
(AGENPARL) – mer 21 giugno 2023 sabato 24 giugno ore 20.30
Teatro A. Ponchielli
LA MUSICA E LE RAGIONI
DELL’ANIMA
Monologo lirico con Kieran White
musiche di
C. Monteverdi, F. Cavalli, G. Carissimi
creato e sviluppato da
Francesco Vitali, Marcio da Silva,
Kieran White
Kieran White, haute – contre
Marcio da Silva, regia e direzione musicale
ENSEMBLE ORQUESTA
Edmund Taylor, Kirsty Main, violino
Ana Torbica, viola da braccio
Nathan Giorgietti, viola da gamba
Pablo Tejedor-Gutiérrez, violoncello
Paul Jenkins, flauto dolce
Céline Pasche, flauto dolce /arpa
Cédric Meyer, arciliuto
Stephanie Gurga, clavicembalo/organo
Predrag Gosta, clavicembalo e percussioni
Marcio da Silva, clavicembalo / chitarra barocca
/ percussioni
Francesco Vitali, scene, costumi e luci
Alec Boreham, collaborazione alla scena assistente
GIARDINO22 ARTLAB MILANO
AUDIOLUCI.COM
video proiezioni e camere
Nuova co-produzione
Fondazione Teatro Ponchielli/Ensemble OrQuesta
LA MUSICA E LE RAGIONI DELL’ANIMA
Monologo lirico con Kieran White
Rendetemi ~ L’Egisto ~ Francesco Cavalli
Giocosità ~ Playfulness
Nigra sum ~ Vespro della Beata Vergine ~ Claudio Monteverdi
Gioia ~ Joyfulness
O Quam Pulchra es ~ Claudio Monteverdi
Lussuria ~ Lust
Ombra mai fu ~ Xerse ~ Francesco Cavalli
Amore ~ Love
Notte, che nel profondo oscuro seno chiudeste ~
Il combattimento di Tancredi e Clorinda
Claudio Monteverdi ~ Coraggio ~ Courage
Si dolce è’l tormento ~ Claudio Monteverdi
Disillusione ~ Disillusion
O dolor, o mártir che l’alma attrista ~ Il ritorno di Ulisse in Patria ~
Claudio Monteverdi
Dipendenza ~ Addiction
Lasso io vivo ~ L’Egisto ~ Francesco Cavalli
Paura ~ Fear
Celesti fulmini ~ L’Egisto ~ Francesco Cavalli
Rabbia ~ Anger
Justus Es Domine ~ Jonas ~ Giacomo Carissimi
Disperazione ~ Desperation
Possente Spirto ~ L’Orfeo ~ Claudio Monteverdi
Tristezza ~ Sadness
Oblivion Soave ~ L’Incoronazione di Poppea – Claudio Monteverdi
Isolamento ~ Isolation
durata spettacolo:
prima parte 40 minuti
intervallo:15 minuti
seconda parte: 40 minuti
NOTE
di Marcio da Silva (Direzione Scenica e Musicale)
L’ispirazione di questo spettacolo nasce dalla vibrante musica di Monteverdi
e dalla straordinaria abilità sua e dei suoi contemporanei, di tessere, con le
note, il vivido arazzo delle emozioni umane.
Nel selezionare un pasticcio di 12 arie e ritornelli ho perseguito l’intento di
usare l’unicità musicale di Monteverdi per narrare il percorso di vita astratto
di un personaggio simbolico, o che dir si voglia, rappresentativo, dove ogni
interludio musicale rappresenta un affetto musicale (Giocosità, Gioia,
Lussuria, Amore, Coraggio, Disillusione, Dipendenza, Paura, Rabbia,
Disperazione, Tristezza e Isolamento), che viene fisicamente esplorato sia
attraverso i movimenti che con le espressioni vocali.
All’interno della narrazione ogni emozione si riferisce ad uno specifico
momento nella vita del personaggio. Sulla scena, è rappresentato un
circuito chiuso, o cerchio della vita, dove la fine è connessa all’inizio, tuttavia,
le emozioni non sono rappresentate cronologicamente. Le arie scelte non
sono in relazione tra loro, e sono state posizionate all’interno della
rappresentazione, con l’intento di rimuovere l’aspetto del Tempo, che
spesso diventa fattore dominante dell’esperienza umana. Allo scopo di
sfidare la nostra percezione, le arie si snocciolano quindi in modo casuale.
