
(AGENPARL) – mar 17 ottobre 2023 Olivo in Campo: le conclusioni del progetto. I messaggi Oprol a produttori
e consumatori
Ad Andria si è svolta una due giorni – con la partecipazione di una
delegazione di olivicoltori della Basilicata – in cui sono state esposte le
più recenti e innovative soluzioni per l’olivicoltura. Durante la
manifestazione “Olivo in campo” si è parlato di progresso e tecnologia al
fianco degli olivicoltori per il rilancio del settore sul mercato
internazionale. All’Azienda agricola Di Pietro di Andria, si è conclusa la
nuova manifestazione organizzata da Edizioni L’Informatore Agrario con la
collaborazione di Agromillora e l’unica in Italia dedicata interamente alla
filiera olivo-olio che focalizza l’attenzione sulle innovazioni necessarie
a rilanciare produttività e redditività dell’olivicoltura *made in Italy.*
Il nostro Paese, un tempo leader mondiale nella produzione di
olio extravergine di oliva, attualmente detiene meno di 300.000 tonnellate
all’anno, contro il milione e più di tonnellate prodotto dalla Spagna.
Tuttavia, la qualità dell’olio italiano resta punto di riferimento a
livello globale. La sfida da vincere per la filiera è aumentare la
produttività, mantenendo i caratteri di distintività dell’olio Made in
Italy. Biodiversità “agroalimentare”, legata alle varietà tipiche della
Penisola (circa 600 come in nessun altro Paese del mondo), standard
qualitativi e sostenibilità ambientale rendono l’olio italiano unico al
mondo. Coniugare l’incremento delle produzioni e della qualità, anche
ambientale, oggi è possibile attraverso le nuove tecnologie messe a
disposizione dall’industria agromeccanica e delle biosolution (strumenti di
bioprotezione e biostiolanti). A Olivo in Campo sono state presentate le
più recenti e innovative soluzioni per l’olivicoltura, a partire da
impianto e gestione dell’oliveto in tutte le sue fasi, dalla preparazione
del suolo alla raccolta, fino alla lavorazione in frantoio. Trappole dotate
di fotocamera e collegamento wireless per la cattura e il monitoraggio dei
parassiti da remoto; software per irrigare gli oliveti solo nel momento di
maggior stress idrico in base alla fase fenologica, ottimizzando così
l’utilizzo dell’acqua; software che incrociando i dati rilevati dai
satelliti con i dati microclimatici per attuare la lotta integrata alle
malattie, applicando alla vegetazione i moderni prodotti di origine
biologica e riducendo l’uso di agrofarmaci; nuove varietà di olivo
resistenti alla Xylella o adatte alle coltivazione a siepe per la
meccanizzazione della potatura e della raccolta delle drupe; raccoglitrici
meccaniche scavallanti, ma anche gli scuotitori del fusto delle piante per
favorire il distacco delle drupe dagli olivi coltivati in modo
tradizionale, al fine di ridurre i costi di produzione e rendere
competitive le forme di allevamento tipiche del paesaggio italiano;
biostimolanti di origine naturale che agiscono sulle funzioni fisiologiche
della pianto potenziandone la capacità di resistere alla siccità e alle
avversità biotiche: sono solo alcune delle innovazioni tecnologiche
presentate a Olivo in Campo che contribuiranno nell’immediato futuro a
migliorare la competitività dell’olivicoltura italiana e a rafforzarne la
distintività.
A completare la due giorni esibizioni in campo e tour guidati alle oltre 50
aziende presenti con più di 40 cantieri in movimento e quattro workshop di
approfondimento sulle soluzioni economiche e agronomiche adottate assieme
agli strumenti e alle tecnologie in mostra. L’iniziativa, che si inserisce
in un più ampio progetto editoriale curato dalla casa editrice di settore e
seguito da un Comitato scientifico altamente specializzato (4 Università
italiane, Crea e agronomi specializzati in olivicoltura), punta a
contribuire alla sostenibilità economica di una coltura cruciale per
l’economia rurale del Centro e del Sud del Paese.
Da parte dell’Oprol, attraverso il suo presidente Paolo Colonna un
messaggio ai nostri produttori: raccogliere tutto il prodotto perché di
olio di qualità ci sarà bisogno; e ai cittadini: comprare direttamente
dai produttori, per avere garanzia di un prodotto di qualità, visto che
nella Gdo si stanno già organizzando per la vendita di un prodotto che
denominano “condimento” e che di olio extravergine ha solo il 30%. Dobbiamo
tener conto – dice Colonna – che il mercato lucano è estremamente
differente da quello della vicina Puglia. Qui il prodotto finisce quali
esclusivamente alla grande distribuzione. Da noi invece, considerato che le
quantità prodotte sono molto minori, il mercato è sempre stato
prevalentemente diretto, con prezzi già intorno ai 9 euro. Considerato il
potere di acquisto delle famiglie lucane, che in questo ultimo periodo non
è certamente aumentato, è chiaro che ritoccare il prezzo verso l’alto
diventa veramente molto difficile. Da parte nostra cercheremo di limitare
gli aumenti il più possibile”.