
(AGENPARL) – lun 02 ottobre 2023 /Comunicato Stampa/
/ /*Certificazione ambientale di prodotto:*
*con l’avvio della fase operativa si concretizza*
*il progetto per il calcolo dell’impronta di carbonio nella filiera dei foraggi*
/Ravenna, 2 ottobre 2023 – /Sta prendendo sempre più forma il progetto legato alla *certificazione ambientale di prodotto* avviato da *AIFE/Filiera Italiana Foraggi (https://annamossini-bo.voxmail.it/nl/pvaa6m/zv0ati/ksrx72c/uf/6/aHR0cDovL3d3dy5haWZlLmV1?_d=891&_c=fa2f14a3 [1])* l’Associazione con sede a Ravenna che con i *30 impianti associati *distribuiti in diverse regioni del Paese registra una produzione annua vicina a *1 milione di tonnellate*, quasi il *90%* della filiera dei *foraggi essiccati e disidratati* a livello nazionale, il *60%* del quale è destinato all’esportazione.
Infatti, dopo la pubblicazione in forma definitiva della *regola di prodotto* presentata alcuni mesi fa da *AIFE/Filiera Italiana Foraggi* al ministero dell’Ambiente e della Transizione ecologica, alla fine dello scorso mese di settembre è partita la fase operativa che attraverso il *calcolo delle emissioni e degli impatti* che ne derivano, il cosiddetto */carbon foot print/*, porterà alla stesura del documento di *certificazione di prodotto*.
“Dopo aver selezionato un campione di 5 aziende associate ad *AIFE/Filiera Italiana Foraggi* che rappresentano i differenti processi produttivi di tutte le aziende nostre aderenti – spiega il presidente *Gian Luca Bagnara* – abbiamo avviato la fase operativa di questo importante progetto in collaborazione con *Turtle srl*, /spin-off/ del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Bologna, che si occuperà della mappatura del processo produttivo attraverso la raccolta dei dati, la loro elaborazione e lo sviluppo di un modello LCA (Valutazione del Ciclo di Vita, /ndr/). Questa attività terminerà a *gennaio 2024* dopodiché, nei successivi mesi di febbraio e marzo, è prevista la pubblicazione dello studio LCA e la verifica da parte di un ente terzo indipendente che porterà alla stesura della *certificazione di prodotto*. Il calcolo delle emissioni e dei relativi impatti ambientali derivanti dal processo produttivo dell’erba medica ci permetterà di stabilire gli assorbimenti nel suolo dei due principali gas serra, il *carbonio e l’azoto*, determinando il beneficio prodotto in termini di *fertilità del terreno*. Non solo – prosegue *Bagnara* – nella *certificazione di prodotto*, una sorta di passaporto ambientale che verrà rilasciato alle aziende nostre associate che lungo il percorso produttivo avranno dimostrato di aver rispettato tutti i requisiti richiesti, saranno riportati i *crediti di carbonio* che potranno essere trasferiti sulle successive colture cerealicole post-medica e alla biodiversità del terreno”.
La certificazione ambientale di prodotto di *AIFE/Filiera Italiana Foraggi* si inserisce a pieno titolo nel dibattito sulla *sostenibilità ambientale*, quindi impatto delle emissioni e conseguente sequestro di carbonio, e rappresenta un /plus /che risponde alle richieste di un consumatore sempre più attento, consapevole e sensibile non solo alla qualità e alla salubrità dei prodotti che porta sulla sua tavola, ma anche al rispetto dell’ambiente.
“Mi piace ricordare una recente dichiarazione di *Jacqueline McGlade* – riflette *Gian Luca Bagnara* – ex direttrice dell’Agenzia ambientale europea e co-fondatrice dell’azienda inglese Downforce Technologies, specializzata nella raccolta e nella commercializzazione di dati sul terreno. McGlade sostiene infatti che l’applicazione di una serie di semplici strategie permetterebbe di *incrementare dell’1%* l’ammontare di *carbonio sequestrato nei primi 30 centimetri dei suoli agricoli.* Un aumento che pur sembrando marginale, in valore assoluto è a dir poco impressionante e arriva a *31 miliardi di tonnellate*. Si tratta infatti di un quantitativo che corrisponde alla differenza tra il taglio complessivo delle emissioni pianificato a livello globale da qui al 2030 e la quota massima ritenuta necessaria per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C nel confronto con l’era pre-industriale: il gap valutato dalle Nazioni Unite parla di *32 miliardi di tonnellate di carbonio*. Ecco – conclude *Gian Luca Bagnara* – davanti a questi numeri e a queste interessanti valutazioni è evidente che ogni segmento produttivo agricolo non può girarsi dall’altra parte. *AIFE/Filiera Italiana Foraggi* non lo farà, al contrario cercherà di fare al massimo delle sue potenzialità il meglio possibile: il suolo agricolo rappresenta il vero serbatoio naturale di accumulo di carbonio”.
Link alle immagini: Gian Luca Bagnara, presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi [2];
Il calcolo delle emissioni nella produzione di erba medica permette di stabilire gli assorbimenti nel suolo di azoto e carbonio [3]
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[1] https://annamossini-bo.voxmail.it/nl/pvaa6m/zv0ati/ksrx72c/uf/5/aHR0cHM6Ly9haWZlLmV1Lw?_d=891&_c=9e391bee
[2] https://annamossini-bo.voxmail.it/rsp/pvaa6m/content/gianluca_3_4.png?_d=891&_c=ca9c9ae3
[3] https://annamossini-bo.voxmail.it/rsp/pvaa6m/content/erba_medica_2_2.jpg?_d=891&_c=b8e3da5a
[4] https://annamossini-bo.voxmail.it/upr/pvaa6m/ksrx72c/unsubscribe?_m=zv0ati&_t=562a849a