(AGENPARL) – ven 25 novembre 2022 Grazia, la madre
Omaggio in musica a Grazia Deleddaun cd-book di Claudia Crabuzza
Una prova da grande interprete in un album corale, che trasuda atmosfere, sentimenti e paesaggi della Sardegna, per una restituzione in musica dell’opera del Premio Nobel per la letteraturaCon le fotografie di Marianne Sin-Pfaltzer, i dipinti di Narcisa Monni, scritti di Dino Manca, Neria De Giovanni, Stefano Starace e Antonello Zanda,
e, tramite QR Code, gli “Itinerari deleddiani” di Remo Branca
in uscita il 2 dicembre
Premio Nobel per la letteratura, Grazia Deledda nella sua opera ha trasfigurato l’eredità di un intero popolo nella dimensione del simbolo, conferendo un valore più esteso a fantasie e immagini sedimentate nella memoria collettiva. Proiettata nella luce del mito, la Sardegna è stata assunta come metafora di una terra senza tempo in cui si staglia comunque un forte sentimento di appartenenza, mentre d’intorno a quel paesaggio si consuma l’eterno dramma del vivere. Figlia della stessa terra e tra le voci più originali della scena musicale sarda, Claudia Crabuzza rende ora omaggio alla densità della sua opera, che ha trasformato il piccolo mondo delle origini in un racconto universale di emancipazione al femminile. Per iniziativa di Stefano Starace, autore anche dei testi, e con le musiche e gli arragiamenti di Andrea Lubino e Fabio Manconi, in dieci canzoni sono stati così trasposti altrettanti romanzi della Deledda, capaci di parlare ancora al cuore della sensibilità contemporanea, al fine di restituire in musica atmosfere, paesaggi e profili umani consacrati in pagine memorabili.
Nell’omaggio alla grande scrittrice sarda, del resto, confluiscono temi e motivi cari alla cantautrice di Alghero che, nella sua più che ventennale carriera, ha prestato sempre grande attenzione alla questione femminile e al recupero delle proprie radici in una prospettiva di confronto con altre culture. Già voce per due anni dei Tazenda, poi fondatrice e leader dei Chichimeca, ha cantato Pino Piras e Violeta Parra, ha vinto il Premio Maria Carta e il Premio Suns di Udine e, nel suo disco d’esordio come solista, Com un soldat, Targa Tenco Album in dialetto nel 2016, ha messo a nudo, nel catalano di Alghero, l’anima di una donna e madre in una narrazione emblematicamente al femminile: motivi e temi che si ritrovano, fortemente intrecciati tra loro, nelle canzoni di questo nuovo album che, fin dal titolo, rimandano all’opera di Grazia Deledda come la lontana origine di tutto.
“Grazia Deledda” ha dichiarato Claudia Crabuzza “è madre della cultura sarda anche per aver precorso i tempi, per l’innovazione e la modernità dello stile letterario, per la libertà della sua espressione artistica e per aver trasformato il piccolo e angusto mondo della sue origini in un racconto universale di esperienza e di volontà di emancipazione”.
L’intero cd-book del resto trasuda aria, sentimenti e cultura della Sardegna, risultando l’esito di uno sforzo collettivo che ha chiamato in causa soprattutto risorse intellettuali dell’isola, dalle musiche e arrangiamenti degli altri due componenti dei Chichimeca, Lubino e Manconi, ai dipinti di grande fascino e bellezza di Narcisa Monni, dalla poesia di Paolo Pillanca alle traduzioni in sardo di Michele Pio Ledda, dalle splendide fotografie di Marianne Sin-Pfältzer agli scritti introduttivi a firma di Dino Gesuino Manca, Neria De Giovanni e Antonello Zanda, fino agli “Itinerari deleddiani”, il documentario del 1962 di Remo Branca che, nella versione restaurata della Cineteca Sarda, il cd-book offre in visione tramite un QR Code.
