(AGENPARL) – dom 15 gennaio 2023 EX ILVA. BONELLI (AVS): RECORD DI EMISSIONI DI BENZENE A TARANTO MENTRE GOVERNO MELONI INTRODUCE IMMUNITÀ PENALE
“A Taranto l’inquinamento cresce, come dimostrato da una lettera che, in data 5 gennaio, la dirigenza di Arpa Puglia ha inviato commissari dell’ex Ilva, chiedendo di intervenire per ridurre le emissioni di benzene, composto tossico che genera il cancro, in particolar modo rilevati dalla stazione situata nel quartiere Tamburi – che ha già pesantemente pagato in salute e in vittime il prezzo dell’inquinamento – dove i dati parlano a novembre 2022 di una media di benzene pari a 3,3 nanogrammi per metro cubo un valore superiore alle medie rilevate dal 2019 al 2021, Intanto il governo Meloni intende introdurre, per decreto, l’immunità penale a favore degli amministratori ex Ilva, sancendo l’impossibilità, da parte dell’autorità giudiziaria, di emanare provvedimenti interdittivi, come ad esempio i sequestri nei confronti dello stabilimento, e legando le mani ai magistrati, mentre ricordo che già la Corte Costituzionale con sentenza numero 58 del 2018 si era espressa dichiarando illegittimi gli articoli 3 del decreto legge 92 del 2015 e gli articoli 1 comma 2 e 21-octies della legge n. 132 del 2015 che, a seguito dell’ incidente mortale sul lavoro di un operaio dell’acciaieria, aveva provveduto a norma di legge a sequestrare l’area”.
Lo scrive, in una nota, il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, che prosegue: “La popolazione tarantina e i lavoratori dello stabilimento, in questi anni, hanno pagato un prezzo altissimo in termini di salute e, purtroppo, di vittime causate dalla malagestione dell’acciaieria. Da troppo tempo si attendono le bonifiche mai realizzate e la conversione della fabbrica, così come avvenuto a Bilbao in Spagna o nel bacino della Ruhr in Germania. Invece, con ben dodici Decreti Salva-Ilva, i Governi continuano a sperticarsi a erogare fondi pubblici a favore dello stabilimento senza chiedere in cambia alcuna garanzia per la sicurezza sul lavoro e dell’ambiente”.
“Il provvedimento proposto dal Governo Meloni, – incalza Bonelli, – viola le norme dello Stato italiano in materia ambientale e quelle relative alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, infliggendo un colpo mortale alle possibilità di riscatto sociale e di risanamento ambientale di un luogo che, da decenni ormai, è martoriato dall’inquinamento. Inoltre, contrasta con le decisioni della Corte di Giustizia Europea che ha condannato l’Italia per il grave inquinamento della città di Taranto. Il Governo Meloni invece di accelerare sulle bonifiche, utilizzando risorse per risanare luoghi altamente inquinati, sancisce con decreto legge che a Taranto c’è libertà di inquinare nell’impunità più totale, mettendo a rischio ancora la salute dei cittadini e impedendo loro le possibilità di riscatto,” conclude Bonelli.
GIANFRANCO MASCIA
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