
(AGENPARL) – mer 20 settembre 2023 MASSIMO GARGANO
Direttore Generale ANBI
“LA RIMOZIONE DEL CARBONIO NON PUO’ ESSERE
L’ANTICAMERA DELLA DECRESCITA INFELICE.
I CONSORZI DI BONIFICA SONO
PROTAGONISTI DI PROCESSI SOSTENIBILI
PER IL MIGLIORAMENTO DELL’ECOSISTEMA”
No ad un’antistorica “ripaludificazione” delle aree fluviali, sì ad una corretta gestione idrogeologica del
territorio, rispettosa degli ecosistemi acquatici: a ribadirlo è Massimo Gargano, Direttore Generale
dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue
(ANBI), intervenuto nella Capitale al Forum ENPAIA, dopo averlo già affermato davanti alla Commissione
Ambiente della Camera dei Deputati, in sede di audizione sulla proposta di regolamento comunitario per la
costituzione di un quadro europeo di certificazione della rimozione del carbonio, vale a dire il processo di
cattura dell’anidride carbonica dall’atmosfera per trattenerla, tra l’altro, nelle piante, nel suolo, nei mari,
negli strati geologici.
La rimozione della CO2 e la conservazione del carbonio in un ciclo sostenibile potrebbero ridurre in modo
permanente il rischio climatico, rallentando o addirittura invertendo la tendenza in atto; i risultati del 6°
Rapporto IPCC WG3 indicano che la rimozione dovrà svolgere un ruolo importante nel contenere il
riscaldamento globale a + 1 grado e mezzo, come previsto dagli Accordi di Parigi.
“Accogliamo con favore l’obbiettivo di armonizzare le norme di certificazione per i crediti di carbonio,
poiché l’agricoltura irrigua ed il governo delle acque nei territori agricoli sono parte della soluzione per
mitigare il cambiamento climatico attraverso lo stoccaggio di CO2 nel suolo e nelle biomasse – aggiunge
Gargano – A tal proposito giudichiamo opportuna la possibilità di vedere riconosciuto e retribuito il
servizio ecosistemico alle aziende agricole, reso attraverso il sequestro del carbonio nel suolo agricolo,
nelle foreste, nelle colture arboree e come materiale per la produzione di prodotti a base di legno o
costituiti da biomateriali.
ANBI ritiene che il sistema debba restare su base volontaria e chiede di collegare le metodologie (ad
esempio: “bioenergia con cattura e stoccaggio”, “forestazione e riforestazione”, “gestione agroforestale”,
“accumulo di carbonio in suoli minerali”) a soluzioni in sintonia con la natura come quelle proposte dal
Piano piccoli e medi invasi od attuate attraverso la “manutenzione gentile” del reticolo idraulico.
“Esprimiamo altresì forti riserve sulle ipotesi adombrate da alcuni settori ambientalisti di interrompere
l’azione della Bonifica, consentendo alla falda freatica di innalzarsi ed alle acque di accumularsi per
ricreare paludi e torbiere, perché è dubbio il vantaggio sia per la rimozione del carbonio che in termini
generali; va altresì favorita la protezione dei suoli organici attraverso il mantenimento di una condizione
idrica ottimale anche in periodi di scarsità idrica per evitare che se ne avvii il degrado – aggiunge il DG di
ANBI – E’ opportuno ricordare che il 30% dei territori di pianura italiani, dove insiste gran parte