Il numero 12 è stato scelto per il suo significato nella storia e nella vita
quotidiana; sono 12 le dimensioni di spazio e tempo, 12 le ore, 12 i mesi,
12 le stazioni lunari e solari, 12 i segni zodiacali, 12 le note cromatiche, 12
gli Apostoli e 12 sono gli Olimpi. Tale numero crea un senso di universalità
che connette il nostro passato e il nostro futuro attraverso le diverse culture.
Nella Speranza che questa produzione inusuale, attraverso la profonda
musicalità e l’abilità recitativa di Kieran White, aiuti a creare un ponte tra la
potente bellezza della musica di Monteverdi e il nostro pubblico.
NOTE
di Francesco Vitali (scene, luci e costumi)
L’azione scenica avviene all’interno di un cerchio luminoso, dove il tempo
viene scandito, e che senza direzione, mostra la sua forza divina collegata
da sempre al cielo. Il nostro personaggio, come l’Uomo Vitruviano di
Leonardo, è dentro il suo stesso “infinito”, dentro il ventre materno della
madre terra, che gli ricorda e ci ricorda quanto di più fragile è fatta la nostra
essenza. I frammenti della sua di esistenza, vengono qui ritratti e raccontati
utilizzando la magia della musica di Claudio Monteverdi e di alcuni suoi
contemporanei.
Monteverdi e Cavalli formano un mondo musicale unico e intercambiabile.
Ascoltiamo la loro musica con molta flessibilità, energia ed equilibrio.
Scopriamo che la purezza di questa musica si avvicina ai nostri veri
sentimenti come umani e crea una forte connessione tra esecutore e
pubblico.
Il nostro personaggio indossa un abito senza tempo, che a tratti ci riporta
nel XVII secolo, a tratti ci rimanda a una contemporaneità a noi vicina e più
riconoscibile quasi come una rockstar punk. Il tempo è scandito anche dagli
elementi del costume che si modificano, che spariscono, che evolvono
come l’anima stessa del personaggio che lo indossa. Il colore nero presente
nel costume con tutte le sue sfumature, penetra dentro di noi come una
lama gentile. Il rosso vivo di un drappo leggero, ora è gonna, ora è sangue,
ora è amore ora è ventre sporco, ci spaventa, ci avvolge e ci scalda.
LA MUSICA E LE RAGIONI DELL’ANIMA
Se Monteverdi è ancor oggi capace di essere protagonista della nostra vita
musicale è in massima parte per la capacità di esprime magistralmente i
sentimenti dell’animo umano e, di rimbalzo, di suscitarli in chi ascolta la sua
musica: è la ‘seconda pratica’, che metteva la musica a servizio
dell’espressione degli affetti e che segna indelebilmente lo sviluppo
successivo dell’arte dei suoni.
A partire da questi presupposti, il programma inanella 12 tappe di un
itinerario interiore che esplorano altrettante emozioni, amplificando la
dimensione musicale col ricorso a diversi mezzi espressivi per aggiungere
ai suoni corpo, luce, colore e gesto; gli abbinamenti sono squisitamente
creativi. I brani vocali sono incorniciati da sinfonie e ritornelli strumentali
tratti dalle stesse opere, mescolando però le carte e accostando
liberamente i pezzi. La serie strumentale si apre con la Toccata dell’Orfeo
(considerato da molti la prima opera in musica capace di uscire dall’ambito
dell’esperimento per arrivare realmente a coinvolgere chi ascolta) e si
chiude con la Sinfonia dell’Incoronazione di Poppea, ultima opera nota di
Monteverdi.
La tavolozza delle emozioni comincia con la Giocosità, affidata alle note
della scena di follia dell’Egisto di Cavalli (1643), dove il protagonista
impazzisce per il rifiuto della sua amata Clori e nel delirio si vede come
Orfeo che scende agli inferi per recuperare Euridice («egli per mia cagion
va forsennato», commenta la donna). Seguono due composizioni
monteverdiane ben note, tratte dal Cantico dei cantici: Nigra sum (collocato
nel Vespro della Beata Vergine in virtù della lettura mariana che se ne può
dare, anche con riferimento alla devozione per le Madonne nere) e O quam
pulchra es; la caratteristica carica sensuale di questo particolare libro della
Bibbia dà al compositore la possibilità di una resa appassionata del testo, e
fornisce ai creatori del programma lo spunto per accostare i due brani a
Gioia e Lussuria.
