
(AGENPARL) – gio 25 maggio 2023 Cgil e Fp Cgil: preoccupati sul futuro dello Spallanzani
Nei mesi della pandemia da COVID 19 abbiamo apprezzato tutti il ruolo centrale,
non solo nel panorama regionale, rivestito dall’IRCCS-INMI “Lazzaro
Spallanzani”. Ricordiamo infatti che i primi due casi in Italia furono i coniugi
cinesi ricoverati proprio presso lo Spallanzani dove fu isolata, a meno di 48 ore
dal ricovero, la sequenza genetica del virus che ha stravolto molte delle nostre
abitudini. Nei mesi successivi tutto il sistema regionale di cura e prevenzione al
virus ha giovato del grande lavoro svolto dal personale dell’Istituto. Con un
giovamento anche per l’intero paese.
Quanto accaduto dovrebbe rappresentare un insegnamento da non dimenticare
mai. La sanità non può essere gestita con un approccio meramente contabile ma
ha necessità di strutture che siano sempre efficienti ed efficaci anche nei
momenti di apparente tranquillità. Nel ventunesimo secolo la globalizzazione e
l’estrema velocità con cui si muovono, per tutto il pianeta, persone e merci, ha
reso possibile il propagarsi di pandemie in tempi rapidissimi, talmente rapidi che
le strutture di ricerca e cura avanzata, per essere efficaci, devono trovarsi già
pronte al primo accenno di potenziale pandemia.
È di ieri l’allarme lanciato dall’OMS di una possibile recrudescenza dell’ennesima
variante, con una previsione, solo in Cina, di un picco, nei prossimi mesi, di 65
milioni di nuovi casi.
In questo scenario, come CGIL e FP CGIL di Roma e del Lazio riteniamo che
l’Istituto Lazzaro Spallanzani non debba, in alcun modo, essere smobilitato, anzi
riteniamo che sia il momento di investire sull’Istituto potenziandolo
rafforzandone funzioni e servizi. Auspichiamo che la Regione, nei futuri assetti
del SSR, ribadisca la centralità e la peculiarità dell’Istituto e continui
nell’investimento sul personale e sui servizi, evitando percorsi di
depotenziamento ed indebolimento che si rifletterebbero sull’intero
Servizio Regionale.