
[lid] – Il presidente francese Emmanuel Macron non si è mosso di un centimetro dalla sua decisione sulla riforma delle pensioni, poiché ha affermato mercoledì che una riforma del sistema pensionistico è un must.
In un’intervista alle emittenti France 2 e TF1, Macron ha spiegato che questa riforma “non è un lusso, né un piacere, ma una necessità”.
Il disegno di legge proseguirà il suo percorso democratico, ha detto il presidente, che ha parlato per la prima volta da quando lunedì il governo ha forzato il controverso piano con una mossa costituzionale.
“Questa riforma deve entrare in vigore quest’anno”, ha proseguito.
Macron ha anche affermato di essere pronto ad “assumere la perdita di popolarità” per il bene dell’interesse generale.
Ha ricordato in questo contesto che non può più essere un candidato presidenziale, secondo la costituzione.
Il presidente francese ha anche espresso fiducia nel primo ministro Elisabeth Borne nella “guida di questa squadra governativa”.
Riconoscendo il furore dei sindacati e del popolo francese, Macron ha sottolineato di voler riprendere il dialogo con le parti sociali sulle condizioni di lavoro.
Il leader francese ha anche formulato tre priorità: la piena occupazione, il rafforzamento dell’ordine della repubblica e il progresso per vivere meglio in termini di istruzione, salute ed ecologia.
Piano di riforma delle pensioni, fonte di furore popolare
Il governo francese ha utilizzato poteri costituzionali speciali la scorsa settimana per forzare il piano, spingendo le parti opposte a presentare mozioni di sfiducia sulla misura che avrebbe aumentato l’età pensionabile.
I membri del parlamento hanno però respinto entrambe le mozioni di censura, adottando così ufficialmente il disegno di legge.
Macron e Borne hanno deciso di invocare l’articolo 49.3 della costituzione, un meccanismo che consente al governo di adottare il disegno di legge senza l’approvazione parlamentare.
La decisione è stata dettata dal timore che i legislatori potessero bloccare le riforme in quanto il governo non detiene la maggioranza assoluta nella legislatura.
Il governo ha rivelato il progetto di riforma a gennaio e il parlamento ha iniziato a esaminare e discutere il disegno di legge il mese successivo.
Da allora i lavoratori e i sindacati hanno espresso crescente indignazione organizzando manifestazioni e scioperi.
Il progetto di riforma prevede l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni entro il 2030, richiedendo almeno 43 anni di lavoro per poter beneficiare di una pensione completa.