
(AGENPARL) – mar 18 aprile 2023 consiste appunto in questa domanda. Tra i tanti che si potrebbero scegliere, vorrei
concentrare l’attenzione su due argomenti che a me paiono particolarmente
così distanti è unita infatti dal tema della sostenibilità. Come le cose fatte di chi ci
ha preceduto hanno lasciato a noi, in entrambi i casi, una non facile eredità, così le
di chi ci segue. In entrambi i casi, le azioni degli ultimi trent’anni hanno consentito
; ci tornerò), ma
tempo per tempo tra intervenire o rinviare – o, per essere più realistici, in che
misura fare l’una e l’altra cosa: rinviare può sembrare oggi una scelta più facile, ma
aggrava i problemi di domani. In entrambi i casi, ci può essere la tendenza, non solo
a scontare a un tasso troppo elevato i costi futuri (cioè a dare troppo poco peso al
prendere misure draconiane nell’immediato, serve tracciare la rotta con chiarezza e
mantenere, per quanto le condizioni lo consentono, un corso moderato e stabile nel
tempo. La condivisione dell’obiettivo e la perseveranza nel perseguirlo costituiscono
Ringrazio, senza coinvolgerli, i numerosi colleghi che mi hanno aiutato a preparare queste note, e tra tutti specialmente
Belloni, M., Brugiavini, A., Buia, E. e Pasini, G. (2015), “Social security wealth in Italy: 20 years of pension reforms”,
Banca d’Italia, convegno su
Income and Wealth and the Financial Accounts
; Franco, D., Tommasino, P. (2020) “Lessons from Italy: a good pension
; aggiungerò stavolta alcune considerazioni, in parte ma non solo legate al
clima, sullo stato di salute più generale del nostro sistema naturale. Dovendo parlare di
Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia
redatte dal
categorie di ecosistemi analizzati, 29 risultano ad alto rischio; questi ecosistemi coprono
delle zone umide, della fascia costiera, delle pianure interessate da attività agricole
e di allevamento intensivo. Un quarto delle specie di uccelli, si legge, è gravemente
minacciata; quasi due terzi sono in uno stato di cattiva conservazione per la perdita di
conto del rischio di alterazione, perdita e frammentazione degli habitat naturali. Per
delle praterie marine. Le foreste italiane, tra le più ricche di biodiversità in Europa,
ed epidemie parassitarie. Il cambiamento climatico è uno dei principali di fattori di
pressione sulla natura e sul benessere umano, ma ad esso si aggiungono altre cause:
la dinamica delle popolazioni e il funzionamento di molti ecosistemi marini, terrestri
Quanto ciascuno di noi sia turbato da questo genere di fatti, quanta importanza
preferenze personali. Tuttavia, alcune notevoli conseguenze pratiche di trasformazioni e
Signorini L.F. (2022),
Scelte per lo sviluppo sostenibile, tra emergenza e transizione
, intervento presso la Fondazione
La transizione necessaria: il futuro dell’energia, tra geopolitica
e crescita sostenibile
degli ecosistemi e dello stato della biodiversità (in termini di quantità e qualità), e prova a dare una misurazione
. – Il capitale naturale rappresenta lo
stock complessivo di risorse naturali che contribuiscono alla produzione di beni e servizi per l’uomo e che sono
necessari per la sopravvivenza dell’ambiente che li genera. I servizi ecosistemici forniscono prestazioni in termini di
approvvigionamento, di regolazione e di intrattenimento culturale. Come le rendite future associate a uno strumento
dello stock di capitale naturale da cui sono generati. Si veda Comitato Capitale Naturale (2017),
Primo Rapporto sullo
Il Comitato per il capitale naturale, istituito con la L. 221/2015, è presieduto dal Ministro dell’Ambiente e della
sicurezza energetica, e composto da dieci ministri, dall’ANCI, dalla Conferenza delle regioni, dal Governatore della
Si veda il rapporto della Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici: IPBES (2019),
meno incline a dolersi per il cambiamento del paesaggio o per la minore varietà di uccelli
protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), tra il 1991 e il 2020 la disponibilità idrica
future evidenziano, sia su scala globale che locale, possibili impatti dei cambiamenti
climatici sul ciclo idrologico e sulla disponibilità di risorsa idrica, dal breve al lungo
. La tendenza è proseguita nel 2022 e si ripresenta anche quest’anno.
