Tre supplenze annuali valgono 1.500 euro di aggiornamento: sono i soldi che una docente avrà a breve, dopo avere vinto il ricorso presentato al Tribunale di Cosenza per suo conto dei legali Anief, a seguito della mancata erogazione della Carta del docente nei periodi, tra il 2020 e il 2023, proprio durante la pandemia da Covid, durante i quali l’insegnante ha svolto servizio in qualità di supplente nella scuola pubblica nella stessa provincia Cosentina formandosi e aggiornandosi a proprie spese. Secondo il giudice di Cosenza, che ha esaminato le motivate ragioni delle doglianze della docente rappresentata degli avvocati che operano per il giovane sindacato, sulla questione dominano l’Ordinanza del 18.5.2022, sulla causa C-450/2021, emessa dalla Corte di Giustizia europea, e la posizione del Consiglio di Stato (Sez. VII, n. 1842/2022) che hanno dato piena ragione ai precari che hanno operato “senza tuttavia fruire della carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti di ruolo delle istituzioni scolastiche, prevista dall’art. 1 comma 121, Legge 13.07.2015 n. 107”.
“Siamo ormai ad oltre duemila sentenze ottenute dall’avvocatura Anief, a fronte di altri ottomila ricorsi in corso di deposito, che assegnano la Carta del docente ai lavoratori precari, anche al personale educativo, nei casi in cui abbiano sottoscritto e svolto supplenze partire dal 2016. È possibile presentare ricorso gratuito in Tribunale per cheidere i 500 euro annuali negati, sia singolarmente sia in modalità collettiva”.
Nel frattempo, qualcosa si sta muovendo anche sui banchi del Parlamento con il Governo che si impegna a trovare finanziamenti per sopperire alla grave discriminazione che si sta perpetrando sull’aggiornamento dei docenti precari: nella mozione Boschi, approvata il 26 aprile dall’Aula della Camera, il Governo si è impegnato “ad adottare le iniziative di competenza volte a prevedere nei prossimi provvedimenti legislativi utili: […] che siano adottate iniziative per assicurare l’erogazione della carta del docente nella misura sufficiente a dare attuazione alle indicazioni della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea”.
LA SENTENZA DI COSENZA
Nella sentenza di Cosenza si legge che “la CGUE, sesta sezione, con ordinanza 18.5.2022 nella causa C-450/2021, ha statuito che “La clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro deve essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa nazionale che riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero dell’istruzione, e non al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di EUR 500 all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali, mediante una carta elettronica”. Inoltre, il giudice ha ricordato che la Corte di Giustizia UE ha anche “chiarito come ‘Il diverso trattamento di cui al procedimento principale non potrebbe essere giustificato neppure dall’obiettivo di garantire la stabilità del rapporto dei docenti a tempo indeterminato (punto 44, ordinanza), poiché tale indennità viene erogata anche ai docenti in prova, che conseguono la stabilità solo dopo il superamento di un periodo di prova’”.
Dopo avere “ricordato che le sentenze interpretative della CGUE, precisando il significato e la portata del diritto dell’UE, hanno effetto retroattivo”, il giudice del lavoro ha scritto che “conclusione analoga” è stata prodotta anche dal “Consiglio di Stato che nel recente pronunciamento ha rimarcato che la mancata attribuzione anche ai lavoratori precari del bonus di € 500,00 ingenera una «discriminazione che introduce a danno dei docenti non di ruolo (resa palese dalla mancata erogazione di uno strumento che possa supportare le attività volte alla loro formazione e dargli pari chances rispetto agli altri docenti di aggiornare la loro preparazione), … la lesione del principio di buon andamento della P.A.: invero, … nella misura in cui la P.A. si serve di personale docente non di ruolo per l’erogazione del servizio scolastico, deve curare la formazione anche di tale personale, al fine di garantire la qualità dell’insegnamento fornito agli studenti (Cons. Stato, Sez. VII, n. 1842/2022)”.
“Non può, pertanto, questo Giudice – si legga ancora nella sentenza – che disapplicare l’art. 1 della L. n. 107/2015 (i D.P.C.M. del 23 settembre 2015 e del 28 novembre 2016, applicativi di tal disposizione, sono stati nelle more della decisione della CGUE annullati dal Consiglio di Stato con l’ordinanza citata) nella parte in cui non riconosce la usufruibilità della ‘Carta Elettronica del docente’”. Ne consegue che “va così dichiarato il diritto della ricorrente “ad usufruire del beneficio economico di euro 500,00 annui, tramite la “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, di cui all’art. 1 della Legge n. 107/2015», ossia con le medesime modalità con cui è stata attribuita ai docenti a tempo indeterminato, mediante accreditamento della somma di 1.500,00 euro (€ 500,00 per ciascun anno) sulla carta elettronica del docente per gli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023”.
COME FARE RICHIESTA DEI 500 EURO DELLA CARTA DEL DOCENTE
Anief mette a disposizione di tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado precari dal 2016 la possibilità di presentare ricorso con gli esperti legali che operano per Anief , al fine di chiedere l’assegnazione dei 500 euro annui prevista dalla Carta del docente: potranno in questo modo recuperare integralmente la somma, fino a 3.500 euro netti. È possibile visionare la video guida, lascheda rilevazione datie la modalità di adesione all’impugnazione per chi non vuole sottostare all’illegittima sottrazione della card ai docenti precari.
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