Si ritorna poi a Cavalli, dal cui Xerse (1654) è tratta Ombra mai fu (testo reso
immortale, molto dopo, da Handel); per esemplificare l’Amore è stata scelta
(non senza ironia?) la prima aria del protagonista eponimo dell’opera,
rivolta al suo amato platano. Con l’accompagnamento degli strumenti
omoritmico o in eco, una melodia semplicissima in ritmo ternario esprime
tutta la tenerezza di Serse verso l’adorato «vegetabile», proprio nella prima
scena dell’opera.
Il Coraggio trova espressione di immediata percezione nel Combattimento
di Tancredi e Clorinda, da cui si estrapola la terza ottava: «Notte, che nel
profondo oscuro seno», il momento sospeso immediatamente precedente
il «principio della guerra», in cui il recitativo del Testo si carica di inflessioni
ariose e celebra la grandezza dei due protagonisti.
Ad uno «scherzo di ariose vaghezze», se stiamo al titolo dell’antologia del
1624 da cui è tratto Sì dolce è ‘l tormento (sempre di Monteverdi), è affidata
la resa sonora della Disillusione; la composizione è strofica, il carattere
musicale leggero, la realizzazione di un’assoluta semplicità, in ritmo
ternario, col ricorso esclusivo al movimento per gradi congiunti e note
ribattute.
La Dipendenza prende la voce di Iro: il suo monologo «O dolor, o martir che
l’alma attrista» («parte ridicola») all’inizio del quinto atto del Ritorno di Ulisse
(1640) esprime tutta la disperazione per la perdita dei Proci, che lo priva
delle «delizie del ventre e della gola», in una gustosa quanto efficace
parodia del lamento. All’Egisto si ritorna invece per trovare Paura e Rabbia.
La prima prende la forma del lamento strofico, su un basso di marcato
andamento discendente che strizza l’occhio esplicitamente alla passacaglia:
siamo all’inizio del secondo atto ed Egisto comprende di aver perduto Clori.
La seconda ricorre al suo poderoso sfogo (III/5) che comincia con una
successione di quinari sdruccioli in cui invoca ogni sorte di punizione per
Clori («abbrusciatela / sommergetela / inghiottitela / divoratela») per poi
contraddirsi e precipitare nella follia di cui avevamo avuto un assaggio
all’inizio del percorso.
Carissimi è prescelto per intonare la Disperazione, individuata nella
preghiera di Giona chiuso nel ventre della balena: riconoscendo le proprie
colpe, si rivolge al Signore con un lamento in tre sezioni chiuse dal refrain
«Placare, Domine, ignosce, Domine, et miserere».
Le ultime due tappe, Tristezza e Isolamento, sono affidate alla prima e
all’ultima opera del Divino Claudio. Possente spirto è collocata al centro
dell’Orfeo e sapientemente costruita per far emergere la forza espressiva
del mitico cantore, dosando e alternando abilmente anche gli strumenti
concertanti; lo scopo è far capitolare Caronte, che si addormenta,
lasciandolo perciò passare. Una diversa ‘ninnananna’ è Oblivion soave,
cantata dalla nutrice Arnalta a Poppea (secondo atto): invitandola a rifugiarsi
nel sonno la spinge, di fatto, ad isolarsi dalla ridda di intrighi, amori e umori
che la circondano.
testo a cura di Giorgia Federici
in collaborazione con
KIERAN WHITE
Il tenore (Haute-Contre) britannico Kieran White
continua a riscuotere successo nel Regno Unito
e si sta rapidamente affermando come solista
ricercato in tutta Europa, lavorando con molti dei
principali ensemble e festival del mondo.
