
[lid] Ieri, martedì 28 febbraio, si è svolta la Conferenza stampa dalle ore 11,30 presso l’Auditorium al Duomo di Firenze. Organizzata dall’AIL, Associazione Italiana contro leucemie, linfomi e mieloma in collaborazione con la sezione AIL di Firenze.

SCUOLA NAZIONALE DI FORMAZIONE AIL PER I VOLONTARI. L’ INNOVATIVO ESEMPIO NEL TERZO SETTORE RENDE IL “CURARE È PRENDERSI CURA” MODELLO DI SOLIDARIETÀ
Compie due anni la Scuola Nazionale di Formazione AIL per i Volontari.
I primi risultati presentati oggi a Firenze sono molto positivi: oltre metà delle 83 sezioni provinciali AIL aderisce al Progetto, un terzo avvia i corsi formativi.
Le attività proseguono e il Tavolo tecnico dedicato alla Scuola lavora all’aggiornamento delle “buone prassi” per accogliere, preparare e accompagnare in maniera continuativa i volontari che affiancano i Pazienti con tumori del sangue.
IL VOLONTARIATO SOLIDALE VERSO UNA FORMAZIONE PERMANENTE PER RISPONDERE AL MEGLIO ALLE ESIGENZE DEI MALATI E DELLE LORO FAMIGLIE
In risposta alle nuove esigenze, è stato organizzato dalla sezione AIL di Firenze il corso di aggiornamento “Novità diagnostiche e terapeutiche sulle malattie del sangue: la parola all’ematologo” per informare pazienti, volontari, soci e donatori sulle nuove prospettive di cura.
Un successo i primi due anni di vita della Scuola Nazionale di Formazione per i volontari AIL Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma. Istituita nel 2019 l’iniziativa, che ha ricevuto in questi anni il sostegno non condizionante di Pfizer e Astrazeneca, è cresciuta nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia, fino a divenire una realtà importante per il tessuto dell’Associazione e per i suoi 15.000 volontari presenti su tutto il territorio nazionale.
La medicina è cambiata, i bisogni dei pazienti anche. Sono necessarie preparazione psicologica, formazione igienico-sanitaria e conoscenze scientifiche. I risultati, a due anni, della prima Scuola di Formazione AIL per i volontari sono stati presentati oggi, Giornata Mondiale delle Malattie rare:
- 3 edizioni, avvio nel 2020 (ott-dic), 2021 e 2022
- 67 formatori psicologi formati
- 54 sezioni AIL coinvolte
- 45 corsi di base avviati in 23 sezioni
- 600 volontari formati.

Un esercito di psicologi, medici, volontari senior e nuovi volontari il cui lavoro ha messo in atto un cambio di rotta che, grazie alla formazione dei volontari, impatterà in modo positivo sull’organizzazione e sui malati ematologici.
“È con grande soddisfazione che abbiamo accolto i risultati dei primi due anni di attività della Scuola; i dati preliminari ci fanno capire che la decisione di istituire la Scuola di Formazione AIL per i volontari, che sono il cuore e il bene più prezioso della nostra Associazione, è stata giusta ed era necessaria – dichiara Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL – prendersi cura del benessere del volontario è prendersi cura dei pazienti durante tutto il percorso di cura. Del resto, l’idea che “curare è prendersi cura” è un concetto molto caro ad AIL. L’idea di realizzare una Scuola nazionale di volontariato è frutto proprio di quell’ideale di cura, reso possibile anche grazie alla disponibilità degli ematologi che hanno consentito, negli anni, l’ingresso dei volontari AIL nei loro reparti di ematologia. L’adesione al progetto formativo da parte delle sezioni AIL è stata elevata, considerato che l’iniziativa è partita quasi in concomitanza con l’avvento della pandemia che ha ostacolato non poco le attività che ci eravamo posti come obiettivo. Un terzo delle sezioni ha realizzato almeno tre corsi base, decine di psicologi e alcune centinaia di volontari sono stati formati. Sono stati due anni molto faticosi e impegnativi ma lo sforzo è stato premiato. Un volontario istruito e motivato svolge con maggiore serenità l’impegno solidale che lo aspetta a fianco dei pazienti. Ora il nostro obiettivo è proseguire con ulteriore lena sulla strada tracciata. Vogliamo portare il programma di formazione a tutte le 83 sezioni di AIL in Italia con una grande ambizione: potenziare la conoscenza dei volontari; il che presuppone l’evoluzione dalla formazione periodica a una formazione permanente. Avremo bisogno di tante risorse, umane e non solo, ma sono convinto che riusciremo a compiere questo ulteriore passaggio”.
