
(AGENPARL) – lun 29 maggio 2023 INFORMAZIONE ISTITUZIONALE
E OPEN GOVERNMENT
Ufficio Stampa
29/5/2023
GIOVEDI’ 1 GIUGNO ALLE ORE 18 INAUGURAZIONE ALLA SALA
COMUNALE D’ARTE DI PIAZZA UNITA’ D’ITALIA DELLA MOSTRA
“SPAZIOCIELO
ESSENZA
OLTREMARE”
DELL’ARTISTA
SILVIA
CIACCIO
Giovedì 1° giugno alle ore 18 s’inaugura alla Sala Comunale d’Arte di Trieste
(piazza dell’Unità d’Italia, 4) la personale “Spaziocielo essenza oltremare”
dell’artista Silvia Ciaccio, curata dall’architetto Marianna Accerboni.
In mostra una ventina di raffinate ed essenziali interpretazioni dell’immensità,
intesa come ampiezza degli spazi del mare e del cielo, ma anche come vastità di
pensiero. Un messaggio criptico e raffinatamente concettuale che l’artista milanese figlia d’arte (il padre Roberto era pittore di chiara fama, dalle frequentazioni
internazionali), laureata in estetica e da sempre profondamente legata a Trieste propone di fronte alla linea d’orizzonte infinito su cui si apre la sala che ospita
l’esposizione.
Il progetto espositivo Spaziocielo allude alla dimensione fisica e concettuale
dell’immensità, intesa come ampiezza degli spazi del mare e del cielo, ma anche
come vastità di pensiero.
Spaziocielo è un luogo monocromatico d’incontro tra cielo e mare, in cui terra e
aria si sfiorano; è una dimensione liminare che schiude varchi di pensiero verso
l’immensità, una soglia orizzontale tra il mondo celeste e quello terrestre, un limite
indefinito in cui la molteplicità cromatica, dal blu al viola, dall’azzurro al rosa,
dall’indaco al grigio argenteo, spalanca la via verso l’ignoto. Le opere colgono quello
spazio indefinito, di confine, caratterizzato da una potente forza generatrice di sogni,
immagini e voli onirici. La vista dell’ampiezza spinge, infatti, continuamente a
sognare e ad immaginare altro, oltre l’orizzonte.
Dalla contemplazione di questa particolare atmosfera, che caratterizza la città di
Trieste, sono nati piccoli spazi pittorici monocromatici, che restituiscono le
percezioni sensoriali delle diverse ore del giorno, a seconda delle diverse esposizioni
alla luce. Le tonalità del rosa sfumano nel viola, il blu scolora nell’azzurro, l’indaco
si adagia polveroso sul grigio argenteo, rivelando i segreti del mare al cielo e
viceversa.
La mostra si compone di due momenti: nella prima sala il lavoro è interamente
dedicato alla città di Trieste. Accanto ai piccoli monocromi, due grandi fogli di lavoro
trattengono le tracce della stesura dei colori e i passaggi del gesto pittorico, in cui si
coglie la nostalgia del mare e del cielo. Due sottili lastre di alluminio ossidate, dipinte
di celeste, riflettono i bagliori argentei del mare, illuminato dalla luce del sole.
Infine, all’interno di boccette di vetro, chiuse da un tappo grezzo di sughero, sono
raccolte quelle spugne imbevute di colore, che, come pennelli di corallo, hanno
lasciato traccia sui fogli; alla base delle boccette una lastra di plexiglass specchiato
ricorda allo sguardo la superficie liquida del mare. Accompagna il lavoro un video
girato tra l’atelier dell’artista e la città di Trieste nel quale, attraverso un movimento
ciclico di allontanamenti e ritorni, si assiste ad una fusione atmosferica di cielo e
mare.
Nella seconda sala vengono esposte grandi carte veline realizzate a tecnica mista,
tre delle quali sono nate per consonanza con il brano musicale di Claude Debussy, La
Cathédrale Engloutie. Nel componimento musicale si ode il suono delle campane di
una cattedrale bretone inghiottita dal mare; ne derivano opere che appaiono come
narrazioni musicali di paesaggi sonori interiori. Altre due grandi carte veline sono
invece attraversate da un lento processo di decostruzione della materia e di
sottrazione del colore che porta all’essenza dell’essere.
Infine troviamo un trittico su carta da stampa e colore vinilico in cui, attraverso
una sottile fessura di luce, si coglie per un istante la verità oltre l’immagine.
Silvia Ciaccio nasce a Milano e trascorre lunghi periodi nella città di Trieste. Si
laurea in estetica studiando il monocromo come luogo di massima concentrazione del
pensiero. Lavora su carta velina, le cui trasparenze conducono verso un astrattismo
atmosferico, e su lastre di acciaio corten, le cui ossidazioni portano ad un processo
alchemico di perfezionamento della materia.
Sala Comunale d’Arte – piazza dell’Unità d’Italia, 4 – Trieste
La mostra sarà visitale dal 2 al 25 giugno con i seguenti orari: tutti i giorni dalle
ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20
A cura di Marianna Accerboni
COMTS