
[lid] – Dobbiamo far sì che il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal, fissati per il 2030, diventino un’opportunità e non una semplice scure sulle abitazioni degli aretini. E’ la Presidente di Confedilizia Arezzo, l’Avv. Sabina Rossi Palazzeschi, che punta il dito su i rischi che si potranno correre se gli edifici residenziali e le unità immobiliari dovranno raggiungere entro il 1° gennaio 2030 almeno la classe energetica E ed entro il 1° gennaio 2033 almeno la classe di prestazione energetica D. Il territorio cittadino e provinciale presenta, come d’altra parte tutto il territorio nazionale, peculiarità che impongono – afferma Rossi Palazzeschi – un attento studio sulla fattibilità dei vari adeguamenti energetici.
Il criterio del “tutto e subito” può mettere seriamente in difficoltà il mercato delle abitazioni, creando inevitabilmente una reale perdita di valore della stragrande maggioranza degli immobili presenti sul territorio e, di conseguenza, un impoverimento generale delle nostre famiglie, una patrimoniale in sintesi.
Contestualmente – prosegue la Presidente di Confedilizia Arezzo – credo che il pacchetto climatico Fit Fit For 55 rappresenti un’opportunità per noi e per le generazioni future, ma bisogna sempre valutare i tempi di fattibilità degli interventi, creando i presupposti giusti per la realizzazione anche di un progetto così ambizioso. Come giustamente ricordato da Confedilizia – ricorda l’Avv.Sabina Rossi Palazzeschi – “nel testo della proposta di direttiva, ora all’esame del Parlamento europeo, sono presenti una serie di norme che dispongono interventi obbligatori sugli immobili finalizzati a far scomparire quelli con ridotte prestazioni energetiche, secondo una tempistica molto ravvicinata che contrasta in modo netto con le peculiarità del patrimonio immobiliare italiano. Se la proposta di direttiva non dovesse essere modificata nella parte relativa alle tempistiche e alle classi energetiche, dovranno essere ristrutturati in pochi anni milioni di edifici residenziali. Senza considerare che in moltissimi casi gli interventi richiesti non saranno neppure materialmente realizzabili, per via delle particolari caratteristiche degli immobili interessati. Inoltre, i tempi ridottissimi determineranno una tensione senza precedenti sul mercato, con aumento spropositato dei prezzi, impossibilità a trovare materie prime, ponteggi, manodopera qualificata, ditte specializzate, professionisti”. Una situazione che si presenterebbe anche nel nostro territorio, con danni inimmaginabili per l’intera economia locale. Per questo – conclude la Presidente di Confedilizia Arezzo – sposo in pieno l’azione di Confedilizia che “oggi si rivolge al Governo e alle forze politiche affinché venga svolta ogni possibile azione per far sì che l’imminente fase finale di esame della bozza di direttiva possa condurre a ripensare un’impostazione che per l’Italia avrebbe conseguenze devastanti”.