
mar 02 maggio 2023
“Per un lavoratore su quattro della scuola la celebrazione del 1° maggio ha il sapore della beffa.
Quasi 300 mila insegnanti e 50 mila Ata a fine mese si ritrovano con lo stipendio più basso dalla pubblica amministrazione, sempre fermo perché gli scatti di anzianità non gli vengono conteggiati, e pure senza prospettive di carriera; per chi firma contratti di breve periodo si ritrova anche l’indennità Rpd (per i docenti) e Cia (per gli Ata) sottratta senza motivazione e, come se non bastasse, con le ferie mai prese dissolte nel nulla perché non pagate. A rendere ancora più assurda la loro condizione è l’impossibilità ad essere assunti a tempo indeterminato, in spregio della direttiva UE n. 70 del 1999, in base alla quale in presenza di posto libero per il precario con oltre 36 mesi di servizio la stabilizzazione deve essere garantita. Ma nella scuola lo spregio per i diritti dei lavoratori si prolunga anche da immessi in ruolo, perché per otto anni la busta paga diventa ancora più bassa di quella del precario e rimane pure cristallizzata, perché lo scatto automatico dello stipendio è stato sacrificato, con l’accordo degli altri sindacati, per finanziare delle operazioni a beneficio della categoria che in un Paese moderno si sarebbero attuate con le risorse pubbliche”. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Sono circa tre lustri che combatte i soprusi di Stato attuati contro i supplenti della scuola. Cosa hanno da festeggiare oggi – dice il sindacalista – questi 300 mila lavoratori della scuola se lo Stato si ricorda di loro solo ad inizio anno per assegnargli una supplenza?”.
Fonte/Source: https://anief.org/stampa/in-primo-piano/45257-anief-su-ansa-niente-festa-per-1-lavoratore-della-scuola-su-4-stipendio-ridotto%2C-niente-scatti%2C-indennit%C3%A0-tagliate