
(AGENPARL) – lun 31 luglio 2023 Proverò a sintetizzare la proposta di Delibera, cercando di focalizzare quelli
che credo siano i punti essenziali, anche alla luce della discussione in
Commissione della settimana scorsa.
Ho riflettuto sull’appunto che il consigliere Cugini mi ha fatto in merito
all’attribuzione dell’aggettivo “simbolica†alla vicenda di Piazza Cittadella. E
credo avesse ragione lui sia perché, in effetti, non c’è alcun valore simbolico in
un atto di questa natura, sia perché in questi mesi passati – una decina di mesi
circa – si è semplicemente lavorato per capire come provare a dare una
soluzione a una questione di vecchia data.
Quindi è vero, nulla di strano. Un approccio naturale e connaturato al ruolo
stesso dell’amministrare.
In questo caso si è partiti da una chiara volontà politica, peraltro mai nascosta
dalla Sindaca, che si è tradotta in Linea di mandato e quindi in obiettivo da
perseguire per questa Giunta.
Lo si è fatto muovendo da uno scrupoloso studio degli Atti amministrativi che,
nel corso del tempo, si sono stratificati e che di fatto rappresentano l’unico
binario di riferimento da percorrere, sul quale appunto riteniamo sia stata
costruita la proposta di soluzione.
E a tali Atti ci siamo infatti rigorosamente attenuti, nell’altrettanta doverosa
logica di continuità amministrativa.
Non ripercorrerò la cronistoria anche perché alcuni di voi, avendone peraltro
vissute in prima persona alcune fasi, la conoscono probabilmente meglio di
me. Ma soprattutto perché – e ci tengo a esplicitarlo – sono convinto che da
parte di tutti coloro che nel corso del tempo se ne sono occupati, ci sia stata
l’assoluta buona intenzione di operare per il meglio e, quindi, nella direzione
della massima tutela del Comune di Piacenza.
Oggi anche questa Amministrazione sta cercando di fare la stessa cosa,
assumendosi la responsabilità politica e amministrativa di scegliere e di
provare a dare una soluzione alla vicenda di Piazza Cittadella.
Così come Dirigenti, Uffici tecnici di diversi settori e consulenti sono stati
chiamati e investiti della responsabilità di cercare una via per sbloccare quello
stallo in cui questa vicenda era scivolata, anche per cause di forza maggiore
non dipendenti dalla volontà di alcuno.
Responsabilità che si sono pienamente assunti, nei fatti e nei conseguenti atti
prodotti. A questa ipotesi di soluzione hanno lavorato con impegno e
competenza, e per questo credo che a loro debba andare un particolare
ringraziamento, soprattutto perché questa è la dimostrazione che il settore
pubblico, spesso bistrattato, ha al proprio interno importanti professionalità .
Altrettanto, credo sia doveroso valorizzare il lavoro del Collegio dei Revisori,
che ha svolto un’accurata e meticolosa attività di analisi e verifica. Un prezioso
lavoro di controllo a salvaguardia indispensabile per il nostro Ente.
Oggi abbiamo su questi banchi una proposta di soluzione.
Nel merito ce lo siamo già detti più volte: non stiamo parlando solo di una
semplice opera pubblica, ma di una pratica che deve ricondursi a un impegno
di oltre 10 anni fa. Tempi e contesto forse differenti, ma quella decisione – e il
relativo atto allora sottoscritto – restano l’unico riferimento ancora oggi.
Pertanto poco importa se questa vicenda dovrebbe essere già conclusa, ma
anche per questo riteniamo sia giunto il momento di fare un passo avanti.
Il 29 dicembre scorso, con delibera di Giunta, abbiamo ribadito l’interesse
pubblico. Sottolineo ‘ribadito’ perché è lo stesso interesse sul quale nel 2012
fu fondato il Partenariato pubblico-privato. Da qui il relativo contratto che lega
la gestione dei parcheggi di superficie, così come della rimozione e della
custodia delle auto, alla realizzazione del parcheggio interrato di Cittadella e la
riqualificazione di tutta la piazza.
Sempre ricordando che non vi è alcun capitolo di Bilancio comunale per
quest’opera, e che a finanziarla saranno i soli fruitori dei posteggi a pagamento
della città .
Un parcheggio che – è vero – nel 2008 fu iscritto nell’allora Piano triennale delle
OO.PP. per una capienza di 758 posti auto, ma che a fronte delle ispezioni e
dei carotaggi successivi, fu già nel 2012 previsto in Contratto per 260 posti con
relativo PEF di copertura dei costi. Questo perché fu posto il limite dei 12 metri
di profondità dell’opera.
Al Tavolo tecnico, svolto in contraddittorio tra il Comune e la società titolare
della concessione, è quindi spettato il compito di valutare la possibilità o meno
di trovare un riequilibrio del PEF che, a parità di criteri di allora, attualizzasse i
valori a oggi. Perché è evidente a tutti che nel frattempo siano cambiati lo
scenario complessivo e il valore necessario per la realizzazione dell’opera,
soprattutto alla luce dei rincari dei materiali e dell’andamento dell’indice
ISTAT.
