(AGENPARL) – mer 26 aprile 2023 comunicato stampa, mercoledì 26 aprile 2023
Sicolo, Cia Puglia: “Pasta italiana senza grano italiano, in atto speculazione globale”
“Difendere la cerealicoltura italiana, tutelare i consumatori: in Italia troppo grano estero senza controlli”
In calo la produzione del frumento duro italiano, aumenta l’import che già copriva il 44% per la pasta
La guerra scatenata dalla Russia, il grano ucraino, crollo del prezzo del grano ma la pasta costa di più
“Può definirsi ‘italiana’ la pasta che viene realizzata senza utilizzare grano duro italiano? E’ una
domanda che poniamo ai consumatori, alle associazioni che ne difendono i diritti, a chi parla di
‘sovranità alimentare’ senza svelare cosa c’è dietro il vero e proprio tracollo delle quotazioni del
frumento duro italiano e la conseguente diminuzione in Italia delle superfici coltivate per produrre grano.
Noi ci stiamo mobilitando con una piattaforma di richieste al Governo italiano, proposte sostenute da
una petizione pubblica (https://chng.it/zVC8sWyT75). Occorre che la mobilitazione diventi di tutti gli
italiani, ne va non solo del futuro della filiera grano-pasta, ma anche della salute dei nostri figli”.
Gennaro Sicolo, presidente regionale di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani,
torna sulla questione cerealicola. C’è un apparente paradosso a dominare la scena: la materia prima è
sempre più deprezzata, anche a causa dell’importazione massiccia di grani esteri che spingono verso il
basso le quotazioni del frumento italiano, ma la pasta nei supermercati costa sempre più cara e le
grandi marche stanno ‘mietendo’ profitti in crescita esponenziale, mentre le aziende cerealicole sono in
crisi.
“C’è una guerra sciagurata e tragica, quella in corso tra Russia e Ucraina, che ha conseguenze pesanti
anche sulla cerealicoltura italiana. Al grano ucraino, lo sapete, molte nazioni hanno chiuso le porte.
L’Italia è il paese europeo che ne assorbe la maggiore quantità. Al frumento ucraino si aggiunge quello
che arriva in Italia da Kazakistan, Canada, Francia, Australia e da altri paesi. Non contestiamo la
necessità di importare una quota di grano dall’estero per coprire parte del fabbisogno industriale – ha
spiegato Sicolo – ma temiamo che quella quota si avvii a essere maggioritaria e che l’aumento
incontrollato delle importazioni porti alle estreme conseguenze una dinamica già in atto: la riduzione
progressiva della produzione di grano italiano, la chiusura di centinaia di aziende cerealicole e la
perdita di migliaia di posti di lavoro. Su quale tipo di terreni e con quali metodologie vengono coltivati i
grani che arrivano in Italia? Ce lo siamo chiesti? Hanno la stessa qualità e i medesimi standard di
sicurezza alimentare che i produttori cerealicoli italiani garantiscono al loro grano?”.
IL TRACOLLO. Già nel 2021, si importava il 44% del grano duro impiegato per realizzare la pasta
italiana. La soglia che inverte le proporzioni è sempre più vicina. La produzione del frumento italiano di
maggior pregio e qualità ha avuto un calo rilevante nel 2022, a causa di una serie di fattori convergenti,
non ultimo l’aumento spropositato dei costi di produzione. Nel 2020, seminare-coltivare e poi procedere
alla raccolta di grano duro costava ai produttori, per ogni ettaro, 878 euro; nel 2021 il costo per ettaro è
arrivato a 1158 euro; nel 2022 il record, con 1.402 euro di costi di produzione per ettaro. Di contro, le
quotazioni riconosciute al grano duro italiano, negli ultimi 10 mesi, sono passate dai 580 euro/tonnellata
del 29 giugno 2022 (quotazione alla Borsa Merci di Foggia della tipologia “FINO”) ai 365 euro/tonnellata
della stessa tipologia di frumento nella seduta dello scorso 19 aprile. Un decremento netto di 215
euro/tonnellata.
GRANAIO ITALIA. “In gioco, lo ribadiamo, ci sono la sicurezza alimentare e il futuro della filiera italiana
di grano, pasta e pane. “Per questo motivo, se davvero crediamo nel valore strategico della nostra
Sovranità Alimentare, allora il sistema e i meccanismi di Granaio Italia devono essere subito attivati”.
L’avvio del nuovo sistema prevede azioni di contrasto, e naturalmente le relative sanzioni, verso
fenomeni speculativi. Tutto questo anche a maggiore tutela per i consumatori, poiché il monitoraggio
più stringente sulle operazioni di carico e scarico dei cereali, anche di quelli importati, aumenta la
sicurezza alimentare. “Il tracciamento interno”, ha spiegato Sicolo, “è fondamentale: non possiamo
permettere che la sicurezza alimentare sia messa in secondo piano rispetto a chi vuole spingere valore
e qualità verso il basso pur di incrementare i propri profitti a danno dei cerealicoltori e dei consumatori”.
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