(AGENPARL) – mar 02 maggio 2023 Comunicato stampa | 2 maggio 2023
L’Autonomia speciale del Trentino alla prova
Il Coordinamento provinciale imprenditori ha organizzato un convegno sul futuro dell’autonomia trentina
Trento | 2/5/22
Si è tenuto oggi pomeriggio, nella sede di Confcommercio Trentino, il convegno organizzato dal Coordinamento Provinciale Imprenditori dal titolo «L’Autonomia speciale del Trentino alla prova: quattro aspetti», moderato dal segretario del Coordinamento Roberto Pallanch e che ha visto la partecipazione, oltre che del presidente del Coordinamento Giovanni Bort, di Mauro Marcantoni, Roberto Toniatti, Gianfranco Postal e Paolo Nicoletti.
«I motivi che ci hanno spinti all’organizzazione di questo momento di riflessione – ha spiegato il presidente Giovanni Bort introducendo il convegno – non sono di carattere celebrativo quanto piuttosto di approfondimento del tema dell’autonomia speciale quale elemento costitutivo della nostra comunità trentina e come leva dello sviluppo economico sociale e culturale di questa stessa comunità. L’autonomia speciale ha consentito al Trentino un processo di crescita che da una situazione di scarso sviluppo economico e sociale lo ha condotto nelle prime posizioni nel confronto con altre regioni del paese e anche di collocarsi ai migliori livelli tra le regioni europee».
«Il percorso di crescita e di piena attuazione dell’Autonomia si trova oggi in un momento di necessaria riflessione e valutazione in merito al suo futuro. Voglio solo richiamare alcuni aspetti critici a partire da quello che ci pare un appannamento del ruolo e della stessa identità dell’Autonomia, che oggi sembra meno radicata nella stessa popolazione trentina, influenzata da fattori esterni di carattere culturale, economico e sociologico. Un’altra criticità che mi preme evidenziare riguarda il rapporto con lo Stato e, più in generale, con quella che è stata definita globalizzazione delle reti. In entrambe le situazioni abbiamo assistito alla erosione di parti del nostro potere di indirizzo e di governo».
«Il progetto di Autonomia differenziata – la riflessione di Bort – che si sta portando avanti a livello nazionale, investe necessariamente anche l’Autonomia speciale del Trentino, non solo dal punto di vista finanziario, ma anche rispetto allo sviluppo ed alla evoluzione del nostro sistema di autogoverno. Ci sono anche alcuni interrogativi che riguardano le risorse finanziarie dell’Autonomia che sembrano sempre più impegnate nella gestione corrente e meno in investimenti».
«L’Autonomia, in particolare se a Statuto Speciale, – ha detto Mauro Marcantoni nel suo intervento – quindi caratterizzata da importanti competenze di autogoverno, non produce in “automatico” risultati positivi, come se la potestà di “fare da sé” fosse per definizione “vocata” a generare sviluppo. Nell’esperienza italiana, la capacità di decidere da sé i propri destini ha prodotto in certi casi grande sviluppo, in altri ha avuto esiti meno brillanti, in altri ancora decisamente negativi. Riflettere sulle ragioni di queste profonde diversità di risultato, con una attenzione particolare alla qualità della classe dirigente e del capitale sociale che la produce, è un esercizio che, soprattutto in un’epoca difficile come quella che stiamo vivendo, può dare qualche spunto per chiarire a quali condizioni l’Autonomia può rappresentare, o non rappresentare, una fondamentale risorsa per la crescita sociale, economica e istituzionale di un territorio».
«Partecipo volentieri ad eventi come questo – ha detto il Segretario generale della provincia Paolo Nicoletti – perché rilevo poca attenzione da parte delle comunità su un tema particolarmente importante. La finanza provinciale risulta quasi esclusivamente alimentata da entrate erariali e da tributi propri. Questo è un concetto di svolta: la capacità del Trentino di creare ricchezza diventa il fattore unico generatore di gettito che alimenta il bilancio provinciale. La prossima fase dell’autonomia finanziaria non sarà soltanto presidiare i rapporti finanziari con Roma e vigilare che il patto di garanzia sia rispettato, ma soprattutto lavorare sul piano delle alleanze dentro il Trentino e fuori del Trentino, anche intercettando quote di capitale privato. Il capitale privato può essere utile ed interessante per garantirci nuove prospettive di sviluppo. Le risorse libere oggi sul Bilancio della provincia non superano il 7-8%: con queste dovremmo essere in grado di mettere sul piatto interventi capaci di generare sviluppo».
«La costruzione di un assetto regionale funzionale – ha detto il prof. Roberto Toniatti – non può prescindere da un contestuale intervento di riforma dell’organizzazione dello Stato, che non c’è mai stato, è mancato in sede di attuazione del cosiddetto “federalismo fiscale” e manca anche nella fase attuale di attuazione dell’art. 116, 3° comma. Come ripetutamente segnalato dalla stessa Corte costituzionale, non esiste nel sistema istituzionale italiano una sede di confronto e sintesi della pluralità di interessi territoriali – dello Stato e delle Regioni e Province autonome – che possano condurre a scelte legislative e di indirizzo politico coerenti con il modello costituzionale formale. L’interesse nazionale si configura sistematicamente come interesse dello Stato e non come interesse della Repubblica».
«L’autonomia speciale del Trentino esprime il suo valore maggiore se letta congiuntamente a quella dell’Alto Adige/Südtirol, non necessariamente collocata nel “quadro” regionale (ancorché ridotto come quello attuale) ma, preferibilmente, in un “quadro” euroregionale rivisitato. In tale prospettiva, l’autonomia deve avere una strategia di difesa dal centralismo “attiva” ed “aggressiva”, deve essere innovativa e creativa nell’elaborazione delle politiche pubbliche, deve sapersi porre quale polo di attrazione di nuove risorse professionali qualificate e motivate dalla concretezza di un progetto collettivo, condiviso e partecipato di sviluppo, deve dimostrarsi attenta e sensibile alla dimensione europea».
«Tra le varianti del secondo Statuto – l’intervento di Gianfranco Postal – vi è la modifica strutturale del riparto delle materie di competenza di Regione e Province; oltre alle nuove competenze, sono mutati i rapporti inter-istituzionali in ambito regionale ed a livello nazionale. Le norme di attuazione, con la nuova procedura di formazione, costituiscono un’innovazione fondamentale per la realizzazione del progetto statutario stesso. Infatti, dal 1973 inizia una copiosa produzione di norme, con effetti molto ravvicinati e significativi sulla organizzazione degli enti, come sul loro rapporto con la Comunità locale. Ma nel tempo cambia e si implementa anche il ruolo delle norme». Postal ha inoltre illustrato la nascita del concetto di “Autonomia dinamica” e quali sono i possibili impatti derivanti dall’attuazione dell’Autonomia differenziata sulle competenze provinciali-regionali e sulla loro gestione, così come al momento appare dal disegno di legge “Calderoli” recentemente approvato dal Governo.
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