Meccanismo e dinamica che sono stati applicati pari pari nella rivalutazione di
tutte le opere in corso che avessero un quadro economico datato, dalle opere
finanziate col PNRR in giù.
Tavolo tecnico che, ribadisco, si è svolto in un contraddittorio che, come si
evince da alcuni passaggi dei verbali, è stato anche aspro e che non prevedeva
certo esiti scontati a priori.
Tant’è che in attesa della sua conclusione e senza peraltro avere elementi in
merito, ci siamo comunque posti anche il problema dell’eventuale interruzione
del servizio di gestione delle strisce blu, essendo un servizio ordinario e
continuativo che decade immediatamente con la revoca o il recesso del
contratto medesimo.
Ma lo dico soprattutto perché né c’è stata alcuna interferenza da parte di
Sindaca o Giunta nei lavori del Tavolo tecnico, né alcuna pressione da parte del
Concessionario alla parte politica o tecnica che sia. Perché un conto è la
volontà di provare a risolvere una situazione, altra cosa è mettere in dubbio la
correttezza o la professionalità di chi prova a risolvere tale situazione.
Il tutto si è svolto peraltro nella consapevolezza di essere attenzionati da
organismi governativi di controllo quali ANAC e DIPE. Il che, va da sé, ha
aggiunto uno scrupolo e un’attenzione ancora superiore da parte di tutti, sia in
termini di responsabilità sia di legittimità .
Nel tempo si è sempre osservato scrupolosamente quanto prescritto da questi
Enti, e così si è fatto ovviamente anche ora. Nella reciproca consapevolezza dei
ruoli: quello di chi deve amministrare – quindi scegliere e produrre atti – e
quello di chi deve controllarne la legittimità e la correttezza. Per questo
richiamavo prima anche la responsabilità dei nostri Dirigenti, che in questa
logica hanno per primi agito e operato. E lo dico anche alla luce dello stesso
parere del DIPE che, esplicitamente, lo definisce egli stesso “non vincolanteâ€,
non assumendosene quindi alcuna responsabilità a priori.
Inoltre il PEF è stato sottoposto per asseverazione a un Ente terzo e,
naturalmente, abbiamo un obbligo informativo verso ANAC per doverosa
verifica di legittimità di tutti gli atti.
Per quanto riguarda il PEF, infatti, si è chiarito anche nel corso della
Commissione che le leve di riequilibrio non potevano essere diverse per un
atto di questa natura. Ossia partendo dalla valorizzazione dell’opera – con un
agire sull’attualizzazione dei valori di canone, sulle tariffe e sulla durata della
concessione.
compresa) rientrano nel quadro di riequilibrio economico finanziario.
Si prevede un aumento di tariffa oraria per le prime 3 ore di 45 centesimi (di
cui 17 sono per effetto di adeguamento ISTAT).
Il canone viene ricalibrato, a partire dalle annualità 2020 e 2021, secondo gli
stessi valori che ipotizzò il Tavolo tecnico di allora ossia 660mila euro. Da qui in
avanti l’andamento progressivo è il seguente: un importo minimo garantito di
800mila euro nel 2022; 850mila euro nel 2023 e 2024; 800mila euro per l’anno
Infine, la concessione viene infatti estesa di 4 anni, ossia dal 2039 al 2043,
passando quindi da 27 a 31 anni complessivi.
La proposta di Delibera assume quindi tale ipotesi di riequilibrio. Ma in
particolare vorrei richiamare l’attenzione a due allegati: alla Matrice dei rischi che attesta, come giusto che sia, il rischio in modo evidente a carico del
Concessionario – e la relazione prodotta dal dott. Massimo Sandoni che
compara tra loro altri diversi scenari, che nel caso crediamo siano gli unici
possibili.
Questo credo sia esattamente il punto: oggi, dati i diversi scenari contemplati,
siamo chiamati a scegliere quale sia la possibile soluzione a maggior garanzia
dell’Ente, stabilendo implicazioni e saldo tra eventuali costi e benefici.
E proprio da questa comparazione ci siamo persuasi che la strada da
percorrere sia quella indicata dalla proposta di Delibera. Ogni altra soluzione,
infatti, mette il Comune nella condizione di dover sostenere più costi che
benefici.
Per quanto riguarda la rimodulazione del canone, anche questo è stato
attualizzato congiuntamente agli altri valori, perché difficilmente oggi si
anno. Ma anche a fronte di un minor introito da canone, rispetto alla cifra
120.000 euro anno – a conti fatti i benefici dell’operazione restano positivi
rispetto alle altre ipotesi di recesso o revoca.