Presenti all’incontro stampa i rappresentanti della sezione AIL di Firenze: il Prof. Alberto Bosi, Professore Ordinario Onorario di Malattie del Sangue all’Università di Firenze e Presidente AIL Firenze, il Dott. Stefano Guidi, Ematologo, Vicepresidente AIL Firenze e Responsabile Servizio di Assistenza Domiciliare, il Dott. Enrico Brunetti, Consigliere e Responsabile Volontari e la Dott.ssa Aurora Peris, Psicologa Team Cure Domiciliari AIL.
La medicina grazie ai progressi della ricerca scientifica ha compiuto grandi passi avanti sia in campo diagnostico sia terapeutico e questo ha riguardato in special modo il campo dell’Ematologia. La possibilità di personalizzare le cure attraverso la migliore conoscenza delle caratteristiche del tumore e del paziente ha consentito lo sviluppo di farmaci mirati e intelligenti capaci di agire direttamente sui meccanismi patogenetici dei singoli tumori.
La ricerca non si ferma mai: per questo è necessario aggiornare continuamente i medici ma anche i pazienti, le loro famiglie e gli stessi volontari che operano nei reparti di ematologia e nelle Case alloggio AIL, sulle più importanti novità in arrivo.
AIL Firenze, in quest’ottica, ha organizzato e avviato il corso di aggiornamento “Novità diagnostiche e terapeutiche sulle malattie del sangue: la parola all’ematologo”, aperto a volontari, soci, pazienti, caregiver e specialisti che si svolgerà tutti i giovedì dal 23 febbraio al 16 marzo 2023 dalle ore 17 alle 19 presso la sede AIL di Firenze (Piazza Meyer, 2). Giovedì 16 marzo il corso si terrà presso Cubo 3 padiglione 27/b del Complesso Polivalente (Viale Pieraccini, 6).
“L’attività di AIL Firenze si basa su tre cardini: l’accoglienza nella Casa alloggio che consente di ricevere fino a 15 gruppi famigliari a titolo completamente gratuito e in appoggio ai reparti di ematologia dell’Ospedale Careggi e dell’Ospedale pediatrico Meyer – spiega Alberto Bosi, Presidente AIL Firenze e Professore Ordinario Onorario di Malattie del Sangue Università degli Studi di Firenze – il secondo cardine è rappresentato dall’assistenza domiciliare con supporto psicologico, sia per adulti che per bambini. Inoltre, per i pazienti adulti facciamo anche trasfusioni a domicilio, a titolo gratuito, che ci impegnano molto dal punto di vista economico; da quest’anno abbiamo incrementato questo servizio che svolgiamo anche a Empoli. Il terzo cardine è il sostegno alla ricerca scientifica con le attività di raccolta fondi, i nostri preziosi volontari e donatori. Abbiamo qualche preoccupazione di sostenibilità economica che risente ancora della crisi pandemica ma speriamo di poter recuperare. In questi ultimi anni molto è cambiato dal punto di vista diagnostico e terapeutico con progressi importanti che hanno modificato l’approccio a molti tumori del sangue, in particolare leucemie, linfomi e mielomi. Riguardo a questi progressi, frutto della ricerca e del lavoro dei volontari, abbiamo deciso di informare tutti. E questa è la finalità del corso di aggiornamento avviato in queste settimane da AIL Firenze. L’informazione da sola non basta, è importante formare i nostri volontari. Per questo AIL Firenze ha accolto positivamente il progetto della Scuola Nazionale di formazione per volontari AIL, realizzando in questi ultimi due anni diversi corsi di base. Rendere più consapevole e preparato il volontario rispetto al proprio ruolo e ai bisogni dei malati è molto importante perché la società è cambiata e le situazioni familiari sono spesso molto complesse”.