Recenti impegni operistici includono Castor
Castor & Pollux con la Warsaw Chamber Opera,
Hippolyte Hippolyte Et Aricie all’Arcola Theatre
(Londra), Valère/ Tacmas Les Indes Galantes e
Arnalta & Lucano L’incoronazione Di Poppea per
Ensemble OrQuesta Baroque, Damon Acis And
Galatea per The Dorset Opera Festival, Oronte
ALCINA al Théâtre Basse Passière, Normandy,
Ruggiero in Caccini La Liberazione Di Ruggiero
e Pastore in La Dafne di Gagliano per il Brighton Early Music Festival e Sailor
Dido And Aeneas al Grange Festival. I prossimi impegni includono un tour
europeo e la registrazione commerciale di Atys Di Lully con Les Talens
Lyrique, Narete La Fida Ninfa all’Innsbrucker Festwochen der Alten Musik e
The Fairy Queen e King Arthur con Vox Luminis al Malta Baroque Festival.
Gli impegni concertistici includono Bach Weihnachtsoratorium (Evangelist e
tenore solista) con Collegium Musicum, Bergen, Bach Johannes-Passion
(tenore solista) con Bristol Bach Choir, Bach Matthäus-Passion (tenore
solista) con Copenhagen Soloists, Stainer Crucifixion e Monteverdi Vespro
della Beata Vergine con Edvard Grieg Kor, Cantate di Bach con Amsterdam
Baroque sotto Ton Koopman, Messa in si minore di Bach al Thuringer
Bachwochen e Bach Johannes-Passion (Evangelist) nella Cattedrale di
Aberdeen e Huddersfield Town Hall con Manchester Camerata, MatthäusPassion con Ars Musica, Collegium Vocale Briela and the Haags
Toonkunstkoor, Messiah alla Usher Hall diretta da Sir James MacMillan e
King Arthur con Vox Luminis alla Salle Gaveau di Parigi. Ha lavorato con
molti dei principali direttori di oggi tra cui Sir John Eliot Gardiner, Ed
Gardner, Benjamin Bayl, Paul Agnew, Stefan Plewniak, Gregory Batsleer e
Nigel Perrin. Kieran ha iniziato i suoi studi musicali come corista nell’abbazia
di Sherborne, per poi entrare a far parte del famoso Wells Cathedral Choir.
Kieran si è laureato alla Royal Academy of Music a Londra conseguendo un
Master con lode. Attualmente viene seguito del famoso haute-contre Jean
Paul Fouchecourt. Nel 2021 Kieran si è aggiudicato il 2° posto al Froville
International Baroque Singing Competition e nel 2022 ha vinto il 1° posto
all’Aria Borealis Bodø Singing Competition.
MARCIO DA SILVA
Nato in Brasile, Marcio è stato un rinomato
ragazzo-soprano e si è esibito come solista in
Germania, Italia e Brasile, e negli Stati Uniti
con il Phoenix Boys Choir. Quando la sua
famiglia si è trasferita in Francia, Marcio si è
diplomato in canto e direzione di coro e
d’orchestra al Conservatoire de Toulouse.
Ha acquisito una vasta esperienza nell’opera,
come solista bambino al Palacio das Artes di
Belo Horizonte, e poi al Théâtre du Capitol de
Toulouse, al Théâtre des Champs Elysees e al
Théâtre du Chatelet di Parigi. Ha poi studiato
direzione d’orchestra alla Musikhochschule di Friburgo con Scott
Sandmeier, ottenendo il Bachelor of Music. Si è trasferito a Londra per
intraprendere un Master in direzione d’orchestra al Royal College of Music,
con Peter Stark e Robin O’Neill. Nel 2012 è stato selezionato per partecipare
alla master class di direzione della London Symphony Orchestra con Sir
Colin Davis. Nel 2014 è stato uno dei tre finalisti al Princess Astrid
International Conducting Competition in Norvegia, con la Trondheim
Symphony Orchestra. Marcio gode di un’intensa carriera come direttore
d’orchestra, direttore d’opera, baritono e vocal coach. Ha diretto orchestre
in Brasile, Germania, Italia, Repubblica Ceca, Polonia, Turchia e Kosovo.
