(AGENPARL) – mar 17 ottobre 2023 [image: logo_filiera.png]
TAVOLO PERMANENTE ANTI INFLAZIONE CON URSO E LOLLOBRIGIDA.
FILIERA ITALIA: “BENE CONTRASTO ALL’INFLAZIONE MA SANZIONI A CHI APPROFITTA
ED ACQUISTA SOTTO I COSTI DI PRODUZIONE”
Roma, 17 ottobre – “Bene l’impegno comune per cercare di tenere fermi i
prezzi di beni alimentari di prima necessità inseriti nel carrello del
“trimestre anti-inflazione” ma con i dovuti distinguo” ha detto Luigi
Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, in occasione del
tavolo permanente anti-inflazione tenutosi oggi al Ministero delle Imprese
e del Made in Italy alla presenza dei ministri Urso e Lollobrigida.
“Purtroppo gli ultimi tre mesi dell’anno saranno duri per molti produttori
agricoli ed alimentari per l’imprevedibilità del costo dell’energia a causa
dei recenti drammatici episodi in Medio Oriente, per il costo del denaro
che ha ampiamente compensato la riduzione del costo energetico negli ultimi
mesi nei bilanci delle aziende e per il passaggio repentino da eccessi di
calore e siccità all’arrivo improvviso di gelate e fenomeni estremi che
hanno fatto crollare rese e produzione di ampi settori ad esempio
dell’ortofrutta” ha proseguito Scordamaglia. “Non si possono chiedere gli
stessi impegni a chi ha margini su cui intervenire e a chi invece non
riesce a coprire costi di produzione drammaticamente esplosi – ha detto
l’amministratore delegato – è per questo che abbiamo proposto al Governo,
che su questo si è dimostrato fortemente collaborativo, di affidare ad
Ismea un’analisi trasparente e da rendere pubblica dei costi di produzione
e delle marginalità delle singole fasi e filiere produttive che facciano
capire la differenza tra chi deve chiudere per la mancata copertura dei
costi di produzione e chi invece specula”.
“Oggi al tavolo abbiamo sentito qualcuno dire che una risposta
all’inflazione può essere aumentare le importazioni di prodotto a basso
costo – ha proseguito Scordamaglia – Per Filiera Italia non è questa la
via, se il prodotto a basso costo viene da Paesi terzi che non rispettano
le regole a partire dal lavoro etico”. Un esempio emblematico in questo
senso è il concentrato di pomodoro proveniente dalla regione dello Xinjiang
cinese in cui viene usato lavoro forzato (con minoranze tenute incarcerate
costrette a lavorare sui campi) la cui importazione nell’ultimo anno è
aumentata enormemente in Italia per un prezzo che è circa la metà del
pomodoro prodotto in Italia, ed è per questo che nei giorni scorsi Filiera
Italia e Coldiretti ha chiesto alla Commissione europea di vietare
l’importazione nella Ue del pomodoro proveniente dallo Xinjiang seguendo
l’esempio di Usa, Canada e UK. “Con il Governo siamo impegnati a favorire
un prezzo quanto più equo ed accessibile per beni alimentari di prima
necessità a tutte le famiglie, ma verso quelle (poche fortunatamente e ben
note) realtà che pensano di approfittare di tale iniziativa per
ricominciare a comprare sotto costo di produzione, con aste al ribasso e
ricorrendo ad altre pratiche commerciali sleali abbiamo già chiesto
l’intervento delle Autorità preposte e l’applicazione delle rigide
sanzioni, oggi finalmente proporzionali al fatturato, previste dalla
normativa” ha concluso Scordamaglia.
Elena Giacchino
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