
(AGENPARL) – gio 15 giugno 2023 Prot. n.______ Federico Marini
IMPRESE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE – 109mila aziende sarde
in difficoltà e 310mila addetti a rischio: ecco l’impatto incontrollato
dell’intelligenza artificiale e dell’automazione in Sardegna. Da Londra Maria
Amelia Lai (Presidente Confartigianato Sardegna): “Valorizziamo la
tecnologia, sfruttiamo i dati ma restiamo umani e, soprattutto, imprenditori
artigiani”. Sardegna unica regione italiana presente al Summit Mondiale
sull’Intelligenza Artificiale nella Capitale inglese.
173 professioni esposte, 109mila aziende in difficoltà e 310mila addetti a rischio.
Associazioni E’ questo l’impatto, devastante, che in Sardegna potrebbe avere una gestione
Territoriali scriteriata e incontrollata dell’intelligenza artificiale e dell’uso distorto
dell’automazione dei processi nelle attività economiche e nell’occupazione.
Sud Sardegna
Cagliari Numeri che si traducono nel fatto che per tre quarti delle imprese sarde il rischio
Via Riva Villasanta 241
sia medio-alto e che per 9 aziende artigiane su 10 il pericolo sia elevato. Tra i
lavoratori, il rischio elevato impatta per 4 dipendenti su 5, mentre per quelli artigiani la
Oristano
Via Campanelli, 41
percentuale di pericolo elevato arriva al 98%.
Nuoro
potrebbero rappresentare una grande opportunità di crescita e cambiamento.
Via Brig.Sassari, 37 Su tutto questo vuole fare luce l’analisi realizzata dall’Ufficio Studi di
Confartigianato Imprese Sardegna, dal titolo “L’impatto dell’intelligenza artificiale e
Sassari dell’automazione sulle imprese dell’Isola”, studio che ha rielaborato i dati OCSE,
Via Alghero, 30
Eurostat, UnionCamere e ANPAL del 2022 e 2023.
Dal dossier emerge anche come, per ora, solo il 5% delle piccole imprese isolane
Gallura Olbia
Via Sangallo 67
utilizzi l’intelligenza artificiale per svolgere le proprie attività in modo più efficiente e
magazzini e incrementare i servizi offerti.
“Dobbiamo valorizzare la tecnologia, sfruttare la lettura dei dati ma restare umani
e, soprattutto, rimanere imprenditori artigiani”.
Così da Londra, la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria
Amelia Lai, dove sta partecipando alla “The AI Summit London”, nel quale si danno
appuntamento espositori nazionali ed internazionali di Intelligenza Artificiale,
Tecnologia Digitale, Marketing online, Rete d’Informatica, Servizi, per verificare i
benefici e danni che questi fattori rivoluzionari potrebbero avere sulle imprese sarde.
“Siamo orgogliosi di dire che la Sardegna è l’unica regione italiana presente a
questo evento mondiale – continua la Presidente – e siamo qui come Associazione
Imprenditoriale per prepararci a scoprire e, soprattutto, governare, un mondo in cui
l’intelligenza artificiale potrebbe diventare il fulcro dell’innovazione aziendale aprendo
le porte a una nuova era di prodotti evoluti e rivoluzionarie funzionalità, senza però
esserne travolti” “La sinergia tra il mondo fisico, rappresentato dalla maestria umana, e
il digitale, incarnato dalle macchine intelligenti e l’automazione – prosegue – rappresenta
Confartigianato Imprese Sardegna
anche una sfida imminente per le piccole e medie imprese sarde, che però dimostrano di
possedere una resistenza innata”.
Delle 109.372 aziende sarde toccate da intelligenza artificiale e contestuale
robotizzazione di processi, il 27,3% (29.834 realtà) è a basso rischio impatto, il 56,1%
(61.388) è a medio impatto mentre il 16,6% (18.150) potrebbe subire un impatto elevato.