Preparazione psicologica, formazione sanitaria e competenze scientifiche. Sono queste le basi formative necessarie al volontario del terzo millennio. Ma fare dono di sé a chi si trova in un momento di grave difficoltà richiede molto di più. Resta fondamentale lo spirito di solidarietà e la capacità di aiutare l’altro in maniera gratuita e solidale.
“La decisione di AIL di dar vita a una Scuola di Formazione dei volontari è una di quelle che resterà e farà storia perché mai come in questo momento, in Italia e all’estero, l’azione volontaria non può più essere semplicisticamente delegata all’emozione del momento o alla compassione dettata dalle circostanze – dice Stefano Zamagni, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali – Questo, se può rappresentare una spinta iniziale, non può garantire quel flusso continuo di servizi a cui oggi il volontariato è sempre più chiamato a fornire, in particolare in un ambito di intervento come quello dei tumori del sangue di cui l’Associazione si occupa. Ecco perché è necessaria una scuola di formazione, iniziativa che va salutata con favore e sostenuta con molto convincimento. La missione nascosta del volontario è quella di far toccare con mano a tutti che una società per evolvere ha bisogno di pratiche estese di dono. Bisogna uscire dalla logica di vecchio stampo che voleva l’azione volontaria come appannaggio dei ceti abbienti. Questa discriminazione è una delle più gravi che si possono fare. Il dono volontario e gratuito appartiene a tutti, in caso contrario, se appartiene solo al ricco è una ingiustizia sociale. La scuola ha un valore intrinseco anche perché sana questa ingiustizia. Senza contare che la formazione impatta direttamente sulla vita dell’Associazione. È evidente che il giorno in cui non ci fossero più persone che praticano il volontariato, AIL perderebbe larga parte della sua ragion d’essere”.
Il programma di studio introdotto dalla Scuola Nazionale di Formazione AIL per i volontari comprende tre giornate di lavoro ogni due settimane, una formazione di base tenuta da psicologi formati e volontari esperti e per i nuovi volontari colloqui, incontri formativi, tutoraggio. Si comincia con l’accoglienza attraverso un primo incontro, segue il colloquio di selezione con uno psicologo per valutare se il candidato ha caratteristiche indispensabili come empatia, motivazione e capacità di affrontare e gestire situazioni di stress. Se i requisiti ci sono si procede nella didattica con un corso di base in aula in cui si approfondiscono alcuni temi scientifici e psicologici, norme igienico-sanitarie e la struttura dell’Associazione. A questo punto segue il monitoraggio dell’attività per 3-4 mesi con un tutor e con la supervisione di un volontario senior e di uno psicologo.
“Adesso dopo aver fatto partire la formazione di base in molte sezioni dove non si faceva, abbiamo iniziato a occuparci della modalità formativa continua e stiamo lavorando per aggiornare su questo aspetto le “buone prassi” redatte al varo della Scuola. – commenta Ilenia Trifirò, Psicologa AIL Sezione Palermo-Trapani e Coordinatrice Tavolo Tecnico Scuola Nazionale di Formazione per il Volontariato AIL – La formazione permanente è più complessa e articolata rispetto alla formazione di base, necessita di numerose risorse, umane ed economiche, e richiede molto tempo. Le modalità e gli strumenti per attuarla devono essere veramente efficaci e utili. Tutto questo necessita di successivi passaggi che prevedono l’ulteriore formazione dei formatori psicologi AIL per completare l’operatività del programma formativo base in tutte le 83 sezioni AIL. Siamo in una fase di implementazione del progetto, questo è l’anno della svolta. Crediamo molto in questo modello formativo anche se è fondamentale adattarlo alle singole realtà del territorio. L’importante è seguire le indicazioni e lo spirito di questo modello. Noi ribadiamo sempre che bisogna fare bene il bene, la formazione in fondo è questo. Una ricchezza enorme che si riverbera sull’Associazione e sull’intera società.”

SCUOLA NAZIONALE DI FORMAZIONE PER I VOLONTARI AIL
L’idea della “Scuola Nazionale di formazione per i volontari AIL” nasce nel 2019 per fornire ai volontari dell’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma, presenti in tutta Italia, standard comuni e condivisi di selezione, formazione e cura.
