
(AGENPARL) – sab 10 giugno 2023 La Coldiretti autorizza la libera e gratuita pubblicazione della foto che raffigura "Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini assieme a due produttori alluvionati con il cesto delle specialità romagnole da donare a Papa Francesco".
N. 505 – 10 giugno 2023
ALLUVIONE: COLDIRETTI, SPESA MADE IN ROMAGNA SALVA 21MILA AZIENDE
IL PRIMO BILANCIO DEI DANNI NELLE CAMPAGNE A UN MESE DAL DISASTRO
La ripresa delle attività di vendita dei prodotti agroalimentari romagnoli è un primo passo importante per salvare circa 21mila imprese agricole che alimentano un indotto rilevante nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione alimentare. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti a circa un mese dal disastro in occasione del "World Meeting of Human Fraternity", ispirato all'Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco, grazie alla fondazione "Fratelli tutti" con il mondo contadino di Campagna Amica della Romagna alluvionata che ha portato a San Pietro le specialità salvate dal disastro. I produttori alluvionati hanno anche confezionato un cesto di tipicità da donare al Santo Padre come augurio di pronta guarigione.
Si tratta di far tornare a vivere – sottolinea la Coldiretti – un territorio di circa 300mila ettari di superficie agricola dei quali oltre 25mila ettari di frutteti con nell'ordine pesche e nettarine, kiwi, albicocche, susine, pere, kaki, ciliegi e castagni mentre in altri sono 25mila ettari sono piantati vigneti ma ci sono anche migliaia di ettari coltivati ad orticole come patate, pomodoro, cipolla e altro anche per la produzione di sementi. Oltre 60mila ettari sono coltivati a grano duro per la pasta, grano tenero per il pane, orzo, sorgo e mais. Su altri 7mila ettari si estendono le coltivazioni di girasole, colza e soia mentre oltre 40mila ettari sono coltivati ad erba medica per l'alimentazione animale. E' infatti preoccupante – continua la Coldiretti – la situazione anche degli allevamenti con 250mila fra bovini, maiali, pecore, capre, polli, galline da uova e tacchini e migliaia di animali morti e affogati.
Ora l'acqua ha lasciato il posto nei campi coltivati ad un fitto strato di limo e sabbia con il terreno che sembra pietrificato da una crosta impermeabile che rende impossibili gli scambi gassosi fondamentali per le radici e la vita delle piante. I raccolti annuali sono andati perduti ma per frutteti e vigneti l'asfissia radicale uccide le piante con la perdita di produzione per i prossimi quattro o cinque anni.