
(AGENPARL) – ven 13 ottobre 2023 INTRO
Nel 2023 la mensa è di nuovo a
regime, dopo più di due anni di
strategie anti-Covid che hanno
condizionato il servizio, lasciando
molti strascichi. Lo stop dei progetti
di educazione alimentare,
l’ossessione per il pasto plastificato,
la perdita di controllo delle
commissioni mensa, spesso escluse
dalle ispezioni, hanno contribuito a
creare distacco e disinteresse verso
questo servizio.
IL DISTACCO DEI
GENITORI
Le ricadute dell’effetto Covid si
registrano in una minore
partecipazione dei genitori, in una
maggiore attenzione delle famiglie
ai costi piuttosto che alla qualità
del cibo, in un diffuso
accontentarsi che i bambini a
scuola si sazino, tralasciando
invece gli aspetti nutrizionali del
menù.
MENSE
IRREGOLARI
Una mensa su tre non è in regola
secondo i risultati delle ispezioni dei
Nas. Erano il 25% le mense ‘non
conformi’ nel 2016, il 36% nel 2018 e
il 31% nel 2023.
Le indagini dei NAS mettono in
evidenza una costante assenza di
etica di una parte considerevole
del mercato, che accresce i propri
profitti mettendo a rischio la salute
dei bambini con alimenti ‘non
conformi’.
PIU’ COSTI E
MENO PASTI
Da inizio anno per gli effetti del
conflitto ucraino – russo, si è
registrato un aumento dei prezzi
delle derrate alimentari a cui ha
fatto seguito la richiesta, avanzata
dalle aziende, di un adeguamento
dei costi. Di contro si registra una
diminuzione del numero dei pasti
forniti a causa del calo
demografico non omogeneo
all’interno nel panel analizzato.
PNRR PER LE
MENSE AL SUD
Il PNRR ha previsto investimenti per
interventi di edilizia per la
riqualificazione o costruzione di
mense scolastiche, destinando il
57,68% delle risorse al Mezzogiorno.
Tuttavia, con assegnazioni per 231
milioni di euro, il valore dei progetti
presentati dai comuni meridionali
non ha superato i 175 milioni.
PSICOLOGI IN
MENSA
Il Comune di Aosta ha coinvolto gli
psicologi con il compito di
osservare le dinamiche durante la
pausa pranzo e analizzare il vissuto
dei bambini durante il consumo del
pasto per comprendere le
dinamiche che si instaurano tra i
bambini e gli assistenti al pasto,
che ad Aosta sostituiscono gli
insegnanti.
I PEDIATRI
ENTRANO IN
GIOCO
Tra i nuovi attori che vengono
coinvolti per rendere più fluida la
relazione e l’informazione tra i vari
soggetti ci sono i pediatri. A
Bolzano per esempio, sono stati
coinvolti per sensibilizzare i genitori
e insegnanti sull’importanza di una
corretta educazione alimentare e
di un’alimentazione più varia fin
dalla prima infanzia.
TRASPARENZA
i menù ‘parlanti’ sono solo il 39%,
rispetto a un 61% dove mancano di
informazioni sulla qualità degli
ingredienti: biologico, DOP/IGP,
prodotti KM0, surgelati, ecc..
MIGLIORA IL 34%
DEI MENU’
L’ 8° Rating dei menù scolastici
registra un trend di miglioramento
delle mense scolastiche iniziato nel
2022, dopo la fine del Covid e con
l’entrata in vigore della legge (i
Criteri Ambientali Minimi, detti
CAM) che rende le mense ‘green’.
Migliora il 34% dei menù analizzati
che rappresentano circa il 30%
delle mense scolastiche italiane (lo
scorso anno, rispetto alla
precedente indagine, il
miglioramento era stato del 42%).
PIU’ BIO E MENO
CARNI ROSSE
Aumentano i menù che hanno solo
1, 2 o 3 porzioni di carne rossa al
mese, passati dal 18% nell’a.s.
2019/20 al 24% nell’anno scolastico
2022/23. Aumenta il biologico con
menù che offrono più del 75% di
prodotti bio nel 39% del campione
analizzato (erano il 29% nell’anno
scolastico 2019/20); una crescita
che si deve anche al fondo per le
mense bio che finanzia i Comuni
che offrono alte percentuali di
alimenti biologici a scuola.
30% DEI MENU’
OFFRE LEGUMI DI
SECONDO
I legumi, che prima erano solo un
contorno o un primo piatto,
conquistano dignità di principale
fonte proteica del pasto
diventando a pieno titolo una
seconda portata per quasi una
mensa su tre. A proporre meno di
un piatto di legumi a settimana
erano il 20% dei menù nell’anno
scolastico 2019/20 mentre oggi
questo valore scende al 12%.