Il Centro internazionale in monitoraggio ambientale rileva che l’acqua contenuta
. La situazione pare critica in particolare nel Nord: secondo
irrigazione (ANBI)
, ad esempio, nei primi due mesi dell’anno in Piemonte i volumi
di pioggia e neve sono pressoché dimezzati rispetto ai valori medi degli ultimi anni,
sui prezzi dei prodotti alimentari)
. Quest’ultimo punto ha conseguenze pervasive sul sistema economico.
Nel 2022 la produzione idroelettrica, la più importante componente dell’energia da
fonte rinnovabile, è stata inferiore di circa il 40 per cento alla media del quadriennio
. Dati relativi ai primi mesi di quest’anno indicherebbero una prosecuzione
ISPRA (2023),
Disponibilità idrica nazionale. BIGBANG ISPRA: nell’ultimo trentennio diminuita del 20 per cento
Osservatorio siccità CNR (2023),
Bollettino mensile di marzo
CIMA (2023),
Mariani M.G. e Scalise D. (2022), “Climate change and winter tourism: evidence from Italy”,
Questioni di economia e
Behrens P. et al. (2017), “Climate change and the vulnerability of electricity generation to water stress in the European
La perdita di biodiversità comporta rischi economici meno visibili, ma potenzialmente insidiosi. Per esempio,
si sostiene che il degrado di servizi ecosistemici come quelli che garantiscono la metabolizzazione della materia
di un aumento degli agenti patogeni.
Si veda
Mosley L.M. (2015),
Drought impacts on the water quality of freshwater
Quali che siano le preferenze personali in tema di ambiente, le risorse destinate a gestire
la transizione ecologica e climatica sono anche un investimento economico. Poiché però
le decisioni individuali producano da sole un livello appropriato di simili investimenti.
il comportamento sia dei singoli sia delle imprese, non si può prescindere da politiche
pubbliche appropriate. Tra esse rientrano sia misure di natura regolamentare, per esempio
in materia di consumo del suolo, sia meccanismi che consentano di “internalizzare le
esternalità”, ossia di fare entrare nel calcolo economico degli agenti le conseguenze
ambientali delle proprie azioni: come sussidi, tasse, o meccanismi per lo scambio di diritti
Nel caso dell’energia e del clima, obiettivi quantitativi di lungo periodo sono stati stabiliti
da tempo a livello internazionale ed europeo. Questa però, pur con tutte le ardue vicende
consiste nell’attuare politiche per raggiungere questi obiettivi; e soprattutto perseverare
nel tempo, anche di fronte agli sviluppi imprevedibili a cui ci si trova continuamente,
Serve un complesso di azioni, su cui non posso qui entrare. Dirò soltanto che uno degli
desiderata i comportamenti individuali di consumo e di investimento consiste nell’agire
essa ha dato luogo a provvedimenti di ristoro in tutti i paesi, con il più che legittimo
lungo periodo che tiene conto del
carbon pricing
, tuttavia, in alcuni paesi europei si
. In Italia la questione non ha ricevuto a mio avviso tutta
, nel lungo periodo la decarbonizzazione del sistema
Il cambiamento climatico e
Ad esempio in Germania nel 2022 sono stati stanziati sussidi atti a stabilizzare il prezzo solo per una quota (ampia)
dei consumi dell’anno precedente, lasciando che per i restanti consumi non venisse attenuato l’impatto dei prezzi al
Bruegel (2023),
in materia, ma anzi la favorisce: riduce la dipendenza dell’Italia da fonti e fornitori
energetiche. Di essa abbiamo fatto dolorosa esperienza nel
una rete di banche centrali, una transizione climatica tempestiva e graduale presenta
costi e rischi considerevolmente minori di una transizione ritardata e da ultimo accelerata
dal precipitare delle conseguenze di un riscaldamento globale incontrollato
. Pur con
che sarebbe un errore non valutare adeguatamente questa prospettiva nel bilanciare le
Le banche centrali europee, quali investitori istituzionali seppure
sui generis
, nelle proprie
politiche di investimento tengono conto di criteri di sostenibilità ambientale, rilevati per
quanto possibile in modo oggettivo e indipendente. Così fa dal 2019 la Banca d’Italia,
che ha adottato nel 2021 una Carta degli investimenti sostenibili e pubblica annualmente
un Rapporto in merito
; da quest’anno, per decisione comune, tutte le banche centrali
del SEBC si attengono, seppur con prassi operative diverse, a criteri simili nel dare conto
dell’impatto sui rischi climatici dei propri investimenti non legati ai portafogli di politica
. Credo sia appropriato che le banche centrali, con misura ed equilibrio, diano
good corporate citizenship
” e provvedano al
che il
allocazione delle risorse nella direzione desiderata – posto che siano presenti i giusti
segnali di prezzo e ogni altra misura necessaria per orientare le azioni degli agenti
del sistema dei prezzi. La BCE è impegnata a studiare le implicazioni del cambiamento
climatico per la trasmissione monetaria e la stabilità dei prezzi e a tenere conto dei
requisiti di sostenibilità ambientale nelle operazioni di politica monetaria; ha comunque
sempre riconosciuto che la responsabilità primaria per le politiche ambientali rimane dei
governi e dei parlamenti
. Non credo che ci si debba aspettare che la politica monetaria
La Banca pubblica inoltre annualmente un Rapporto ambientale
Build Back Better – Mobilising Private Finance for a Green Recovery
, City of London Corporation,
Tra l’altro, le politiche ambientali sono il frutto di scelte a volte controverse e di delicati
bilanciamenti di interessi. In democrazia, queste scelte spettano agli organi costituzionali
Nella misura in cui si attueranno misure normative coerenti con gli obiettivi di lungo
capacità di un sistema basato su decisioni economiche decentrate di reagire con forza
“ristori”) e a incertezze sull’approvvigionamento, i relativi consumi si sono ridotti del 9,5
industriale (-15,3 per cento), nonostante la tenuta dell’attività. A maggior ragione nel
lungo periodo, se gli investimenti delle imprese e delle famiglie saranno orientati da
fossili aumenterà ancora.
