
(AGENPARL) – ven 13 ottobre 2023 Prot. n.______ Federico Marini
CREDITO – Il decimo rialzo della BCE mette in difficoltà le piccole
imprese della Sardegna. Per le PMI sarde 123milioni di maggiore costo
rispetto al 2022. La proposta di Confartigianato Sardegna agli Istituti di
Credito. Maria Amelia Lai e Daniele Serra (Presidente e Segretario):
“Ragioniamo insieme per trovare soluzioni che vengano incontro alle piccole e
medie imprese isolane”.
Associazioni “L’ennesima impennata dei tassi di interesse da parte della BCE rischia di
Territoriali trasformarsi in un disastro perché potrebbe frenare lo sviluppo delle nostre imprese.
Sud Sardegna
Infatti, la marginalità viene contratta all’osso e dunque anche la volontà di mettere in
Cagliari atto quelle misure utili ad aumentare la propria competitività: evoluzioni di processo,
Via Riva Villasanta 241
MPI rischiano di non poterselo permettere, contraendo così drammaticamente la propria
Oristano
Via Campanelli, 41 capacità di stare sul mercato ed esprimere tutto il loro valore”.
Nuoro decimo rialzo della Banca Centrale Europea.
Via Brig.Sassari, 37 “Non parliamo di un rischio futuro. Già oggi i segnali di tensioni sulla domanda di
credito sono evidenti con i prestiti alle piccole imprese sarde”.
Sassari Infatti, una recente analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese
Via Alghero, 30
tendenziale delle erogazioni dei prestiti all’artigianato sardo abbia registrato una
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 contrazione del -6,6%, quota superiore al -4,4% calcolato per il totale imprese regionali.
equivalenti a +244 punti base.
Sono numeri che rivelano la prudenza e anche la fatica delle MPI che hanno già
dovuto far fronte all’aumento delle materie prime e dell’energia.
L’analisi di Confartigianato ha, inoltre, stimato che per la Sardegna, sulla base
dell’incremento tendenziale dei tassi, un maggiore costo su base annua sul credito
erogato alle MPI (micro e piccole imprese fino a 50 addetti) di 123 milioni di euro. Sulla
base dello stock dei prestiti concessi alle imprese fino a 20 addetti e alla distribuzione
degli addetti nelle piccole imprese con 20-49 addetti si stima a livello provinciale un
maggiore costo su base annua sul credito erogato alle MPI pari a 38 milioni di euro a
Sassari, a 38 milioni di euro a Cagliari, a 19 milioni di euro nella provincia del Sud
Sardegna, a 17 milioni di euro a Nuoro e a 12 milioni di euro a Oristano.
Una “tempesta perfetta” dato che si aggiunge ad altri diffusi segnali di
rallentamento del ciclo economico. Infatti, i rialzi dei tassi di interesse hanno allargato la
distanza, ormai strutturale, del mondo del credito tradizionale dalle esigenze della micro e
piccola impresa.
“Questa situazione ci preoccupa come imprenditori, che hanno bisogno del credito
Confartigianato Imprese Sardegna
per investire e crescere, e come cittadini, che hanno necessità di finanziamenti per
pagare il mutuo e affrontare la vita di tutti i giorni – riprende la Presidente – per questo
stiamo lavorando per trovare un punto di incontro con gli Istituti di Credito per trovare
una soluzione che possa soddisfare le necessità di entrambe le parti: ragionare su come
dare ossigeno e possibilità di finanziamento a tutte le realtà che vogliono investire”. “Le
imprese regionali stanno lottando per uscire definitivamente dai danni creati da
pandemia, aumento costi energetici e materie prime e, in generale, dal conflitto russo-
ucraino – prosegue la Presidente di Confartigianato Sardegna – ma se le attività
produttive, soprattutto quelle più piccole, e le banche ragionano insieme e nella stessa
direzione, per cercare strade alternative a questa impennata dei tassi, crediamo che si
possa uscire da questa situazione che rischia di minare la ripresa dell’economia sarda e
italiana”.
Per questo Confartigianato Sardegna, presto comincerà a contattare gli Istituti
di Credito presenti nell’Isola per tracciare una strada comune a tutela delle attività
produttive.
Secondo il Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna, Daniele Serra,
“serve una spinta alla innovazione dei tradizionali servizi per il credito, soprattutto, gli
strumenti finora utilizzati, come la garanzia, pubblica e privata; è necessario rilanciare
il ruolo dei Confidi, come presidio di prossimità in grado di coprire anche l’area del
credito di piccolo importo, innovare le convenzioni bancarie, e contemporaneamente
sperimentare tutte le nuove forme di organizzazione dell’incontro tra risparmio e
investimenti, in particolare negli ambiti fintech e di nuova finanza”. “In questi ultimi anni
abbiamo assistito ad un’attività straordinaria del Fondo di Garanzia per le PMI, in
particolare nel periodo Covid – continua Serra – la situazione dell’accesso al credito
delle piccole imprese va quindi affrontata anche con una riforma del Fondo centrale di
garanzia che deve sapersi adeguare strutturalmente alle mutate condizioni di mercato,
cessando di operare ‘in emergenza’ e recuperando in modo strutturale la sua funzione di
sostegno a quelle imprese che incontrano le maggiori difficoltà nel rapporto con il
canale bancario”. “Non da meno va trascurata l’esigenza, sollecitata da tempo da
Confartigianato e ormai ineludibile, di superare le strettoie del credito ordinario –
conclude il Segretario – con un intervento diretto del pubblico che, laddove il mercato ha
dimostrato di fallire, possa intervenire a supporto delle micro e piccole imprese con un
mix di strumenti di incentivazione e di credito agevolato, ispirato ad un’efficace azione di
programmazione delle politiche di sostegno all’impresa diffusa”.
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