
(AGENPARL) – mar 19 settembre 2023 IL CLIMA IMPAZZITO METTE A DURISSIMA PROVA L’AGRICOLTURA
LE COOPERATIVE ALLA POLITICA: BASTA CON IL NEGAZIONISMO,
SERVONO FONDI E STRATEGIE PER DIFENDERE IL SETTORE
Le cooperative agroalimentari hanno fatto il punto della situazione con il
meteorologo Pierluigi Randi, l’economista agrario Roberto Fanfani e la
docente di Unibo Brunella Morandi. Legacoop Romagna: «Alleanza con la
scienza e l’università, la politica abbia il coraggio di emarginare chi si
ostina ad avere posizioni negazioniste e di difendere allo stesso tempo il
reddito degli agricoltori».
Romagna, 19 settembre 2023 – Il cambiamento climatico sta mettendo a
durissima prova l’agricoltura romagnola, già alle prese con sfide globali
complesse come l’innovazione tecnologica e il crollo delle remunerazioni
per i produttori.
Siccità, aumento delle temperature ed eventi estremi stanno provocando
riduzione della quantità e qualità delle produzioni, danni alle colture,
aumento della richiesta di acqua per l’irrigazione, un sempre maggior
numero di insetti e patogeni da combattere.
Se ne è parlato lunedì 18 settembre alla Cooperativa Agricola Braccianti di
Campiano, dove il coordinamento delle imprese agricole di Legacoop Romagna
ha incontrato il meteorologo professionista Pierluigi Randi,
l’economista Roberto
Fanfani e la docente di ecofisiologia degli alberi da frutto di Unibo
Brunella Morandi.
«Chiediamo scelte forti da parte della politica, che deve avere il coraggio
di emarginare chi si ostina ad avere posizioni negazioniste e di difendere
allo stesso tempo il reddito degli agricoltori. — ha detto il presidente di
Legacoop Romagna, Paolo Lucchi —. Se vogliamo che l’agricoltura romagnola
rimanga un punto di eccellenza a livello internazionale, serve un’alleanza
con la scienza e l’università, con cui delineare le strategie nostre e del
Paese e risorse per le imprese innovative e sane».
Hanno preso la parola i responsabili del settore agroalimentare Federico
Morgagni e Stefano Patrizi. Tra gli altri sono intervenuti Giampietro
Sabbatani (Cab Massari), Giovanni Giambi (Agrisfera), Lino Bacchilega (Cab
Terra), Claudio Mazzotti (Cab Campiano), Giovanni Monti (Legacoop E-R), Alvaro
Crociani (Rinova), Maurizio Lanzoni (Cab Bagnacavallo e Faenza), Mauro
Parisi (Cab Fusignano).
Gli interventi degli esperti
I dati presentati da Fanfani delineano un settore agricolo regionale in cui
le aziende agricole sono sempre più grandi e tecnologiche, e l’occupazione
complessiva cala a partire da quella familiare: un problema per la
cooperazione bracciantile. A lavorare in agricoltura in Emilia-Romagna ci
sono circa 170mila persone, il 15% in meno rispetto a dieci anni prima. Nel
giro di 40 anni in Emilia-Romagna si sono persi 250mila ettari di campi
coltivati, circa un quinto del totale. È però cresciuta la dimensione media
delle aziende, che oggi sfiora i 20 ettari. Metà delle aziende agricole
supera i 50 ettari di media, mentre diminuiscono quelle più piccole . Per
la prima volta dal dopoguerra la terra condotta in affitto (51%) o uso
gratuito (3%) supera quella di proprietà (46%).
È vero che il clima è sempre cambiato —ha spiegato Randi —, ma mai così
velocemente come negli ultimi 40 anni. Difficile anche per l’agricoltura
adeguarsi. I dati sono impressionanti. La temperatura media del pianeta
continua a crescere e la temuta soglia dei 2 °C di aumento medio è dietro
l’angolo. A essere più calde sono soprattutto le estati, con notti
tropicali (temperatura minima sopra ai 20 °C) e onde di calore.
Diminuiscono le precipitazioni annuali, ma dal 1991 al 2020 la tendenza è
ad avere massime di precipitazioni giornaliere più alte. In Romagna le
precipitazioni sono in calo, con una notevole variabilità: gli ultimi 3
anni sono stati tra i più siccitosi dal 1935, mentre è cresciuta la
frequenza degli eventi estremi, come le alluvioni, trombe d’aria,
grandinate o gelate di quest’anno .
Le piante soffrono molto l’aumento delle temperature, ha detto la
professoressa Morandi: fioriture anticipate, gelate tardive e mancato
soddisfacimento del bisogno di freddo sono già un problema molto serio. Il
ciclo di vita degli insetti e dei patogeni cambia e i protocolli di difesa
attuali non bastano più, si riduce il numero degli insetti impollinatori.
La ricerca sta sviluppando varietà di cereali e ortaggi più resistenti alla
siccità, ma ancora non ci sono soluzioni soddisfacenti per le piante da
frutto e le colture perenni. Le strategie di mitigazione e adattamento
puntano a preservare la capacità del suolo di trattenere l’acqua, ad
anticipare il ciclo della semina dove si può, ad applicare tecniche di
agricoltura conservativa, pacciamature e coperture multifunzionali delle
piante, ad esempio per ridurre l’irraggiamento solare, e a ottimizzare
l’irrigazione. La tecnologia può aiutare: sensori che applicati sulla
pianta forniscono dati importanti, telerilevamento con droni e satelliti.
Ma i costi sono ancora alti e l’affidabilità è da migliorare.
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COMUNICATO
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Legacoop Romagna rappresenta circa 380 imprese associate nelle province di
Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, con un valore della produzione di oltre 6
miliardi di euro, oltre 300mila soci (incluse tutte le tipologie di soci:
lavoratori, produttori, consumatori) e circa 24mila lavoratori.
Federcoop Romagna è il polo nazionale specializzato in servizi alle
cooperative che fa capo a Legacoop Romagna. Al suo interno operano un
centinaio di professionisti nei campi contabile, fiscale, legale, del
lavoro, ambientale e della consulenza avanzata.