Nel 2016 ha fondato la Hastings Philharmonic Orchestra di cui è direttore
artistico e direttore principale. È stato direttore musicale della Grange
Choral Society, dal 2012 al 2022. È il direttore musicale della Billingshurst
Choral Society e dell’Hastings Philharmonic Choir. Come direttore d’opera
e direttore d’orchestra, il portfolio di Marcio include, direttore musicale
della Woodhouse Opera dal 2012 fino alla sua ultima stagione nel 2018,
fondando l’Ensemble OrQuesta nel 2013; e mettendo in scena nel 2020,
l’acclamata produzione dell’Hampstead Garden Opera de L’Egisto di
Cavalli. Negli ultimi dieci anni Marcio ha diretto e condotto e messo in scena
oltre 30 opere e ha portato produzioni professionali in una varietà di luoghi
marginali a Londra con grande successo di critica. Ciò ha incluso la
partecipazione a stagioni ricorrenti del Grimeborn Opera Festival, all’Arcola
Theatre di Londra. Nel 2014 Marcio ha fondato l’Ensemble OrQuesta Opera
Academy – dedicata alla formazione della prossima generazione di cantanti
lirici – che tiene ogni anno diverse accademie intensive che culminano in
spettacoli completamente messi in scena. Questi hanno dato a molti
cantanti di tutto il mondo l’opportunità di studiare ed eseguire un lavoro
operistico ad alto livello artistico.
FRANCESCO VITALI
Nato a Novara nel 1971, si diploma
all’Accademia di Belle Arti di Brera in
scenografia nel 1996 con il massimo
dei voti.
Nel 1994 e nel 1995 ha studiato in
California all’Università Statale di San
Francisco nella facoltà di “arti teatrali”,
lavorando come scenografo per
diverse produzioni di prosa e musical. Nel 1997 lavora come light designer
e fotografo a New York e San Francisco e inizia così una carriera di successo
come fotografo e come scenografo che lo ha portato a lavorare in diverse
produzioni con diversi registi.
Nel 2000 vince un concorso pubblico come scenografo indetto dall’Unione
Europea e dalla Fondazione Teatro Massimo di Palermo e lavora come
scenografo realizzatore per alcune produzioni di opere liriche. Nel 2002
inizia la sua collaborazione con la regista e coreografa Deda Cristina
Colonna per alcune opere liriche e opere di teatro drammatico come light
designer, scenografo e costumista.
Nel 2008 firma regia e fotografia per l’ArtFilm “Voluptas dolendi i gesti di
Caravaggio”, tratto dall’omonimo spettacolo di Deda Cristina Colonna e
Mara Galassi, proiettato in tutto il mondo e trasmesso sul canale TV
CLASSICA HD SKY dal 2011 al 2021.
La sua collaborazione come scenografo, light designer e costumista con la
regista e coreografa Deda Cristina Colonna, prosegue con le opere Armide,
di Jean-Baptiste Lully, andata in scena dal 2015 al 2022 in Europa, e Castor
et Pollux di Jean-Philippe Rameau, prodotta dall’Opera da Camera di
Varsavia (2021-2022-prossimamente in scena nel 2024) con la quale vince il
premio Teatro Musicale Polacco Jan Kiepura Award 2021 per i migliori
costumi. Entrambe le opere sono state trasmesse dal canale televisivo
nazionale polacco TVP Kultura.
Nel 2018 ha scritto, diretto e co-prodotto un docufilm dal titolo -Villa
Visconti Borromeo Litta, quattro secoli di storia, un viaggio nel tempo tra
delizie, arte e giochi d’acqua-. Patrocinato dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, coprodotto dall’Associazione Amici di Villa Litta, Comune
di Lainate e Roadmovie, proiettato in Italia e nel mondo a partire dal 2018,
è stato acquisito e tramesso da SKY ARTE e dal Netwok TV Nazionale
Polacco TVP Kultura, TVP Kultura 2.
ALEC BOREHAM
Nasce a Folkestone, nel Kent, nel Regno
Unito nel 1969, si laurea in infermieristica
all’University College Hospital di Londra.
Dopo diverse esperienze all’estero come
infermiere, ritorna nel 1996 in Inghilterra,
dove prosegue la sua carriera presso diverse
strutture sanitarie e in fine dopo alcuni anni
nel 2022 diventa vice capo infermiere nel
dipartimento di endoscopia presso il
‘University College Hospital NHS di Londra.