Lo scopo del progetto è quindi dotare il volontariato AIL, che rappresenta la più grande ricchezza dell’Associazione, di linee guida in grado di supportare l’impegno necessario alla gestione dei pazienti e alle numerose attività necessarie a realizzare la missione di AIL.
STEP
- Raccolta del patrimonio di buone prassi già presenti nella realtà associativa
- Definizione di un programma standard per la formazione di base dei volontari
- Elaborazione del materiale didattico
- Avvio della “Formazioni dei formatori”
OBIETTIVI RAGGIUNTI
FORMAZIONE DEI FORMATORI
- 3 edizioni; avvio nel 2020 (ott-dic), 2021 e 2022
- 67 formatori AIL formati
- 54 sezioni AIL coinvolte
FORMAZIONI DI BASE AI VOLONTARI
Tra il 2021 e il 2022 sono stati avviati:
- 45 corsi
- 23 sezioni AIL coinvolte:
- Ancona – Macerata
- Bari
- BAT
- Benevento
- Biella
- Bologna
- Brescia
- Caltanissetta
- Caserta
- Catania
- Cosenza
- Ferrara
- Firenze
- Novara
- Palermo-Trapani
- Pordenone
- Potenza
- Ragusa
- Ravenna
- Reggio Calabria- Vibo Valentia
- Salerno
- Siracusa
- Trieste
600 NUMERO DI VOLONTARI FORMATI
SERVIZI ATTIVATI
- Follow-up periodici online svolti nell’arco di tutto l’anno
- Servizio di consulenza permanente online fornito dalle formatrici esperte, erogato per 12 Sezioni: ciascuna consulenza si articola in circa 2/3 interventi di almeno un’ora. Sono state erogate circa 40 ore di consulenza e supervisione.
OBIETTIVI FUTURI
- Implementare il numero di sezioni AIL coinvolte
- Formazione permanente
- Elaborazione delle buone prassi della formazione permanente
- Rendere operativo il programma formativo elaborato dalle 83 sezioni AIL
Intervista alla Dr.ssa Ilenia Trifirò, Psicologa AIL Sezione Palermo-Trapani e Coordinatrice Tavolo Tecnico Scuola Nazionale di Formazione per il Volontariato AIL.
ESPERIENZE COMUNI, DIALOGO E CONFRONTO APERTO: È NATO COSÌ IL NUOVO MODELLO DELLA SCUOLA DI FORMAZIONE AIL CON STANDARD FORMATIVI UNIFORMI PER I VOLONTARI, DA BOLZANO A RAGUSA
Come nasce e perché l’idea di una Scuola di Formazione per i volontari AIL? Dal punto di vista di voi psicologi, qual è il risultato più importante, magari più inaspettato, che avete ottenuto in questi due anni di attività?
L’idea di realizzare una scuola di formazione per il volontariato nasce nel 2019, sulla scorta di un patrimonio esperienziale presente in diverse sezioni AIL che da anni avevano realizzato varie iniziative di formazione per i volontari, con l’obiettivo di far crescere sia il volontario sia l’Associazione. Sappiamo che laddove si cura il benessere del volontario, migliora la sua performance nell’ambito delle attività che svolge dentro l’organizzazione e aumenta la probabilità che rimanga in AIL; cresce, quindi, anche il numero dei volontari e cresce l’Associazione. Avere volontari competenti, capaci, sereni e motivati migliora la qualità dell’assistenza che essi offrono ai malati, la loro permanenza, e aumentano i servizi offerti e tutte le attività solidali. Attraverso questa esperienza è nata la volontà di diffondere a tutte le sezioni AIL questo modello. Si è partiti dalle precedenti esperienze formative, tutti gli psicologi coinvolti in queste attività si sono riuniti attorno a un Tavolo Tecnico e hanno elaborato un insieme di “buone prassi” per la formazione del volontario. Questa sorta di linee guida è diventata un modello, forse unico nel Terzo settore, che delinea tutti i passaggi del percorso formativo, dall’accoglienza in AIL del volontario alla selezione, dalla preparazione fino all’accompagnamento per tutta la sua vita associativa. In due anni abbiamo formato 60 psicologi di 40 sezioni AIL che a loro volta hanno tenuto oltre 30 corsi formativi di base formando, a loro volta, oltre 600 volontari. L’ultimo follow up del settembre 2022 ha evidenziato il successo di tali esperienze formative, anche se il programma non è stato ancora interamente introdotto e realizzato in tutte le sezioni AIL. D’altra parte, bisogna ricordare che il lavoro è iniziato poco prima dell’avvento della pandemia, che ci ha creato non pochi disagi e limitazioni; nonostante tutto gli psicologi e i volontari anziani coinvolti hanno saputo far fronte