[lid] – Come già scritto nell’articolo dal titolo «Giornale dell’Umbria, Camilloni: La disinformazione orientata volta ad addebitare colpe che non si ha. La lesa maestà per aver chiuso il Giornale dell’Umbria. Grandi ideali ed interessi di ‘bottega’. Quinta puntata», la stagione che ha visto Camilloni a Perugia è stata il paradiso delle giornate di sciopero (30 giorni), raggiungendo il punto di massimo con il 4 dicembre 2015 con la sfiducia del corpo redazionale.
In data 27 agosto 2015 con atto del notaio Enzo Paolucci, notaio in Perugia, viene stipulato un atto integrativo alla cessione di quote tra la parte cedente e la parte cessionaria.
In data 3 dicembre 2015 la società cessionaria (Gifer editori) invia una pec alle parti cedenti per richiedere integrazione dei flussi monetari.
La GiFer chiede di bonificare euro 320mila conformi alle statuizioni di cui all’articolo 4 punto 4.2. In particolare il prospetto sub C richiamato in atti e sottoposto in visione a questa nuova proprietà all’atto dell’acquisto di GEU 1819 srl, è risultato sottostimato negli esborsi effettivamente da sostenere alla voce: pagamenti fornitori; pagamento a Rotopress International srl per stampa e oltremodo sovrastimato alla voce Incassi anche in relazione alle specifiche circostanze:
- Anticipazioni di ricavi futuri da vendita di prodotti editoriali avvenuta ante atto di cessione ma riferibili al periodo post-cessione della società richieste; anticipazioni richieste dai precedenti organi amministrativi di GEU 1819 srl;
- Mancato riconoscimento da parte della concessionaria Centro Italia pubblicità di ratei attivi di natura pubblicitaria che la stessa ha trattenuto sui propri conti e che riguardano la vendita di spazi pubblicitari in abbonamento annuali su primari clienti inserzionisti.
Su tali punti, questa società sta valutando di intraprendere un’azione di responsabilità su alcuni membri del consiglio di amministrazione attualmente in carica i quali – in deroga alle specifiche deleghe di cui al punto 3) supra – hanno posto, pongono e stanno ponendo atti in competizione e contrasto alla società GEU 1819 srl di cui sono amministratori anche fruendo di informazioni riservate in seno alle riunioni di Consiglio. In particolare, il sostanziale blocco della vendita di spazi pubblicitari da parte di Centro Italia pubblicità fino al 31.12.2015 in danno di GEU 1819srl sta impedendo – pur a fronte di un poderoso recupero dei dati industriali di vendita sul territorio che qui vengono rappresentati all’allegato 1) limitatamente alle edicole in Umbria – di conseguire il riequilibrio finanziario della controllata.
Allo stato dei fatti, in vista dell’importante appuntamento previsto da questa proprietà per il giorno 14.1.2016, alla luce delle previsioni di incasso contributi pubblici (ndr erogato dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria che è una struttura incardinata nella Presidenza del Consiglio dei ministri con funzioni di supporto al Presidente del Consiglio) relativi agli anni 2014 (euro 800.000) e anno 2015 (euro 50.000) per un totale di euro 1.300.000 da Voi stimato ed indicati all’articolo 2 dell’atto integrativo alla cessione quote, si richiede di provvedere all’accredito della somma richiesta in data 27.11.2015 di euro 320.000 da parte di Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl alle vostre spettabili società per la copertura di impegni specifici e non procrastinabili entro il 15.12.2015.
Si richiede altresì che i vs rappresentanti in seno al Consiglio di Amministrazione di GEU1819 srl provvedano ad esercitare puramente e puntualmente le deleghe di cui all’art.3/sub 3.2. senza porre atti in contrasto con gli interessi di Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl – controllata dalla scrivente.
In data 4.1.2016per pec la GIFER ha fatto il secondo sollecito alle parti cedenti «Si comunica che a tutt’oggi la società Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl non ha ancora ricevuto i valori richiesti ai sensi e per gli effetti del patto parasociale di cui in narrativa nella nota di questa società del 3.12.2015 cui si fa riferimento per ogni chiarimento e che risulta priva di riscontro».
A questo punto la domanda sorge spontanea: il curatore tramite la Guardia di Finanza ha proceduto a riscuotere i 320mila euro dalle società cedenti come da accordi parasociali? Perché la procedura fallimentare e in particolare la Guardia di Finanza non ha nominato un CTU, quando erano note le richieste di integrazioni dei flussi monetari nell’interesse del Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl per 320mila euro?
Non resta che attendere il sopralluogo degli ispettori del Ministero della Giustizia e della Corte dei Conti per piena luce sull’intera procedura fallimentare del Gruppo Editoriale Umbria 1819srl e sull’operato degli inquirenti, (leggasi Guardia di Finanza di Perugia).
Non resta che attendere altresì una smentita da parte della Guardia di Finanza e/o della procedura fallimentare tramite Tribunale fallimentare di Perugia.
Un’ultima domanda. Ma chi ha tratto vantaggio da questa situazione? Ma soprattutto c’è stata una condotta distrattiva?
E per condotta distrattiva si presume che sia nota l’esistenza di determinati beni nel patrimonio aziendale in un momento anteriore alla formazione del passivo, non rinvenuti all’atto della dichiarazione di fallimento (Cass. Pen., nn. 10971/2019, 2708/2019).
Ah a saperlo…