
(AGENPARL) – Roma, Ven 23 giugno 2023 – Dove c’è la storia, non può mancare l’Esercito Italiano. E la “corsa più bella del mondo”, come viene definita, è senza dubbio un pezzo di storia nazionale, non solo automobilistica. La ‘Mille Miglia” è da sempre, infatti, una corsa di grandi numeri, di chilometri e chilometri d’Italia che scorrono veloci, di passioni forti e condivise: è una festa, con il sapore dell’incontro più che della competizione.
È un modo, tra i tanti, per celebrare la bellezza del nostro Paese, che ha saputo esprimersi anche attraverso il rombo dei motori, che ha spesso assunto la forma di automobili indimenticabili. Basti pensare ad alcuni nomi: dall’Abarth alla Ferrari, dall’Alfa Romeo alla Lancia, dalla Bugatti alla Maserati, passando per quella FIAT che, all’inizio del secolo scorso, permise all’Italia di accedere al consesso delle Nazioni industriali.
Ecco perché ho subito guardato con entusiasmo alla partecipazione dell’Esercito Italiano a questa manifestazione, che rappresenta un pezzo della nostra identità.
Non ho mai creduto nella solitudine dei simboli penso, anzi, che i simboli debbano parlarsi, interagire, moltiplicare l’uno la forza dell’altro. E l’Esercito è un simbolo, così come l’automobilismo; sono entrambi simboli del riscatto italiano. È significativo, in questi termini, che la corsa parta e finisca a Brescia: “Leonessa d’Italia”, città emblema del Risorgimento nazionale.
Quest’anno, tra le oltre 400 vetture che hanno percorso i 2.000 chilometri previsti, nelle cinque tappe di Cervia, Milano Marittima, Roma, Parma e Milano, ci sono state anche due “nostre” rappresentanti: una Fiat “Campagnola” del 1951, nella versione “Autovettura da ricognizione 1951 (A.R. 51)”, e una Lancia “Aprilia” Berlina 2° serie del 1939 (che fu disegnata, peraltro, proprio per la “Mille Miglia”).
Ancora una volta, insomma, l’Esercito si è mosso tra i cittadini; e che lo abbia fatto in una circostanza ludica, e non, come di consueto, per intervenire in loro soccorso, non rende la scelta meno importante. Perché l’Esercito, se ha il compito di aiutare e proteggere, ha anche quello di testimoniare la propria presenza: di rappresentare un punto di riferimento costante, un “vicino” amichevole, familiare, al quale affidarsi. Anche così tiene fede alla sua missione, e la facilita. Anche così si realizza quel modello di Forze Armate “per la gente e tra la gente” che è un principio fondamentale della Difesa.
Non di meno, sono felice che questa partecipazione abbia permesso di valorizzare, nel modo più efficace “dinamico” possibile, il prezioso patrimonio del Museo Storico della Motorizzazione Militare: un presidio di conoscenza e memoria che ha preso, così, nuova vita.
La ‘Mille Miglia” è una corsa di “granfondo”: quindi, di durata e tenacia. Sono qualità che servono alla nostra amata Italia, come a ciascun Paese. Sono qualità che l’Esercito Italiano possiede; e fa piacere ricordare che, quando si tratta di implementarle, l’Esercito c’è. È sempre pronto.






