenienza, dalla. sua cultura, dalla sua religione, in quanto uomo, cioè essere umano.
Io però, come già accennato, ho voluto indicare con il termine valore una virtù, un merito, un talento, una capacità, che qualsiasi individuo può avere.
Ognuno di noi, indipendentemente dal genere, è in grado di raggiungere i propri obiettivi, con costanza e impegno, arrivando anche ad ottenere un riconoscimento per ciò che fa, e quindi non per ciò che è.
Potremmo discutere all’infinito sul valore individuale di queste due donne, Claudia e Narges, come quello di mille altre donne e mille altri uomini nella storia dell’umanità, ma non credo riusciremmo mai a descrivere il valore di un genere.
Clara Arpini