
(AGENPARL) – lun 30 gennaio 2023 In 200 a Firenze per la presentazione del Manifesto dei Csv
Il documento riassume in otto punti l’agenda che il sistema dei 49 centri di servizio ha fissato per potenziare lo sviluppo del volontariato nei prossimi anni.
Tommasini “associazioni diventino punto di riferimento nelle comunità, ad iniziare dalla pubblica amministrazione ma anche per imprese e fondazioni, per promuovere politiche di sostegno alle fragilità e di cura del territorio”
ROMA. Un Manifesto come bene collettivo di una comunità in cammino, frutto di mesi di confronto per ripensare, in un’ottica di sviluppo, i servizi alle associazioni e potenziare il valore aggiunto delle risorse di un sistema capace di creare legami sociali e connessioni fra soggetti diversi che operano nelle comunità.
Con l’esperienza di 25 anni di lavoro in tutta Italia per accompagnare e sostenere le organizzazioni, i Centri di servizio per il volontariato (Csv) hanno avviato una nuova stagione di impegno, che parte dal processo appena concluso di riorganizzazione, a seguito della riforma del terzo settore, e che oggi li accredita con un nuovo ruolo nella società italiana di agenti di sviluppo del volontariato nei territori.
Un momento per fare il punto sulle nuove sfide e condividere il documento frutto del lavoro di un anno cui hanno dato il loro contributo centinaia fra presidenti, consiglieri, dirigenti e operatori di Csv, ma anche esperti e stakeholder di settore, ad iniziare dal mondo delle fondazioni di origine bancaria che, sotto il controllo della fondazione Onc, finanziano i Centri.
“Il Manifesto – commenta Chiara Tommasini, presidente di CSVnet – è il frutto di un intenso processo di partecipazione in cui ogni attore è stato coinvolto per ridefinire la vision del nostro sistema. Siamo partiti dall’esigenza di rileggere i bisogni del volontariato e approfondito i temi connessi alla sua azione.
Abbiamo di fronte due grandi sfide: in primo luogo favorire l’empowerment delle associazioni per fare in modo che sviluppino il loro potenziale organizzativo e la loro capacità di contare su nuove risorse. In secondo luogo, promuovere un lavoro di animazione territoriale per fare si che le associazioni diventino punto di riferimento per le comunità, ad iniziare dalla pubblica amministrazione ma anche per imprese e fondazioni, per co-programmare e co-progettare le politiche di sostegno alle fragilità e di cura del territorio. Per fare questo – conclude Tommasini – dobbiamo viverci come agenzie di sviluppo del volontariato e lo faremo grazie alla direzione che questo Manifesto imprimerà al sistema”.