Un album corale e partecipato anche da un punto di vista musicale con il coinvolgimento di numerosi musicisti e artisti, tra i quali Massimo Pitzianti, storico collaboratore di Paolo Conte, e altri due autori della Squilibri, Canio Loguercio e Massimo Donno. Collaborazioni e interventi che accompagnano ed esaltano la prova da grande interprete di Claudia Crabuzza che, adattando i testi alla forma canzone, li ha come ritagliati su misura della propria ispirazione per affidarli a un tappeto sonoro multiforme che, dalla canzone d’autore, si estende fino ad echi delle musiche del mondo.
Claudia Crabuzza, Grazia, la madre
1. LA VITE E IL GRANO (5:10)
2. LA SOLITUDINE NON SI MUOVE (5:04)
3. TRA ME E TE (5:15)
4. S’EDRA (4:12)
5. FRA CENT’ANNI UN’ALTRA (5:15)
6. IL REGNO DEI SOGNI (4:09)
7. UNA COSA DA NIENTE (4:48)
8. SA ERENTZIA DE SOS BARONES (3:46)
9. VISI IN FONDO AL POZZO (5:20)
10. OCCHI MORTI (5:27)
11. FILOS DE PRATA (4.03)
Ideazione e testi: Stefano Starace tranne Filos de Prata (P. Pillonca / F. Manconi)
Adattamento testi: Claudia Crabuzza, adattamenti parti in sardo: Michele Pio Ledda
Musiche e arrangiamenti: Andrea Lubino e Fabio Manconi
Claudia Crabuzza: voce
Fabio Manconi: chitarra, fisarmonica, cori e voce
Andrea Lubino: batteria, percussioni, cori e voce
Massimo Canu: basso
e con
1. La vite e il grano: Elisa Carta voce, Rita Casiddu voce, Ilenia Romano voce
2. La solitudine non si muove: Tony Chessa flauto traverso, Dante Casu clarinetto basso, Gian Piero Carta clarinetto,
Massimo Pitzianti bandoneon
3. Tra me e te: Mirco Menna voce, Tony Chessa flauto traverso e flauto basso, Dante Casu clarinetto e sax contralto, Michele Garofalo corno, Roberto Chelo corno, Emanuele Dau tromba, Salvatore Serra trombone
4. S’edra: Ilenia Romano cori
5. Fra cent’anni un’altra: Canio Loguercio voce, Tony Chessa flauto traverso, Dante Casu clarinetto, Michele Garofalo corno, Emanuele Dau tromba, Leonardo Lubino marimba,
6. Il regno dei sogni: Tony Chessa flauto traverso, Dante Casu clarinetto, clarinetto basso e sax contralto, Gian Piero Carta clarinetto sax tenore, Michele Garofalo corno, Roberto Chelo corno, Emanuele Dau tromba flicorno soprano, Salvatore Serra trombone, Leonardo Lubino marimba
7. Una cosa da niente: Massimo Donno voce, Elisa Carta cori, Rita Casiddu cori, Tony Chessa flauto traverso, Dante Casu clarinetto e sax contralto, Michele Garofalo corno, Roberto Chelo corno, Emanuele Dau tromba, Salvatore Serra trombone, Leonardo Lubino glockenspiel
8. Sa erentzia de sos barones: Andrea Pica chitarra slide, Zoe Pia clarinetto e launeddas
9. Visi in fondo al pozzo: Stefano Saletti bouzouki
10. Occhi morti: Roxana Rossi voce recitante
11. Filos de prata: Caterinangela Fadda voce e chitarra classica, Emanuele Dau flicorno soprano,
Michele Garofalo flicorno contralto
Registrazione, missaggio e mastering: Andrea Pica, Studio Officina 13, Olbia
Riprese live Auditorium Comunale di Usini: Andrea Pica, studio mobile
Registrazione strumenti a fiato: Alberto Erre, RockhausBluStudio, Sassari
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