alle difficoltà del momento, con grande determinazione, come dimostrano i risultati fino a oggi ottenuti. Come psicologi abbiamo sperimentato la ricchezza del confronto e del dialogo, uniti abbiamo messo insieme le risorse e gli strumenti di ciascuno, cosa che non era mai accaduta prima, e ognuno di noi ha attinto da questa fonte di esperienze vissute e questo ha permesso a tutti di crescere e arricchirsi, sotto il profilo professionale e personale. Siamo riusciti a creare un modello con standard uniformi di formazione, in modo che da Bolzano a Ragusa, il volontario AIL avesse la stessa preparazione e la stessa assistenza da parte dello psicologo. La cosa più eclatante è la rapidità con cui, a cascata, questo modello è stato accolto e si è diffuso, arrivando a tantissimi volontari e richiamando, con il passaparola, nuove adesioni. Tutto questo ha avuto e avrà ricadute positive sul paziente, sulla sua famiglia, sul personale medico e paramedico, perché il volontario in reparto rappresenta metaforicamente l’umanizzazione delle cure: oltre le cellule malate che bisogna curare con le terapie, c’è la persona di cui bisogna prendersi cura. Questa nostra prima esperienza si è irradiata in pochissimo tempo a livello nazionale. Indubbiamente il modello che stiamo costruendo è molto ambizioso, perché si tratta di una presa in carico totale del volontario, con tanti passaggi e interventi: formazione intesa come qualunque intervento volto alla valorizzazione e alla crescita del volontario per dare forma alla sua professionalità. Possiamo affermare che l’ingresso della “formazione” in AIL cambia l’Associazione stessa, è un cambio di rotta: dà forma e organizzazione. La formazione, infatti, non è altro che uno spazio di pensiero, quello che facciamo è un potenziamento di risorse che già possiede la persona che sceglie di fare volontariato. Lo spazio di pensiero e anche di dialogo in gruppo, comporta una inevitabile crescita del volontario e dell’Associazione.
Quale sarà il futuro di questo progetto formativo?
Grazie alle esperienze maturate in questi anni, abbiamo capito che tenere un corso appena il volontario entra in Associazione è importante ma non è sufficiente, perché il volontario nella sua attività può incontrare diversi ostacoli, ha momenti in cui si sente demotivato, può star male all’interno dell’Associazione o può incorrere in situazioni che lo mettono a dura prova, come l’impatto con malati gravi. Quindi, occuparsi del volontario solo per un limitato periodo di tempo non basta. La formazione di base, ben descritta in dettaglio nelle “buone prassi”, che abbiamo redatto attraverso un continuo confronto, è fondamentale ma l’evoluzione naturale è la formazione permanente. Adesso dopo aver fatto partire la formazione di base in molte sezioni dove non si faceva, abbiamo iniziato a occuparci della modalità formativa continua e stiamo lavorando per aggiornare su questo aspetto le “buone prassi”. La formazione permanente è molto più complessa e articolata della formazione di base, necessita di molte risorse, umane ed economiche e richiede molto tempo. Le modalità e gli strumenti per attuarla devono essere veramente efficaci, vanno pensate e studiate attentamente, deve essere qualcosa di estremamente utile e che motiva il volontario, che altrimenti non aderisce e dimostra il suo dissenso con l’assenza. Tutto questo è estremamente complesso e necessita di ulteriori passaggi che prevedono come primo passo l’ulteriore formazione dei formatori psicologi di AIL e il rendere completamente operativo il programma formativo già delineato in tutte le 83 sezioni AIL. Siamo in una fase di implementazione del progetto, questa è la fase di lancio vera della Scuola, questo è l’anno della svolta. Noi crediamo molto in questo modello formativo anche se è fondamentale adattarlo alle singole realtà del territorio e della singola sezione AIL. L’importante è seguire le indicazioni e lo spirito di questo modello, volàno di solidarietà e di bene comune. Noi ribadiamo sempre che bisogna fare bene il bene, la formazione in fondo è questo. Una ricchezza enorme che si riverbera sull’Associazione e sull’intera società.
