
[lid] A Bari, Bologna, Genova, Padova, Torino e Milano non si riesce neanche ad avere l’appuntamento in questura. In molte delle 12 città fotografate dalla nostra indagine i tempi restano biblici, fino a sette mesi a Bolzano e ben cinque ad Ancona. La situazione è peggiorata rispetto alla nostra inchiesta del novembre scorso.
Abbiamo denunciato già nel novembre scorso le attese infinite per il rinnovo e il rilascio del passaporto fotografate con la nostra inchiesta in 13 città lungo tutto lo Stivale. Abbiamo voluto verificare a distanza di circa sette mesi se la situazione è migliorata.
Il 6 giugno scorso abbiamo chiesto ai nostri collaboratori di provare a prenotare un appuntamento per il rilascio del passaporto sulla piattaforma ministeriale che fornisce le disponibilità presso i commissariati presenti all’interno della provincia. Abbiamo verificato i tempi di attesa in 12 città: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma e Torino.
La nostra inchiesta: in 6 città su 12 non si riesce a prendere l’appuntamento
I tempi di attesa per avere l’appuntamento in questura sono quasi sempre peggiorati rispetto a sette mesi fa.
In sei città su dodici il cittadino si trova davanti una sfilza di “non disponibile” per tutte le date possibili in quel momento sulla piattaforma ministeriale di prenotazione. Insomma, “ritenta e sarai più fortunato”.
Si tratta di Bari, Bologna, Genova, Padova, Torino e Milano. Nella città meneghina, però, la piattaforma dà la possibilità di andare in provincia a Cinisello Balsamo dopo un mese e mezzo. Un po’ scomodo e non certo in tempi così brevi da indurre a sobbarcarsi i km in più da percorrere. Comunque si tratta di un netto peggioramento rispetto a novembre quando un appuntamento in questura era disponibile dopo circa un mese.
Brutta sorpresa per i bolognesi, il sei giugno sulla piattaforma non c’era nessun appuntamento disponibile, mentre a novembre avevano trovato posto per il giorno dopo, forse era un colpo di fortuna…
Nulla è cambiato per Genova e Padova che risultavano già senza disponibilità. Il nostro collaboratore di Genova ha anche riscontrato un problema nella piattaforma di prenotazione perché inizialmente sembrava ci fossero tre commissariati con 12 posti disponibili, ma quando poi ha cliccato per prenotare l’appuntamento la disponibilità non c’era più. Un’anomalia del sistema che ha riscontrato anche il nostro collaboratore di Bari, altra città in cui non c’è verso di prenotare un appuntamento, che si era illuso di poterlo fare perché la piattaforma dava una data disponibile seppure a settembre.
In sei città su dodici schermo rosso per troppi cittadini che devono riprovare sulla piattaforma sperando di trovare un posto prima o poi, ma non va meglio in altre città dove la disponibilità c’è, ma si va alle calende greche.
A Bolzano più di sette mesi di attesa
A Bolzano gli altoatesini devono aspettare l’anno nuovo per potersi presentare in questura, più di 7 mesi di attesa (230 giorni). Tre mesi in più rispetto alla fotografia che abbiamo scattato a novembre quando comunque si aspettava tantissimo.
Questure sempre più intasate anche ad Ancona dove i tempi di attesa aumentano a 5 mesi dai 3 dell’inchiesta di novembre. Da notare come nel capoluogo marchigiano la piattaforma ha dato come prima disponibilità il giorno dopo, ma a Osimo località distante 20 km circa. Il sistema dà le disponibilità della provincia, ma non è pensabile che il cittadino debba fare 40 km (andata e ritorno) per avere un documento così importante. Lo stesso è accaduto a Palermo, dove si poteva andare il giorno dopo, ma in un commissariato di Termini Imerese, ben 80 km andata e ritorno. Altrimenti la prima disponibilità nel capoluogo siciliano era dopo quasi due mesi, un netto peggioramento rispetto ai tempi registrati a novembre dove il cittadino aspettava 14 giorni per varcare la soglia della questura.
Firenze, Napoli e Roma le più veloci
Imbattibili Firenze e Napoli dove il primo appuntamento è addirittura il giorno dopo.
Altrettanto bene anche Roma che dà disponibilità due giorni dopo. Napoli e Roma addirittura migliorano i tempi di attesa rispetto all’inchiesta di novembre dove ci volevano rispettivamente 14 e 10 giorni.
A parte queste poche eccezioni, la nostra inchiesta mostra come sia ancora più difficile ottenere il passaporto in tempi ragionevoli come dovrebbe essere per rispettare il diritto del cittadino a muoversi liberamente anche al di fuori dell’Unione europea dove serve solo la carta di identità. I cittadini sono ancora costretti a tempi di attesa lunghissimi per avere il passaporto. I posti liberi sono pochissimi e disponibili dopo mesi, ma poi è lunga anche l’attesa per la verifica dei documenti indispensabile prima della consegna finale.
