(AGENPARL) – mer 06 settembre 2023 COMUNICATO STAMPA – Mantova, 6 settembre 2023
Chirurgia mammaria con matrici dermiche di origine
animale
Trattamenti sempre più conservativi: al Poma oltre 50 interventi
con questa tecnica innovativa introdotta in Chirurgia Senologica
Matrici dermiche cellulari di origine animale per una chirurgia mammaria sempre più
conservativa, anche in caso di mastectomia. Questa tecnica innovativa è stata introdotta da
poco più di un anno dalla Chirurgia Senologica del Carlo Poma, diretta da Massimo Busani.
I vantaggi sono numerosi, a parità di complicanze: la netta riduzione del dolore e della degenza
ospedaliera, un più rapido recupero post-operatorio; un risultato cosmetico più naturale; la
scomparsa dell’effetto di animazione provocato dalla contrazione dei muscoli pettorali; una
riduzione della contrattura periprotesica, anche dopo la radioterapia, e della necessità di
intervenire sul seno controlaterale; un minore ricorso agli espansori (protesi temporanee).
“Le matrici dermiche acellulari di bovino o suino, già utilizzate da tempo in altri distretti
corporei – spiega Massimo Busani – sono state rese ulteriormente compatibili anche per la
chirurgia mammaria, andando a sostituire i muscoli della parete toracica, normalmente
utilizzati per il confezionamento della tasca protesica. In altre parole, rispettando rigidi criteri di
selezione, abbiamo ora la possibilità di allocare le protesi mammarie, ricoperte da queste
matrici dermiche, direttamente nel sottocute, risparmiando i muscoli grande pettorale e
dentato. Al Poma sono stati eseguiti oltre 50 interventi di mastectomia conservativa con
ottimi risultati. La procedura, però, non può essere applicata a tutte le pazienti”.
Il trattamento chirurgico del tumore al seno ha subito radicali cambiamenti nel corso degli
ultimi 30-40 anni; si è passati da interventi esclusivamente demolitivi (mastectomia) a
interventi prevalentemente conservativi (quadrantectomia). Il progresso delle conoscenze
scientifiche ha permesso di affiancare alla chirurgia conservativa altre terapie, definite
‘adiuvanti’ che, in termini di sopravvivenza a distanza e probabilità di guarigione, hanno
raggiunto risultati addirittura migliori rispetto a quelli ottenuti con il trattamento demolitivo.
“A questo risultato – prosegue Busani – hanno contribuito altri fattori. Primo fra tutti la
diffusione degli screening mammografici con la possibilità di diagnosticare tumori di piccole
dimensioni, molto spesso non palpabili. La diagnosi precoce influisce enormemente sulla
riduzione della mortalità. Di pari passo il mondo femminile non chiede più solo la semplice
rimozione della neoplasia, ma migliori risultati cosmetici”.
Ecco allora la nascita del chirurgo oncoplastico che, da solo o in collaborazione con il
chirurgo plastico, orienta il progetto chirurgico verso il trattamento della neoplasia e il rispetto
del corpo, considerando che il miglioramento della qualità di vita incide favorevolmente sulla
prognosi. La mastectomia rimane ancora oggi un intervento chirurgico necessario nel 25 per
cento circa dei casi ed è possibile che questa percentuale sia destinata ad aumentare. I
progressi in ambito genetico hanno infatti finora dimostrare che il 10 per cento circa dei tumori
al seno è legato a una mutazione genetica. Inoltre, la scoperta che esiste anche una
correlazione genetica tra il tumore al seno con quello dell’ovaio, della prostata, del pancreas e,
in casi particolari, dello stomaco, ha portato negli ultimi tempi a un aumento delle richieste di
chirurgia profilattica di tipo demolitivo.
“Anche su questo versante – conclude il medico – i miglioramenti sono stati notevoli. La
ricostruzione mammaria post-mastectomia viene ormai offerta e praticata a donne che
superano i 75 anni. Gli studi clinici, nel corso degli anni, hanno permesso di dimostrare che la
conservazione della cute e del complesso areola-capezzolo non inficia i risultati dal punto di
vista oncologico. Ormai da parecchi anni, quindi, la mastectomia nipple sparing, associata
all’utilizzo di protesi mammarie temporanee o definitive, è diventata il gold standard della
chirurgia demolitiva. Da qui termine di mastectomie conservative”.
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