BUONE PRASSI PER LA SCUOLA NAZIONALE DI FORMAZIONE PER I VOLONTARI AIL
Nasce da un’idea del Presidente Nazionale AIL Giuseppe Toro, sulla scorta dell’esperienza di AIL Palermo e diverse altre sezioni AIL.
Presupposto: la cura del benessere del volontario è la cura del benessere dell’intera associazione. Avere volontari sereni, entusiasti e capaci, infatti, oltre a garantire la qualità dell’attività di AIL, favorisce la permanenza del volontario in associazione e, quindi, l’aumento del numero globale dei volontari e dei progetti di assistenza e di raccolta fondi che è, così, possibile portare avanti.
Obiettivo: avere, da Bolzano a Ragusa, volontari motivati, consapevoli e competenti, capaci di operare, in qualunque ruolo o situazione, secondo lo stile e i valori dell’associazione e realizzare in maniera efficace gli obiettivi e la missione di AIL.
Come: è stato istituito un tavolo tecnico, dove professionisti che da anni si occupano di volontariato e associazionismo in ambito socio-sanitario e coordinatori di diverse sezioni AIL hanno confrontato e messo insieme le loro pregresse esperienze e gli studi scientifici sull’argomento, per stilare le linee guida per la formazione dei volontari AIL.
Le “buone prassi per la formazione dei volontari AIL”
Sono delle procedure ben delineate con cui si accoglie, si seleziona, si prepara, si inserisce e si accompagna il volontario sin dal suo primo approccio con l’AIL e per tutta la sua vita associativa, in modo da rendere la sua esperienza solidale serena, gratificante e significativa.
Disegnano un preciso percorso formativo all’interno del quale il volontario acquisisce, consolida e amplia una serie di competenze per affrontare i diversi compiti che lo aspettano.
Prevedono la presenza di uno psicologo che assista e supporti ciascun volontario e realizzi i corsi di gruppo.
PERCORSO FORMATIVO DEL VOLONTARIO AIL

Il percorso del volontario AIL
Accoglienza, orientamento e selezione del volontario AIL
Un coordinatore AIL, in un incontro informativo, illustra all’aspirante volontario la missione dell’AIL, il tipo di attività svolte e l’entità dell’impegno richiesto (modalità, tempi, ecc.), chiarendo eventuali dubbi e prospettando l’itinerario selettivo e formativo.
Se il potenziale volontario conferma la sua volontà di aderire, lo psicologo AIL lo invita ad un colloquio individuale in cui vengono analizzate le caratteristiche di personalità, le componenti motivazionali e le altre sue competenze per stabilirne l’idoneità come volontario AIL e identificare insieme possibili ruoli in associazione consoni al suo modo di essere e alla disponibilità manifestata.
Corso di formazione di base
Introduce e prepara gli aspiranti volontari al contesto in cui opereranno, alle attività da svolgere e li fa entrare in contatto con i volontari pre-esistenti e la storia dell’associazione.
L’obiettivo è acquisire e padroneggiare fondamentali contenuti generali, igienico-sanitari, psicologici e di marketing sociale e potenziare specifiche competenze e capacità (“core curriculum del volontario AIL”).
Comprende tre giornate in due weekend, la conduzione è affidata ai volontari storici della sezione, ai medici e gli infermieri di ematologia, agli psicologi AIL.
Inserimento, tutoraggio e supervisione
Dopo il corso di formazione, lo psicologo incontra l’ormai volontario a tutti gli effetti (iscrizione) e, insieme a lui, stabilisce il tipo di ruolo con cui comincerà la sua esperienza in AIL.
All’inizio dell’attività, il nuovo volontario opera sempre affiancato e supportato da un volontario “anziano” (tutor), un modello a cui ispirarsi per mutuare una propria individuale modalità di svolgimento del ruolo ricoperto.
