
(AGENPARL) – gio 26 ottobre 2023 *NETWORK CONTACTS RIDUCE LO STIPENDIO AI LAVORATORI AFFETTI DA PATOLOGIE,
NEL SILENZIO INDIFFERENTE DEL COMMITTENTE ENEL*
Malgrado i tentativi di apparire un’azienda modello, l’unico modello che
Network Contacts dimostra di praticare davvero è quello di una feroce
competizione al ribasso, sbaragliando i concorrenti di mercato attraverso
lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici, nel silenzio
interessato delle multinazionali committenti.
Un modello che ha già prodotto anni di tagli alle retribuzioni e ai diritti
di migliaia di lavoratori e lavoratrici della sede di Molfetta, alla fine
dei quali la società ha poi avviato il licenziamento collettivo di circa
300 dipendenti, non potendo sfruttarli ancora.
A Taranto, in ossequio alla stessa logica, Network Contacts ha operato
sistematicamente fina dal suo arrivo, 10 mesi fa, per la cancellazione di
diritti soggettivi, per la precarizzazione degli orari di lavoro di tutte e
tutti e per lo smantellamento del contratto nazionale di categoria.
Oggi ha raggiunto il punto più profondo di questo abisso, comunicando alle
lavoratrici e ai lavoratori affetti da patologie alle corde vocali o alla
vista una drastica, unilaterale e scellerata riduzione dell’orario di
lavoro e della retribuzione già a partire dal 1 Novembre, trasformando
pretestuosamente le prescrizioni mediche da strumenti di tutela della
salute in trappole che li condannerebbero alla povertà assoluta.
Si tratta infatti di provvedimenti che incidono su lavoratori già a tempo
parziale e che riducono l’orario di lavoro e la retribuzione a meno di 20
ore settimanali, adottati anche in questo caso sotto lo sguardo
indifferente del committente ENEL, a maggioranza pubblica, che meno di due
settimane fa non si faceva scrupolo di dichiarare davanti al Prefetto di
Taranto di non avere alcuna responsabilità sociale nei confronti dei
dipendenti dell’azienda fornitrice e di non poter ingerire nei rapporti tra
questi. Un lasciapassare all’insegna del più spietato liberismo che oggi ha
portato a questa ulteriore discesa sul piano inclinato dei diritti dei
lavoratori.
Questa volta calpestando anche la dignità.
*Ufficio Stampa USB Taranto*
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