Tra le 27.434 realtà artigiane, il 2,5% (698 unità) subirebbe un impatto basso, il 68,4%
(18.760) avrebbe un impatto medio e ben il 29,1% (ben 7.976 unità) subirebbe un impatto
alto. Situazione analoga tra gli addetti: tra il 310.479 lavoratori, il 20% (62.232) sono a
basso rischio, il 54,3% (168.620) sono a medio rischio mentre il 25,6% (79.627) sono ad
alto rischio. Tra i 64.198 dipendenti artigiani, 2,6% (1.664) sono a basso rischio, il
62,2% (39.922) sono a medio rischio e ben il 35,2% (22.612) sono ad alto rischio.
L’analisi dice anche che il 25,2% delle imprese sarde (5° posto in assoluto in Italia)
ricorre a investimenti indirizzati all’utilizzo di big data per cogliere informazioni sui
mercati. Inoltre, il 68,1% delle aziende isolane ha effettuato investimenti digitali per
adeguare le competenze mentre solo il 34,6% dei dipendenti a seguito attività di
formazione nell’ambito della digitalizzazione. Infine, solo il 13,5% delle realtà territoriali
è alla costante ricerca di personale con profilo STEM (Science, Technology, Engineering
e Mathematics).
Gli ambiti di applicazione dell’intelligenza artificiale nelle piccole imprese in
questo momento viene adottata, in particolare, ad esempio, per la manutenzione predittiva
o il controllo qualità della produzione (30,4%); a seguire la funzione di marketing o
vendite, ad esempio per funzioni di assistenza ai clienti o campagne promozionali
personalizzate (24,1%), la sicurezza informatica (21,1%) e l’organizzazione dei processi
di amministrazione aziendale, come l’analisi dati a supporto degli investimenti o per
effettuare previsioni di vendita, (16,6%); con quote più contenuta l’uso di IA per le
funzioni di logistica (10,3%) e la gestione delle risorse umane (5,8%).
Le piccole imprese utilizzano gli “strumenti intelligenti” per l’estrazione di
conoscenza e informazione da documenti di testo (38,7% dei casi), per la conversione
della lingua parlata in formati leggibili da dispostivi informatici attraverso tecnologie di
riconoscimento vocale (32,0%), per identificare oggetti o persone sulla base di immagini
(28,5%), e per l’automatizzazione di flussi di lavoro attraverso software robot (28,0%). A
seguire, l’uso per generare linguaggio scritto o parlato – generazione del linguaggio
naturale – (23,7%), per analizzare dati attraverso l’apprendimento automatico – machine
learning, deep learning e reti neurali – (18,5%) e consentire il movimento fisico delle
macchine tramite decisioni autonome basate sull’osservazione dell’ambiente circostante –
robot o droni autonomi, veicoli a guida – (10,2%).
Secondo l’Associazione di Categoria degli Artigiani, l’IA influirà sulla struttura
di offerta di servizi di assistenza ai clienti, servizi immobiliari e di vendita al dettaglio.
Inoltre, saranno coinvolti servizi ad alta intensità di conoscenza dove sono controllati ed
analizzati grandi quantità di dati: professioni legali e mediche, servizi di consulenza
fiscale e finanziaria, servizi pubblici come la sanità e l’istruzione. Gli algoritmi
evolveranno, fino a svolgere attività creative, oltre a quelle ripetitive. Aumenteranno i
rischi di concentrazione economica, mentre si delinea un intreccio di
Confartigianato Imprese Sardegna
rilevanti implicazioni geopolitiche conseguenti allo sviluppo
dell’IA.
“In ogni caso – riprende la Presidente Lai – è imperativo fornire un sostegno
tangibile alle piccole e medie realtà durante la transizione digitale, un processo
complesso che richiede tecnologie interconnesse e, soprattutto, competenze, mentalità
aperta al cambiamento e capacità di adattamento. È essenziale avviare un dibattito
approfondito sull’interazione sempre più intensa tra l’uomo e la macchina, esaminando a
360 gradi le difficoltà e le opportunità sia per le imprese che per i dipendenti”.