Quanto alla regolamentazione e alla supervisione prudenziali, anch’esse a mio avviso
devono attenersi, nella considerazione della sostenibilità ambientale, ai propri obiettivi
È convinzione ragionevole, e a questo punto direi largamente condivisa, che l’evoluzione
del clima comporti rischi, in particolare (seppur non esclusivamente) rischi di credito,
che le banche e gli altri operatori devono prendere in considerazione insieme a tutti
europeo (SSM) ha pubblicato nel 2020 aspettative di vigilanza in tema di rischio climatico
I rischi derivanti dalla perdita di biodiversità e da altri processi di degrado ambientale
potrebbero anch’essi essere rilevanti; certamente interagiscono con i rischi climatici.
Qualche primo tentativo di valutarli è stato fatto
; l’NGFS ha inserito il tema nel proprio
piano di lavoro, costituendo un’apposita task force a cui partecipa anche la Banca d’Italia.
, BIS; Monasterolo
Climate Change and the Financial System
, Annual Review of Resource Economics;
ECB (2020), “Guide on climate-related and environmental risks.
Supervisory expectations relating to risk management
and disclosure”; ECB (2022),
Good practices for climate-related and environmental risk management.
Observations from
Nederlandsche Bank
stima un’analoga quota del 42 per cento
Alcuni ricercatori della Banca Mondiale trovano un’analoga esposizione (46 per cento) per il portafoglio crediti delle
banche brasiliane.
Per l’NGFS, si veda
INSPIRE and NGFS (2022), “Central Banking and Supervision in the Biosphere”,
concentrata sulle questioni climatiche, rischi ambientali più generali sono già menzionati
Le banche centrali e gli organismi di vigilanza cercano anche di contribuire al
miglioramento delle informazioni circa le caratteristiche di sostenibilità delle attività in
delle scelte; la disponibilità di adeguati standard di
e di rating di sostenibilità
è quindi importante. La questione, dibattuta ormai da anni per quanto riguarda i rischi
climatici, non è facile da risolvere
; potrebbe risultare ancora più complessa per gli altri
rischi ambientali
. Qualche progresso comunque si è fatto, e nelle sedi internazionali si
risorse che lo Stato chiede ai contribuenti deve essere destinata ogni anno agli oneri per
interessi, limitando perciò lo spazio di manovra delle politiche generali, ovvero riducendo
pesante. Quanto più saremo capaci di ridurlo, tanto minore sarà la quota di quest’onere
e duraturo se non guardando a distanza. Non esistono scorciatoie né ricette miracolose.