3 BEST
PRACTICE
Tre le best practice che l’indagine
ha messo in evidenza: la mensa
che da vent’anni è gestita dal
comitato dei genitori all’interno del
Comune di Faedis; la mensa di
Fano per il terzo anno consecutivo
prima in classifica. Spicca la
Regione Sardegna che con
l’Agenzia per l’attuazione dei
programmi regionali in campo
agricolo e per lo sviluppo rurale
(Agenzia Laore) ha trasformato la
mensa scolastica in uno strumento
di promozione culturale e un
motore di sviluppo del territorio
valorizzando la biodiversità, il
prodotto locale e le strutture
agricole, costruendo, a supporto
dell’educazione, una rete di
fattorie didattiche.
IL 35% DEI BAMBINI
RIFIUTA IL CIBO A
PRIORI
Resta molto critico il dato relativo
al basso consumo del pasto a
scuola. Da quanto dichiarato dagli
insegnanti attraverso il sondaggio
di Foodinsider, i bambini ‘rifiutano il
cibo a priori’ nel 35% dei casi,
hanno ‘paura di assaggiare nuovi
piatti’ nel 31% e sono ‘indifferenti’
nel 20%. Solo il 14% della
popolazione scolastica sembra
‘mangiare con gusto’.
PIU’ 6% DI CIBI
PROCESSATI
Gli alimenti processati e ultra
processati – prosciutto cotto, tonno
in scatola, bastoncini di pesce,
formaggio spalmabile e budini –
rimangono una presenza stabile
con un aumento del 6% rispetto
all’anno scolastico 2019/20, stabile
rispetto allo scorso anno.
LE MARCHE TOP
PER IL PESCE
Continuano a emergere, per
qualità e varietà del pesce, i menù
della Regione Marche (Fano, Jesi,
Ancona, Ascoli Piceno) dove il
progetto Pappa-fish (realizzato dal
2013 al 2019) ha lasciato una
cultura strettamente connessa alla
filiera ittica locale. Mentre
dall’Adriatico arrivano nelle mense
il pesce azzurro fresco e altre
specie di pesce ‘povero’ e quindi
alici, sardine, suro, palombo,
cefalo, molo e gallinella, nonché le
vongole presenti ad Ascoli Piceno
e Rimini. Dal Tirreno troviamo in un
paio di menù toscani (Sesto
Fiorentino e Siena) il cefalo di
Orbetello. La trota fresca locale è
l’alternativa per chi è lontano dal
mare e arriva a Pordenone, Trento
e Sesto Fiorentino.
MONZA, MANTOVA,
MACERATA
PRODENONE E
VERONA I MENU’ PIU’
DINAMICI
A crescere significativamente nel
punteggio e quindi nella classifica,
sono, soprattutto, i menù di Monza,
Mantova, Macerata e Pordenone,
mentre la mensa di Sesto Fiorentino
continua il suo costante
miglioramento conquistando altre
due posizioni in classifica.
Migliorano anche i menù di
Alessandria e Reggio Calabria, da
‘fanalini di coda’ nella classifica
del 2022, sono entrati nella fascia
della ‘sufficienza’.
I SI E I NO DELLA
MENSA
SI’
SÌ all’applicazione dei
CAM, sostenuta anche
da logiche premianti
delle istituzioni, per
assegnare più risorse
alle mense che
promuovono la
sostenibilità.
NO a gare che
promuovono una
mensa standardizzata
che taglia fuori l’utenza
da qualsiasi logica
partecipativa ed
esclude i produttori
locali.
SI’
SÌ all’educazione
alimentare, per
accompagnare il
consumo del pasto a
scuola, e alla
formazione di
insegnanti e genitori sui
temi legati al cibo, alla
salute, alla sostenibilità
e alla cultura
gastronomica.
SI’
SÌ alla misurazione della
carbon footprint dei
menù scolastici, per
contribuire, attraverso
una dieta sostenibile a
scuola, a mitigare gli
effetti dei cambiamenti
climatici.
NO alla mensa vista
come ‘intervallo’
dall’attività educativa,
dove la scuola non si
assume la
responsabilità di
‘accompagnare’ i
bambini verso un
consumo più
consapevole e
corretto.
NO alle ‘zone franche’
dove i menù sono fuori
controllo e non
rispettano le regole
della dieta sana e le
normative di
riferimento.
SI’
SÌ al monitoraggio degli
scarti in maniera
sistematica in tutte le
mense scolastiche, con
l’obiettivo di ridurli
attraverso interventi e
correttivi adeguati.
NO alla disuguaglianza
nutrizionale a scuola,
con bambini ai quali è
garantita una dieta
sana e buona e altri
che mangiano menù
che si limitano a
saziare.