Nei primi 3-4 mesi, lo psicologo monitora e supervisiona l’inserimento del volontario in appositi colloqui, ogni 15-20 giorni, affrontando, insieme al nuovo entrato le difficoltà esperite, aiutandolo ad elaborare i vissuti relazionali e a potenziare le proprie risorse personali ai fini del lavoro solidale (formazione individuale).
Formazione permanente e sostegno individuale
Durante tutta la sua esperienza solidale in AIL, il volontario partecipa ad incontri di formazione continua, spazi di riflessione in gruppo, guidati dallo psicologo, in cui si riprendono tutti gli argomenti della formazione di base, partendo dall’esperienza diretta dei volontari e dalle sfaccettature relazionali via via incontrate e condivise.
Su richiesta del singolo volontario che dovesse incontrare difficoltà relazionali, problemi di vario tipo oppure incorrere in tipici cali motivazionali (burn-out), lo psicologo è a disposizione per colloqui individuali di sostegno e contenimento emotivo.
Corso di Aggiornamento per Soci, Volontari, Pazienti e simpatizzanti AIL Firenze odv 2023
NOVITÀ DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE SULLE MALATTIE DEL SANGUE: LA PAROLA ALL’EMATOLOGO
Il corso si svolgerà in presenza dalle 17 alle 19 presso la sede di AIL Firenze in piazza Meyer 2 (ad eccezione dell’ultimo incontro che si svolgerà presso il CUBO 3- vedi dettaglio programma)
nelle giornate di giovedì, dal 23 febbraio al 16 marzo.
Faculty:
Professor Alberto Bosi Presidente AIL Firenze
Professor Alessandro Vannucchi Direttore Ematologia AOU Careggi
Dottor Stefano Guidi Vicepresidente AIL Firenze
Dottoressa Valentina Carrai Ematologia AOU Careggi
Dottor Francesco Mannelli Ematologia AOU Careggi
Professoressa Paola Guglielmelli Ematologia AOU Careggi
Professoressa Valeria Santini Ematologia AOU Careggi
Dottor Alessandro Sanna Ematologia AOU Careggi
Dottor Luca Nassi Ematologia AOU Careggi
Dottoressa Benedetta Puccini Ematologia AOU Careggi
Dottoressa Elisabetta Antonioli Ematologia AOU Careggi
Dottoressa Barbara Scappini Ematologia AOU Careggi
Dottor Enrico Attardi Ematologia Tor Vergata Roma
Dottoressa Elena Chiocca Ematologia AOU Meyer
Dottoressa Daniela Cuzzubbo Ematologia AOU Meyer
Dottoressa Ilaria Fotzi Ematologia AOU Meyer
Giovedi 23 febbraio 2023 ore 17- 19 sede di AIL Firenze in piazza Meyer 2
17.00 Introduzione e saluti Alberto Bosi
17.10 Emoglobinopatie: Talassemia Ilaria Fotzi
17.30 Emoglobinopatie: Drepanocitosi Daniela Cuzzubbo
17.50 Altre Anemie Congenite Elena Chiocca
18.10 Anemie acquisite Barbara Scappini
Giovedi 02 marzo 2023 ore 17- 19 sede di AIL Firenze in piazza Meyer 2
17.00 Leucemie Acute Francesco Mannelli
17.40 Mielodisplasie Valeria Santini
18.20 M Mieloproliferative croniche Paola Guglielmelli
Giovedi 09 marzo ore 17- 19 sede di AIL Firenze in piazza Meyer 2
17.00 Linfomi aggressivi Luca Nassi
17.30 Linfomi indolenti e LH Benedetta Puccini
18.00 Leucemia Linfatica Cronica Alessandro Sanna
18.30 Piastrinopenie Valentina Carrai
Giovedi 16 marzo ore 17- 19 presso Cubo 3 padiglione 27/b del Complesso polivalente in Viale Pieraccini 6 a Firenze
17.00 Condizioni Germline per le neoplasie mieloidi Enrico Attardi
17.30 Mieloma e gammapatie Elisabetta Antonioli
18.00 Trapianto di cellule emopoietiche Stefano Guidi
18.30 Novità in Ematologia Alessandro Maria Vannucchi
Foto, video e interviste sono visibili sui canali social dell’Agenparl:
La Diretta streaming della Conferenza stampa è su Youtube.