Tra il 2000 e il 2002 frequenta il London
College of Printing consolidando cosi il suo interesse e la sua passione per
l’architettura, l’arte, la fotografia e il design. Alec inizia a sviluppare
successivamente i suoi talenti attraverso diverse tecniche espressive che
includono disegni a grafite di paesaggi urbani e strutture architettoniche,
vincendo nel 2022 un prestigioso premio inglese,”Alexander Thomson
Society 2022”.
Dal 2017 inizia ad approfondire la sua passione per l’architettura in genere
e in particolare quella orientale e islamica iniziando un percorso di studi
presso la Oxoford University e sviluppando alcune serie di opere grafiche
incentrate su monumenti iconici europei e Medio Orientali.
Dal 2019 inizia la collaborazione con lo scenografo, costumista e light
designer Francesco Vitali sviluppando un progetto artistico dal titolo “Spazi
architettonici fluttuanti”, esposto in Olanda e Turchia che presto verrà
presentato in Italia. La collaborazione con Vitali come scenografo
collaboratore prosegue nel 2020 con l’opera lirica premiata con il Jan
Kiepura Award 2021, “Castor et Pollux” di Jean-Philippe Rameau prodotta
dall’Opera da Camera di Varsavia, in onda sulla Televisione Nazionale
Polacca TVP Kultura dal 2021, in scena nel 2021, 2022 e prossimamente nel
2024.
ENSEMBLE ORQUESTA
È stata fondata nel 2013 da Marcio da
Silva.
L’ensemble
dedica
all’esecuzione dell’opera del XVII e XVIII
secolo in tutta la sua ricchezza e diversità
secondo i più alti standard con strumenti
d’epoca ed è appassionata nel
presentare interpretazioni creative e
musicalmente autentiche di opere sia
amate che meno conosciute, rendendo l’opera accessibile al più vasto
pubblico possibile. Attualmente porta produzioni operistiche barocche
professionali al Grimeborn Opera Festival all’Arcola Theatre e al The Cockpit
di Londra. Il 2021 ha segnato il primo tour all’estero di EO al Théâtre Basse
Passière nella campagna della Normandia. Il 2022 ha segnato la prima
esibizione su piccola scala di EO al Le Festival L’Eté au Verger a Veyrier, in
Svizzera. Fin dall’inizio, le produzioni di alta qualità dell’Ensemble OrQuesta
hanno ottenuto il plauso della critica.
Le produzioni hanno raccolto una serie di recensioni positive da critici
musicali rispettabili, che vanno dai giornali nazionali del Regno Unito come
The Observer, a Opera Magazine, Seen and Heard International, Early Music
Reviews, The Stage, British Theatre, Broadway World e The Evening
Standard. La produzione dell’Ensemble OrQuesta di Alcina di Handel del
2021 – “Handel essenziale e brillante” – è stata nominata la quarta opera da
The Observer in una lista che comprende “Le dieci migliori esibizioni di
musica classica del Regno Unito del 2021”. La produzione “appassionata e
abilmente diretta” dell’Ensemble OrQuesta nel 2022 de L’Incoronazione di
Poppea di Monteverdi all’Arcola Theatre di Londra è stata nominata OFFIE
per la migliore produzione operistica e la migliore interpretazione d’opera,
e la compagnia e l’orchestra dell’Ensemble OrQuesta sono stati uno dei tre
finalisti OFFIE per la migliore Spettacolo operistico. Diversi membri della
compagnia, tra cui Kieran White, Helen May e Poppy Shotts, sono stati
nominati OFFIE per le loro eccezionali performance barocche sotto la
direzione di Marcio da Silva. Ensemble OrQuesta si occupa regolarmente
delle proprie edizioni di opere barocche. Questi hanno incluso Xerse
(Cavalli), L’Egisto (Cavalli), L’Euridice (Caccini), Petite Pastorale
(Charpentier), Il faut rire et chanter (Charpentier), Céphale et Procris
(Elisabeth-Claude Jacquet de la Guerre) e Musiche Sacre (Cavalli). Nel
febbraio 2023 l’Ensemble OrQuesta ha eseguito la prima britannica di
Céphale et Procris di Elisabeth Jacquet de la Guerre a Londra con grande
successo di critica. Questo sarà ripreso ad agosto al Grimeborn Opera
Festival del 2023, a Londra.