(AGENPARL) – ven 10 febbraio 2023 Nota di Simona Meloni (Pd)
(Acs) Perugia, 10 febbraio 2023 – “La sanità pubblica è al collasso e
le strutture private convenzionate che hanno rapporti con il servizio
sanitario regionale subiscono una poderosa sforbiciata: tempi duri per gli
umbri che rischiano di trovare sempre meno risposte, in caso di necessità di
servizi sanitari e prestazioni”. Così il capogruppo del Partito
democratico, Simona Meloni, in merito alla “delibera 98 del 1° febbraio
scorso, relativa agli accordi contrattuali tra le strutture erogatrici
pubbliche e tra le aziende Usl e le strutture private che intrattengono
rapporti con il Servizio sanitario regionale per l’anno 2023”.
“Il documento – spiega Meloni – ovviamente corredato dai pareri di
regolarità tecnica e amministrativa dei dirigenti regionali competenti, da
un lato dispone di confermare, al fine di consentire la continuità del
servizio per il 2023, i volumi finanziari massimi delle Case di cura private,
comprensivi della quota specialistica ambulatoriale. La sorpresa si cela nei
punti successivi dell’atto, quando si scrive che le aziende sanitarie
potranno prorogare i contratti in essere, avendo cura di non superare il 70
per cento del budget complessivo, comunque ripartito per dodicesimi, dando
mandato alla Direzione regionale salute e welfare di rivedere, entro il mese
di febbraio 2023, la programmazione finalizzata a soddisfare le necessità
complementari al pubblico”.
“Un taglio – continua Meloni – del 30 per cento che è stato deciso
sotto gli occhi di tutti, anche per le strutture convenzionate con il
servizio sanitario regionale. Un campanello d’allarme davvero grave che
sembra un embrione di piano di rientro per il disavanzo ultramilionario della
sanità. Tra le misure che una Regione è chiamata a mettere in atto, quando
si è in presenza di un buco in sanità, c’è infatti anche quello di tagli
al budget per erogatori privati di prestazioni. Gli altri campanelli
d’allarme – conclude – non sono certo meno preoccupanti, a partire dal
blocco degli ingressi nelle Rsa e dalla riorganizzazione della rete
ospedaliera, senza alcun criterio di vicinanza al territorio. Dopo la
paralisi per la sanità pubblica, ecco il colpo anche per quella
convenzionata, costringendo gli umbri all’emigrazione sanitaria verso il
nord del Paese”. RED/mp
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/74614
Notiziario Regione Umbria News: http://goo.gl/xvFFdO
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