
(AGENPARL) – gio 25 maggio 2023 A 5 anni dal GDPR la società digitale cerca sviluppo sostenibile e privacy inclusiva
Il 25 maggio 2018 l’introduzione del Regolamento europeo sulla protezione dei dati. Da allora 5 miliardi
di euro di sanzioni per violazioni della privacy ne i paesi dell’UE . Cerrina Feroni: “Le norme del GDPR
sono al momento l’unica difesa fra il cittadino europeo ed i Leviatani digitali”. Scorza: “L’educazione al
valore dei dati e la dif esa del diritto alla privacy rappresentano le migliori risorse”. Pizzetti
sull’Intelligenza Artificiale: “ Per gli utenti occorre conoscibilità effettiva dei soggetti operanti e presenti
sulla rete da rischi che altrimenti possono diventare elevatissimi ”. Bernardi: “Con ripercussioni così
invasive non si può più parlare di privacy come di mero adempimento burocratico ; servono soluzioni
sostenibili ”. Il dibattito degli esperti al CNR di Pisa per il Privacy Day Forum
Firenze, 25 maggio 2023 – Esattamente il 25 maggio di 5 anni fa entrava definitivamente in vigore il Regolamento
europeo sulla protezione dei dati personali, segnando una svolta storica con l’introduzione di un ’unica normativa
valida per tutti i 27 paesi dell’Unione Europea . Nel lo stesso giorno del quinto anniversario dall’entrata in vigore del
GDPR esperti e rappresentanti delle istituzioni si ritrovano oggi al CNR di Pisa per il Privacy Day Forum, dedicato
quest’anno a “Protezione dei dati personali inclusiva e sviluppo sostenibile della società digitale”
Nell’ambito della sua partecipazione ai lavori, Ginevra Cerrina Feroni, Vice Presidente del Garante della protezione dei
dati personali ha dichiarato:
«Dopo cinque anni il GDPR deve dimostrare di essere all’altezza degli obiettivi per i quali è stato pensato:
rappresentare un modello etico e giuridico su scala globale; proteggere i diritti degli interessati europei dentro, ma
anche oltre i confini dell’UE; avere un orizzonte temporale di lungo periodo, adattandosi efficacemente a nuove
tecnologie dirompenti sempre più invasive. La sua forza sono proprio la flessibilità, ma da sfruttare senza perdere di
rigore, ed una governance esigente. Le singole autorità di controllo nazionali ed il Comitato europeo in queste
settimane hanno dimostrato di saper fronteggiare sfide importanti dando applicazione coerente, cogente e credibile
alle norme del GDPR, al momento l’u nica difesa fra il cittadino europeo ed i Leviatani digitali ».
Se in questi cinque anni le autorità di controllo dell’UE hanno fatto la loro parte irrogando ben 5 miliardi di euro
di sanzioni per violazioni della privacy, d’altra parte spesso le persone hanno ancora bisogno di acquisire maggiore
consapevolezza, come ha rimarcato Guido Scorza, componente dell’Authority per la protezione dei dati personali:
«L’educazione al valore dei dati e la difesa del diritto alla privacy rappresentan o le migliori risorse delle quali
disponiamo per liberare la società dalle discriminazioni e diseguaglianze che l’affliggono e fare in modo che la società
digitale sia migliore di quella analogica, più egalitaria, più partecipata e più inclusiva e non
dram maticamente peggiore ».
E che a cinque anni di distanza dall’introduzione del GDPR ci sia il rischio che uno sviluppo del digitale non coerente
che possa finire per penalizzare le persone svantaggiate, lo ha messo in evidenza anche uno studio condotto da