Passaporto, gli appuntamenti disponibili il 6 giugno 2023
Città | Giorni | Data appuntamento |
---|---|---|
Nessuna disponibilità | ||
Bari | n.d. | n.d. |
Bologna | n.d. | n.d. |
Genova | n.d. | n.d. |
Padova | n.d. | n.d. |
Torino | n.d. | n.d. |
Milano | n.d. | n.d. |
Le città più lente | ||
Bolzano | 230 | 22 gennaio 2024 |
Ancona | 150 | 6 novembre 2023 |
Palermo | 55 | 31 luglio 2023 |
Le città più veloci | ||
Roma | 2 | 8 giugno 2023 |
Firenze e Napoli | 1 | 7 giugno 2023 |
La consegna? Alle calende
Come ci racconta la nostra lettrice G.G. di Monza il passaporto le è stato consegnato a gennaio, tre mesi dopo l’appuntamento in questura, sei mesi in tutto, considerando che lo aveva preso a fine luglio. Un’odissea. Di questa situazione ne risente anche il turismo visto che, senza certezze su quando si potrà avere in mano il passaporto è difficile programmare in tempi relativamente brevi viaggi fuori dall’Unione europea dove, invece, basta la carta di identità per varcare le frontiere.
Il caos passaporti, purtroppo, occupa le cronache dei giornali da diverso tempo ormai, per le proteste dei cittadini e per i tentativi di tamponare l’emergenza da parte del Viminale con l’istituzione di open day, cioè giornate in cui chiunque può presentarsi in questura senza appuntamento per chiedere il passaporto. La gravità della situazione è tale che gli open day vedono l’afflusso di cittadini fin dalle prime ore del mattino per non perdere l’occasione.
Le ragioni dei ritardi
Dopo la pandemia si è tornati a viaggiare e si sono accumulate le richieste di passaporti nel frattempo scaduti e poi c’è stata la Brexit che ha imposto ai tanti che si recano nel Regno Unito – molti studenti – di munirsi di passaporto anziché, com’era prima, della sola carta d’identità. Infine, ci sono anche le nuove cittadinanze che, come primo atto, portano alla richiesta di passaporto e la gestione diretta, anziché mediata dai Comuni come avveniva prima, con l’introduzione delle impronte digitali elettroniche per cui solo questure è commissariati sono autorizzati.
Il sistema digitale per la prenotazione online non sembra ancora all’altezza, manca il personale e di conseguenza gli uffici preposti sono aperti al pubblico con tempi inadeguati alle necessità. I consigli comunali di diverse città hanno approvato mozioni per chiedere al ministero dell’Interno di velocizzare le procedure. Come uscirne? Una possibilità proposta dai questori è di estendere il numero dei giorni della settimana in cui i dipendenti degli uffici passaporto sono aperti al pubblico, garantendo in tal modo la disponibilità di un maggior numero di appuntamenti prenotabili online per la presentazione delle domande e della relativa documentazione.
Tra le soluzioni che sono state adottate per far fronte al caos passaporti c’è quella del Trentino doveQuestura e Comuni si sono accordati per ridurre i tempi di rilascio facendo prenotare gli appuntamenti nei municipi di riferimento ai residenti delle valli.
Come soluzione a lungo termine, secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, c’è il progetto Polis di Poste Italiane, che istituirà uno sportello unico di prossimità, che consentirà anche di richiedere i passaporti negli uffici postali dei piccoli borghi.
La strada dell’urgenza
Se il sistema di prenotazione online propone una data che non collima con l’urgenza di ottenere il passaporto per motivi di salute, lavoro, familiari, di studio o vacanza si può chiedere il documento andando direttamente in questura o in commissariato con una procedura d’urgenza. Attenzione, però, bisogna dimostrare l’urgenza esibendo la documentazione specifica. Le urgenze che giustificherebbero la necessità di un rilascio del passaporto in tempi brevi e non compatibili con il sistema di prenotazione online sono, in ordine di priorità le partenze imminenti per cure mediche all’estero, trasferta di lavoro, necessità familiari, di studio e infine per turismo oppure a quelle motivate dall’esigenza di essere in possesso del passaporto in anticipo rispetto alla partenza per l’acquisizione di visti particolarmente complessi.
Digitale? Fai la coda alle Poste
La prenotazione dell’appuntamento si fa sul sito della polizia di Stato accedendo con Spid o carta di identità elettronica.
I documenti da presentare per il rilascio sono elencati in un’apposita sezione del sito della polizia di Stato.
Fare il passaporto non costa poco, 116 euro e le modalità di pagamento fanno pensare che la digitalizzazione della pubblica amministrazione sia ancora un miraggio. Infatti, 42,50 euro vanno versate al ministero dell’Economia e delle Finanze esclusivamente con bollettino postale (quindi si va a fare la coda alle Poste) e il contrassegno amministrativo di 73,50 euro si compra dal tabaccaio.
Il nostro appello alle Autorità
Non è cambiato molto come abbiamo visto a distanza di sette mesi dalla nostra prima inchiesta, i tempi di attesa per il passaporto restano inaccettabili. La gravità della situazione è tale che non basta l’istituzione di open day, si deve intervenire strutturalmente sull’intero sistema, rivedendo e semplificando le procedure di ottenimento del documento, puntando sulla digitalizzazione dei processi. Il portale delle prenotazioni online, infatti, a volte è offline oppure quando si accede non si trovano date disponibili per l’appuntamento.
Al fine di risolvere questa situazione inadeguata e congestionata, Altroconsumo chiede alle autorità competenti di andare maggiormente incontro alle necessità dei cittadini, adottando una serie di interventi che permettano di far fronte alla situazione nel breve e nel lungo periodo.