
(AGENPARL) – gio 07 settembre 2023 Long Covid: una possibilità di cura dai farmaci antistaminici e
antiulcera
Uno studio multicentrico, coordinato dal professor Carmine Gazzaruso, ha
analizzato il ruolo dell’istamina nella malattia, conseguenza dell’infezione
da SARS-Cov-2
Vigevano, 7 settembre 2023 – Una combinazione di vecchi farmaci antistaminici e antiulcera
accende la speranza in coloro che soffrono della sindrome del Long Covid, una malattia
multisistemica conseguenza dell’infezione da SARS-Cov-2. A dimostrarlo è uno studio
multicentrico coordinato dal professor Carmine Gazzaruso – responsabile Centro di
Ricerca Clinico (Ce.R.C.A.) dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano (Gruppo San
Donato) e professore di Endocrinologia dell’Università Statale di Milano – che indaga il
ruolo dei mastociti, cellule del sangue, nella fisiopatologia del Long Covid e l’efficacia del
trattamento con bloccanti dei recettori dell’istamina, che è una delle sostanze rilasciate dai
mastociti.
Il Long Covid è una patologia, talvolta invalidante, che ad oggi non ha una terapia standard
ed efficace e può presentare una grande varietà di sintomi: cardiovascolari, psicologici,
neurologici, respiratori, gastrointestinali, dermatologici e muscoloscheletrici. Tra queste
manifestazioni le più comuni sono tachicardia, palpitazioni, ipotensione posturale,
affaticamento, deterioramento cognitivo, mancanza di respiro e tosse.
Il team dei ricercatori guidati dal professor Carmine Gazzaruso ha preso in esame quattro
gruppi di sintomi caratteristici nel Long Covid: stanchezza e astenia, alterazione cardiaca,
nebbia mentale e alterazione della memoria, disturbi gastrointestinali (dolore, meteorismo,
gonfiore). È stato quindi selezionato un campione di 27 soggetti affetti da questa
condizione, che presentavano però caratteristiche comuni: soffrire di Long Covid da oltre
6 mesi, essersi sottoposti a diversi trattamenti – come ad esempio aver assunto
multivitaminici, betabloccanti e aver affrontato percorsi riabilitativi – con risultati
fallimentari.
“Inoltre i pazienti arruolati per il nostro trial non erano vaccinati contro il Sars-Cov-2, perché il vaccino
potrebbe modificare i sintomi del Long Covid, non erano soggetti allergici e non avevano mai sofferto, prima
della infezione da SARS-Cov-2, di uno dei sintomi presi in considerazione nello studio” afferma il
professor Gazzaruso, principal investigator del lavoro, pubblicato sulla rivista Frontiers in
cardiovascular medicine. “La stanchezza, che accomunava tutto il campione preso in esame, doveva
essere accompagnata, per la validità dello studio, da almeno uno degli altri sintomi. Nella media dei
pazienti esaminati il dato è stato confermato, registrando, anzi, la presenza di tre sintomi, se non
addirittura dell’intera sintomatologia”.
Studi precedenti, condotti a livello nazionale e internazionale, avevano evidenziato come
nei pazienti con Long Covid vi fosse una maggiore attivazione dei mastociti, rispetto al
normale, reazione simile a quanto avviene nei soggetti allergici con i quali vi è,
effettivamente, anche un’assonanza di sintomi. Nel paziente allergico si verifica una grande
produzione di istamina e prostaglandine, sostanze liberate in eccesso dai mastociti,
esattamente come rilevato anche nel campione dello studio. Si evince quindi che nei
pazienti con Long Covid si scateni una reazione cronica infiammatoria sostenuta con un
meccanismo tipico dell’allergia.
Questa evidenza ha generato nei ricercatori l’idea di inibire la reazione prodotta, bloccando
due dei quattro recettori dell’istamina, detti H1 e H2, mediante l’impiego di due farmaci
datati, ormai poco utilizzati nella pratica clinica quotidiana: un antistaminico (la
fexofenadina) e un antiulcera (la famotidina), molto usato prima dell’avvento
dell’omeprazolo. Nello specifico, l’antistaminico bloccava il recettore H1 dell’istamina,
mentre il secondo inibiva il recettore H2.
Il campione è stato poi suddiviso in due gruppi: il primo, formato da 14 persone, ha
ricevuto la terapia farmacologica combinata, mentre al secondo, il gruppo di controllo
formato da 13 persone, non è stato somministrato nulla.
I risultati sono stati promettenti: i sintomi del Long Covid sono scomparsi completamente
nel 29% dei pazienti del primo gruppo, dopo soli 20 giorni di trattamento. In tutti gli altri
pazienti trattati si è comunque rilevato un miglioramento significativo di ciascuno dei
sintomi considerati. Nel gruppo di controllo, invece, non si sono registrate variazioni in
merito allo stato di salute.