Vale per le tempistiche di intervento e di contenzioso, per l’interruzione del
servizio di gestione dei parcheggi e affini, per le penali previste a titolo di
risarcimento e per i fondi propri che il Comune dovrebbe prevedere sia per la
riqualificazione della piazza stessa, sia come quota di co-finanziamento inserita
nel PEF di Piazza Cittadella relativa al Bando Periferie per la riqualificazione di
Aree che sono ormai legate a doppio filo e che crediamo debbano andare di
pari passo, sia per la loro dislocazione e armonizzazione, sia per poter
massimizzare il numero di posti auto in quel comparto di città .
Altra soluzione rispetto a tali scenari, sinceramente, non la vediamo.
A meno che si contesti nel merito lo stesso interesse pubblico dell’opera, che è
una posizione assolutamente legittima ma che, rientrando plausibilmente
nello scenario della revoca unilaterale da parte del Comune, ci pone nelle
stesse condizioni di sproporzione tra costi e benefici.
C’è qualche eventuale rischio da correre? Certo, molti dei quali però si
ritrovano parimenti in tutte le opere pubbliche.
E consapevolmente, almeno quelli ipotizzabili, abbiamo provato a passarli in
rassegna.
Partiamo dall’affidabilità della società e dei soggetti che rientrano nella
compagine. Il primo tassello sarà la bancabilità dell’opera, visto che il PEF ha
riportato a sostegno di essa lo stesso indice di reddittività parametrato al
2012.
Lo ha chiarito bene in Commissione l’ing. De Micheli di Avalon quanto nessuna
banca abbia, nei fatti, la benché minima intenzione di rischiare il proprio
denaro relativamente a un’opera della quale il Concessionario detiene il solo
diritto di superficie temporaneo, quindi garanzia decisamente insufficiente.
Qui crediamo si misurerà nel concreto la solidità degli interlocutori, garanzia
che riteniamo prioritaria al fine di poter prevedere un percorso di realizzazione
il più lineare possibile.
Anche per questo abbiamo scelto di recepire in Delibera i principi espressi dal
DIPE e gli elementi essenziali dell’Addendum contrattuale che dovrà essere
eventualmente sottoscritto, ma di posticipare la sua formulazione e
sottoscrizione solo al momento in cui il Concessionario produrrà il PEF
asseverato da un istituto bancario e la relativa fidejussione assicurativa a
prima richiesta.
Addendum che, come abbiamo già detto e nonostante sia di sola competenza
dirigenziale, ci impegniamo fin da subito a illustrare in Commissione per
opportuna informazione.
Passiamo al tema di eventuali ritrovamenti di reperti archeologici.
Il rischio c’è, nonostante ricordiamo che la stessa Soprintendenza abbia
comunque autorizzato lo scavo. Sarà uno scavo dovutamente controllato come peraltro ogni volta che si scava in ogni area della città – e per il quale si
procederà a vista, consapevoli anche dei potenziali ritardi e – giustamente – del
parere vincolante su tutto e tutti della Soprintendenza stessa.
Dal punto di vista economico, rispetto a questa partita, è già stato previsto
Concessionario, cifra oltre alla quale sarà il Comune a dover intervenire per
eventuale rimozione e messa in sicurezza del materiale rinvenuto.
Ci siamo posti anche il tema idraulico. Colgo intanto l’occasione per
comunicare che Ireti ha completato l’ispezione e la mappatura dei rivi urbani
che sta depositando presso ATERSIR, in qualità di Committente. E anche in
questo caso, da una prima valutazione seppur informale, non risultano al
momento impedimenti relativi a condotti attivi.
Infine il tema della presenza o meno di aree verdi nei diversi progetti di
riqualificazione delle piazze Cittadella e Casali, altra questione che avvertiamo
importante e che ci sentiamo di porre all’attenzione sia della Soprintendenza
sia dei progettisti per una loro attenta valutazione.
Per tutti questi motivi pensiamo di aver compiuto un percorso lineare,
coerente e cautelativo per l’Ente. Mossi quindi da una volontà politica e
affidandoci alle valutazioni di tecnici, così come peraltro accade in tutti gli altri
casi di opere pubbliche e, in generale, nella quotidiana azione amministrativa
stessa.
Questa sarà eventualmente un’opera che porta con sé grande attenzione, cosa
che ritengo naturalmente positiva. Proprio perché siamo tutti chiamati a
vigilare e, avendo cercato di ristabilire ordine alla vicenda attraverso questa
proposta di Delibera, ora più che mai dovremo essere come Ente inflessibili e
intransigenti rispetto agli impegni presi dal Concessionario.
Mi auguro quindi di essere almeno riuscito a spiegare l’importante lavoro fatto
in questi dieci mesi circa, nell’intenzione di dare un contributo positivo
all’evolversi di questa vicenda.
E ringraziandovi per l’attenzione, mi auguro altrettanto – peraltro come nelle
occasioni scorse – che quest’Aula sappia condurre un dibattito sereno,
concreto e legato al merito della questione.