(AGENPARL) - Roma, 20 Settembre 2023(AGENPARL) – mer 20 settembre 2023 I dirigenti sindacali della Cisal Ferdinando Palumbo, Mauro Naddei e Livio
Marrocco hanno inoltrato una comunicazione al Prefetto di Caserta volta ad
analizzare e discutere delle filiere industriali Agroalimentari,
metalmeccaniche e Chimiche che connotano l’economia in Terra di Lavoro. La
provincia di Caserta – si legge nel documento – è storicamente connotata
per la forte presenza dell’industria e dell’agroindustria che rappresentano
una vera e propria vocazione del territorio ed anche un’importantissima
fonte di occupazione stabile e tenuta sociale capaci di restituire agli
addetti, ivi compresi quelli dell’indotto, continuità retributiva spesso di
buon livello. Purtroppo, durante gli ultimi lustri, alcune dinamiche di
politica economica e le ripetute crisi di talune filiere hanno fortemente
impattato in “Terra di lavoro” trasformando quelli che un tempo erano
approfondimenti impresa/sindacato legati allo sviluppo ed alla nascita di
nuovi insediamenti in ripetute discussioni vertenziali spesso sfociate
nella richiesta di ammortizzatori sociali. Le molteplici realtà della
provincia, a cominciare da quelle dell’indotto automotive hanno troppo
spesso comunicato stati di crisi aziendali la cui ricaduta occupazionale ha
rappresentato un impatto economico ed anche d’immagine per la futura
attrattività dei territori. Il mancato sviluppo e la messa a regime di
nuove infrastrutture, che pure erano sorte soprattutto in corrispondenza
del capoluogo, e la tragica piaga delle morti bianche hanno minato un campo
che avrebbe caratteristiche per poter primeggiare. La cronica emergenza
brucellosi del settore della filiera bufalina ha impedito ad un settore
d’eccellenza quale quello della produzione della mozzarella di bufala
campana dop di espandersi come avrebbe dovuto e potuto. Giova ricordare che
al tramonto della stagione emergenziale imposta dalla pandemia, le
prospettive di crescita erano molto positive, nonostante avanzasse la
minaccia dell’affondo inflattivo. La tendenza è stata incoraggiante fino
alla prima metà del 2023, allorquando si parlava in maniera generalizzata
di stime al rialzo in Italia, nonostante la perdurante preoccupazione
dovuta alle instabilità geopolitiche e alla guerra in Ucraina. Poi
d’improvviso il primo dato allarmante, il perdurare del calo del PIL
tedesco, ormai considerato in recessione visto il perdurare di dati
negativi già da fine 2022. È opinione diffusa che ciò possa frenare il PIL
italiano, per le ripercussioni sulle nostre esportazioni, in particolare
quelle industriali; fioccano previsioni negative e dati rivisti al ribasso
in sede europea, ma anche da parte di Confindustria. Tale scenario potrebbe
essere aggravato da ulteriori aumenti del costo del denaro, che da più
parti si vuole scongiurare. Alla luce di questi dati, la nostra
preoccupazione a livello territoriale non può che crescere, in particolare
per comparti che nel casertano hanno già attraversato tempi difficili, che
dopo la pandemia seppur cautamente avevano dato buoni segnali di ripresa,
registrando una netta contrazione del ricorso alla cassa integrazione in
particolar modo nell’automotive. L’inflazione che continua ad essere
elevata per settori come quello alimentare, nonostante il placarsi delle
instabilità dei prezzi energetici, rischia di tornare ad essere un fattore
destabilizzante e le cautele che il quadro di insieme pone sulla prossima
manovra finanziaria aumentano inesorabilmente le incertezze in tutto il
comparto manufatturiero. Suona poi alquanto sconcertante in questo panorama
che la stessa Germania, protagonista dei continui richiami alle politiche
del rigore alla vigilia della discussione sul Patto di stabilità e
crescita, sia accusata dalla propria Corte dei conti di aver un deficit
doppio rispetto a quello dichiarato, in virtù di un uso disinvolto dei
fondi speciali, espressamente vietato dalla UE. Confidiamo nelle
istituzioni nazionali auspicando un rilancio efficace della crescita
economica. La necessità di accrescere la possibilità di spesa delle
famiglie deve essere supportata da una stagione di necessaria crescita
retributiva e da politiche attive, sociali ed occupazionali, capaci di
colmare il gap occupazionale di genere, vera piaga del Meridione d’Italia e
del Territorio della Provincia di Caserta. Soltanto ripristinando un clima
di fiducia con misure adeguate sarà possibile evitare nuove gravi crisi dei
settori produttivi di aree depresse come quella di Caserta.
*Ferdinando Palumbo*
*Responsabile Provinciale FNASLA CISAL CASERTA*