Servono piuttosto, in egual misura, ambizione e perseveranza. L’ambizione dovrebbe
di libertà dell’azione collettiva; a non rassegnarci all’anomalia italiana di un debito tanto
superiore alla media. La perseveranza consente di perseguire simili obiettivi senza
relativamente moderato purché sia persistente. Occorre in ogni caso sfruttare, con gli
“tesoretto”, da spendere spensieratamente ogni volta che l’andamento delle entrate o
delle spese sia un po’ più favorevole del previsto; non rimandare sempre a tempi migliori
cento del PIL. Si tratta di un valore elevato, sia nell’esperienza storica, sia nel confronto
sustainable data gap
dei rischi climatici e ambientali in Italia”,
n. 732, Banca d’Italia. Per una disamina del
L’International Sustainability Standards Board dell’IFRS si propone di pubblicare entro quest’anno un insieme di
“sustainability disclosure standards”, in cui le norme di
relative al clima dovrebbero essere integrate con
internazionale. Nel biennio 2021-22, dopo il picco della pandemia, l’incidenza del debito
sul prodotto è diminuita complessivamente di circa 10 punti percentuali, principalmente
il tasso di crescita nominale del prodotto (“
” ancora favorevole,
I risultati conseguiti negli ultimi due anni sono dunque positivi, benché non ci abbiano
ancora potuto riportare dove eravamo prima della crisi. (In questo, del resto, non siamo
un’eccezione). Essi dovrebbero essere visti come l’avvio di un percorso di continua,
sarebbe appropriato che io ne parlassi in questa sede; le valutazioni tecniche della Banca
saranno riservate, come sempre, alla testimonianza parlamentare che ci è stata richiesta
e che si svolgerà tra pochi giorni. Per questo sarò estremamente breve su questo tema.
Mi limito a sottolineare ancora una volta il valore dell’ambizione e della perseveranza:
i colleghi che interverranno in Parlamento delineeranno quelle che ci paiono le implicazioni
causa degli shock inattesi che hanno colpito l’economia globale dal 2020 e dell’incertezza
legata oggi agli andamenti della guerra e dei rapporti internazionali, ma anche per
crescita nominale delle basi imponibili sostiene la dinamica delle entrate; le spese
primarie seguono con ritardo, tra l’altro in ragione della struttura dei meccanismi
di indicizzazione. Anche il rapporto tra debito e PIL, nel momento di impatto di
reddito, che costituisce il denominatore del rapporto.
in termini reali, e la riduzione del bilancio delle banche centrali tenderanno ad accrescere
la spesa per interessi rispetto ai livelli straordinariamente bassi degli anni passati, che
ambiente di tassi reali “normali”, moderatamente positivi, tali tra l’altro da remunerare
Guardando ai prossimi anni, e pur riconoscendo che ogni esercizio di questo tipo
Ipotizzando che la crescita in termini reali sia dell’ordine dell’uno per cento all’anno
e che il costo medio del debito cresca gradualmente dai livelli attuali a valori poco
superiori al 4 per cento, un saldo primario anche decisamente inferiore ai livelli che
il nostro paese conseguì nella seconda metà degli anni novanta, purché mantenuto
ntergenerazionale.
con dinamiche di natalità e mortalità; il fenomeno sarà compensato solo in parte
tra gli individui che vi rientrano e il resto della popolazione passerebbe da circa 3:2 nel
generale dello Stato ha rivisto le proiezioni della spesa pubblica connessa con l’età della
. Queste erogazioni, attualmente su valori prossimi al
2044; tornerebbero a diminuire negli anni successivi scendendo a circa il 23 per cento
aggregato: le pensioni. Vorrei tornare a sottolineare l’importanza fondamentale che ha
avuto il processo di riforma delle pensioni compiuto negli ultimi decenni nel moderare
le erogazioni nel lunghissimo periodo, nonostante l’invecchiamento della popolazione,
riducendo così l’onere che graverà sulle generazioni future, altrimenti proibitivo. Questo
risultato è stato ottenuto con l’introduzione di un preciso legame tra contributi versati, vita
attesa al momento del pensionamento e ammontare dell’assegno (“equità attuariale”),
Purché si mantenga fermo il pilastro dell’equità attuariale, non è impossibile,
pensionamento. Personalmente non vedo nulla di male nel prevedere una certa libertà
Ragioneria generale dello Stato (2022), “Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-
sanitario”, n. 23 – Nota di aggiornamento, novembre. Questa pubblicazione tiene conto non solo delle proiezioni
di scelta individuale, che consenta di tenere conto delle circostanze e delle preferenze
dei singoli e anche – se si evita di imporre vincoli inutili all’attività dei pensionati –
di lasciare a ciascuno la possibilità gestire come meglio può un ritiro graduale
dall’attività lavorativa.
Vi sono tuttavia, in materia di pensionamento anticipato, due limiti che non dovrebbero
essere superati. Il primo è che l’anticipo non sia tale da ridurre il trattamento pensionistico
consentire al pensionato/a di vivere una vita dignitosa, fronteggiare le avversità e non
gravare indebitamente sulla collettività in conseguenza di scelte troppo imprevidenti.
Il secondo riguarda la distribuzione della spesa pensionistica aggregata nel tempo. Nel
, anche se nel lunghissimo periodo l’equilibrio complessivo