
[lid] Si terrà lunedì 27 febbraio 2023, presso il Tribunale Penale di Milano, la prima udienza del processo nei confronti di Imma Cusmai (presidente “Comitato Femminicidio in Vita”, oggi attivista politica, ieri presidente dell’associazione Steps). L’azione è stata promossa dall’associazione “Pro Vita”. Alcuni mesi fa Imma Cusmai era stata convocata presso un comando dei carabinieri dell’hinterland milanese per rispondere a “sommarie informazioni”, ma senza un capo d’accusa, in merito al “Congresso Mondiale delle Famiglie” che la destra e l’estrema destra italiana organizzò a Verona nelle giornate 29-30 marzo 2019 con una serie di ospiti internazionali. L’imprenditore russo Alexei Komov e il parlamentare della Duma Viktor Zubarev.
In particolare Komov è una figura centrale del Congresso delle famiglie: da una parte finanzia campagne prolife in tutta Europa, d’altra parte è il braccio destro di uno degli uomini più ricchi di Russia, Konstantin Malofeev.
Alla convention partecipò anche Ignacio Arsuaga, il fondatore e presidente di CitizenGo. Nel 2018 CitizenGo per il quarantennale della legge n. 194 aveva affissato in Italia centinaia di manifesti con la scritta: “L’aborto è la prima causa di femminicidio al mondo”. Per Arsuaga “i nemici delle famiglie” sono “le femministe radicali che vogliono estendere la loro ideologia suprematista” a “tutti noi, “è l’industria dell’aborto che vuole fare soldi e uccidere più bambini”, sono gli “ideologi del gender” che “sono totalitari” e vogliono controllare il “cervello delle nostre figlie e dei nostri figli e zittirci, sono infine “i liberali che ci vogliono impedire di avere un ruolo pubblico nella società”. Non una di meno organizzó tre giorni di proteste tra dibattiti, assemblee e spettacoli contro il congresso. La petizione promossa dall’associazione “All Out” raccolse 136.000 firme. Dopo la prima udienza del 27 febbraio scopriremo perché la raccolta firme promossa da Imma Cusmai ha subito attivato i legali di Provita.