Secondo Confartigianato Sardegna, infatti, se questo processo non viene
adeguatamente gestito, potrebbe causare una temuta “disoccupazione tecnologica” che
colpisce duramente le aziende e i lavoratori. Per gli Artigiani sardi è urgente rafforzare il
“sistema di anticorpi” che sta progressivamente indebolendosi, ma che finora ha protetto i
cluster di imprese dagli effetti negativi generati, ad esempio, dalla recente pandemia,
dalle crisi globali e dalle guerre.
“All’automazione senza regole – continua la Presidente Lai – si contrappone una
situazione nella quale il sistema imprenditoriale sardo avrebbe robusti “anticorpi”,
ovvero dodici variabili legate ad aspetti dell’innovazione, formazione, creatività e
relazione dalle quali dipende il grado di immunità al rischio automazione”. “Infatti –
continua – in base a uno studio realizzato dalla nostra Associazione, che va considerato
come puramente previsionale, in Sardegna, l’uomo sarà sempre in grado di vincere sul
robot in quelle attività caratterizzate da relazioni interpersonali (turismo, creatività e
cultura) e da una elevata diffusione, qualità ed efficacia del sistema formativo e
orientamento all’innovazione”.
“La sfida tra automazione e artigianalità – sottolinea la Presidente – sarà
affrontata dalle imprese sarde solo attraverso investimenti mirati nella formazione
specifica, ampliando le competenze richieste dal mercato (soprattutto nei servizi
personalizzati) e potenziando le competenze informatiche che si abbinano a qualsiasi
settore. La rapidità degli sviluppi scientifici e informatici sta portando a una
trasformazione digitale dei sistemi produttivi, con vantaggi innegabili in termini di
innovazione, ma comportando anche inevitabilmente alcuni svantaggi, come la
sostituzione dei lavoratori con macchine e tecnologie in diverse aziende”. “La nostra
regione non è esente da questo cambiamento – rimarca – tuttavia, come dimostra un
nostro recente studio, il lavoro umano, l’esperienza e le abilità, incluso il lavoro
manuale, si rivelano indispensabili in molti settori e filiere produttive, di cui la nostra
regione può vantarsi. Sostenute da un elevato livello di formazione, queste filiere
rappresentano un’eccellenza che perderà la propria unicità senza il contributo umano.
Stiamo per affrontare una nuova era in cui la fusione sinergica tra intelligenza artificiale
e competenze umane ci porterà verso un futuro sorprendente e pieno di possibilità”.
Per Confartigianato Sardegna, l’intelligenza artificiale è una importante
possibilità per la crescita delle PMI e non solo per le grandi aziende. La percezione
diffusa è che questa nuova tecnologia appartenga al futuro di molte realtà ma, questo il
dato di fatto, e quindi il fattore frenante, mancano le professionalità altamente
specializzate ovvero scarseggiano competenze e risorse. Come accadde agli inizi degli
Confartigianato Imprese Sardegna
anni 90, all’affacciarsi di Internet, le aziende che non investiranno da subito nell’IA, da
qui a pochi anni rischieranno di uscire o sparire dal mercato. Alcuni settori devono, e
dovranno, affrontare livelli di competitività talmente elevati che l’eliminazione di
inefficienze avrà tanto valore per loro quanto il raggiungimento di maggiori capacità in
tutti gli ambiti relativi alle proprie criticità operative (produzione, lettura del mercato,
prontezza di reazione/risposta alle sollecitazioni sia interne che esterne, ecc.). Tutto
questo perché la velocità del cambiamento nei processi, nella società, nelle relazioni,
nell’economia e nelle tecnologie ha raggiunto livelli che sono al di là delle migliori
capacità umane.
http://WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT