
(AGENPARL) – lun 21 agosto 2023 Comunicato stampa
21 agosto 2023
Guberti: “La capacità di resilienza dimostrata dalle nostre imprese in questi anni difficili e il loro contributo al rilancio
dell’economia passa anche dalla loro abilità di attuare politiche coesive e di intessere relazioni con gli altri attori dello sviluppo”
FARE “VOLONTARIATO DI COMPETENZA” E’ POSSIBILE
ANCHE NELLE IMPRESE FERRARESI E RAVENNATI
L’articolo 100 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi prevede che le aziende possano dedurre fino al 5 per mille
delle spese relative all’impiego di lavoratori dipendenti per prestazioni di servizi erogate a favore di Onlus
In Italia, oltre 4mila imprese (il 5% delle aziende con almeno 50 dipendenti) hanno offerto al
proprio personale l’opportunità di svolgere il “volontariato di competenza” e altre 21mila (il 26%)
sono interessate a consentirlo in futuro. Si tratta di una concreta pratica di responsabilità sociale
che consente ai lavoratori dipendenti del settore privato di svolgere attività di volontariato durante
l’orario di lavoro, mettendo in gioco le competenze acquisite nel proprio percorso professionale e
aziendale.
A mostrarlo è il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, che fa luce così sulla
diffusione tra le imprese di una possibilità prevista dall’articolo 100 del Testo Unico delle Imposte
sui Redditi (TUIR). La norma stabilisce che le aziende possano dedurre fino al 5 per mille delle
spese relative all’impiego di lavoratori dipendenti per prestazioni di servizi erogate a favore di
Onlus. Con il Codice del Terzo settore, tale norma è stata poi estesa a tutti gli enti del Terzo
settore iscritti al Runts (anche se la sua applicazione è tuttora subordinata all’autorizzazione da
parte delle Commissione europea).
Nelle province di Ferrara e Ravenna – rende noto la Camera di commercio – il volontariato di
competenza risulta più diffuso nei settori dell’industria e dei servizi, con i picchi più elevati in alcuni
dei comparti dei servizi alle imprese, come l’ICT, i servizi di consulenza e i servizi finanziari e
assicurativi. Esaminando i dati per dimensione aziendale, si osserva una maggiore propensione per
il volontariato di competenza nelle imprese di medio grandi dimensioni con 250-499 dipendenti,
mentre le imprese di medio-piccole dimensioni presentano valori più contenuti.
Le attività di volontariato svolte dal personale durante l’orario lavorativo si concretizzano
principalmente in giornate dedicate ad una casa famiglia per disabili, ad attività di volontariato
nelle carceri o alla pulizia di un parco. Di particolare interesse sono le aziende che consentono a
dei propri collaboratori di dedicare diverse giornate – anche settimane o mesi – ad attività di
informazione e sensibilizzazione culturale/sociale/ambientale in call center, negli sportelli
informativi dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSV) in incontri pubblici o del terzo settore;
oppure ad attività educative a favore di studenti e minori in difficoltà o, infine, nel sostegno di ETS
impegnati in progetti di cooperazione in Paesi del Sud del mondo.
“La capacità di resilienza dimostrata dalle nostre imprese in questi anni difficili e il loro contributo
al rilancio dell’economia – ha rimarcato Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di
Ferrara e Ravenna – passa anche dalla loro abilità di attuare politiche coesive e di intessere
relazioni con gli altri attori dello sviluppo: imprese, lavoratori, istituzioni, scuole e università,
banche, mondo associativo, non profit, consumatori. La Camera di commercio, che ha nel suo DNA
la capacità di fare “sistema”, è un efficace punto di riferimento sul territorio per aiutare le imprese
nei loro percorsi di networking”.
Tra le imprese con più di 50 dipendenti che non prevedono attualmente tra le pratiche aziendali la
possibilità di favorire il volontariato di competenza, oltre il 60% dichiara di non conoscere affatto la
normativa che consente di dedurre fino al 5 per mille del costo dei dipendenti impegnati in attività
di volontariato a favore di enti del terzo settore. Più di un quarto delle imprese intervistate, infine,
già si dichiara interessata a sviluppare in futuro questa forma di innovazione sociale.