(AGENPARL) – ven 21 aprile 2023 CGIL SICILIA
UFFICIO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
1° Maggio: ad Acate (Rg) manifestazione di Cgil, Flai e Libera sui temi
della legalità e del contrasto al lavoro nero. Ci saranno Don
Ciotti,Bruno Giordano e Giovanni Mininni
Palermo, 21 aprile – Lavoro e legalità: è questo il tema del Primo
Maggio ad Acate (Ragusa), dove su iniziativa della Cgil, della Flai e di
Libera si terrà una manifestazione (concentramento alle 10 in piazza
Indipendenza e corteo fino a piazza Matteotti) che vedrà gli interventi
di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Bruno Giordano, magistrato e
Giovanni Mininni, segretario generale della Flai Cgil nazionale. Non
solo Portella della Ginestra dunque in Sicilia, dove anche quest’anno,
nel 76° anniversario della strage mafiosa che fece 12 vittime e decine
di feriti, si terrà la tradizionale manifestazione, ma anche la città
della provincia di Ragusa sarà teatro di un’iniziativa che, celebrando
la festa dei lavoratori, rilancia il tema del contrasto al lavoro nero,
allo sfruttamento, della legalità. La città di Acate scelta come emblema
perché proprio da qui nel luglio del 2022 è scomparso il mediatore
culturale ivoriano Dauda Diane, un caso su cui la Cgil non ha mai smesso
di chiedere che sia fatta luce. Dove il lavoro agricolo fa spesso il
paio con lo sfruttamento, con un lavoro irregolare e nero che è comunque
diffuso in tutta la Sicilia e in tutti i settori: non solo in
agricoltura ma anche nell’edilizia, nel commercio, nei servizi. “Non è
mai troppo parlare di legalità- scrivono in una nota il segretario
generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino e il segretario della Cgil di
Ragusa Peppe Scifo- in una terra dove le illegalità nel lavoro sono
purtroppo ancora diffuse e sono terreno di coltura e conseguenza anche
dell’insistere nel tessuto produttivo di mafia e criminalità
organizzata”.
Il mancato gettito in Sicilia a causa del lavoro nero è di 3 miliardi
l’anno, rileva la Cgil. Dal 2013 al 2022 si registrano 51.509 occupati
in meno e il lavoro irregolare è cresciuto dal 19,5% al 21,2% (Italia
al 13,3% al 13,4%). I settori a più alta incidenza di lavoro
irregolare: sono agricoltura, edilizia, ristorazione, commercio,
ambiti in cui i tassi stimati di lavoro irregolare (2021) sono
rispettivamente 37,3%,( 23,8 nazionale), 25%, 21,5% per il complesso dei
servizi a cui si aggiunge l’11,9% del manifatturiero. Alla crescita del
lavoro irregolare si accompagna l’aumento degli infortuni sul lavoro,
con un +0,5% tra il 2021 e il 2022. Guardando a tutti i settori
nell’ultima l’ultima massiccia ispezione degli enti preposti al
controllo è stato accertato che in 8.900 aziende in cui sono state fatte
le verifiche son saltati fuori qualcosa come 6.000 lavoratori
irregolari. “Questo dà la misura della guerra che si sta combattendo”,
osserva Mannino e Scifo. Nella maggior parte dei casi la violazione dei
diritti dei lavoratori si sviluppa nei settori poveri, dove il lavoro è
spesso non pagato secondo quanto previsto dai CCNL, e dove la manodopera
ha un tasso d’istruzione basso. Spesso lo sfruttamento riguarda i
migranti ed in generale tutto coloro i quali vivono una condizione di
estremo bisogno. Sacche di sfruttamento le troviamo nei settori delle
ristorazione, migliaia di lavoratrici e lavoratori che lavorano presso
bar o ristoranti anche 10-12 ore al giorno per un salario mensile che
non supera le 700-800 euro al mese. Nel settore edile, le ditte spesso
reclutano manodopera straniera, sia immigrati con regolare permesso di
soggiorno, sia irregolari, tenendoli in condizioni di sfruttamento
rispetto alle norme sul diritto del lavoro. Manovali e muratori assunti
totalmente “a nero” o assunti con contratti per un orario inferiore al
lavoro effettivamente svolto.
Per quanto riguarda il settore agricolo “ il 56% delle retribuzioni non
è conforme alle norme contrattuali e 29.000 lavoratori sono a rischio
sfruttamento movimentati dai caporali. Il fenomeno riguarda sia i
lavoratori italiani che gli stranieri. “Ecco perché- concludono Mannino
e Scifo- nell’occasione della festa dei lavoratori abbiamo scelto di
fare questa manifestazioni, per rimarcare che ‘ il lavoro senza dignità
non è lavoro’ e che senza legalità non può esserci sviluppo”.
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