
(AGENPARL) – lun 14 novembre 2022 &#x/Att;¬he;
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tio;&#xn 00; Ufficio Stampa
Università Statale di Milano
Milano,
14 novembre 2022
i è conclusa nei giorni scorsi la missione archeologica dell’Università degli Studi
di Milano nel Kurdistan iracheno. Un mese e mezzo di ricerche e indagini a tutto campo nei siti di Helawa e
Aliawa, condotte da un gruppo interdisciplinare guidato da
Luca
Peyronel
, docente di Archeologia e Storia
dell’Arte del Vicino Oriente Antico, del dipartimento di
Studi letterari, filologici e linguistici
MAIPE
guidato e
cofinanziato dall’Università Statale
di Milano
e dal
MAECI
(Ministero degli Affar
i Esteri e della Cooperazione
Internazionale)
Il ruolo primario delle ricerche dell’Ateneo milanese nella regione è stato sottolineato a
fine campagna di scavo dalla
visita dell’Ambasciatore Italiano in Ira
, Maurizio Greganti, e del Console
dove si è tenuta la conferenza stampa a conclusione della Missione
I risultati di quest’anno sono stati di straordinario interesse per la ricostruzione dell
a storia antica della
regione,
dal Neolitico all’epoca medievale
sottolinea
Peyrone
I due siti hanno infatti una
lunghissima occupazione, che va dalle fasi preistoriche (VII e VI millennio, periodi di Halaf e Ubaid), allo
Bronzo Antico), alla formazione dei sistemi politici regionali e dei grandi imperi sovra
nazionali nel II e I
millennio a.C., fino al periodo Seleucide e Pa
rtico e all’avvento dell’Islam. Un osservatorio privilegiato, dunque,
che consente di lavorare su contesti e periodi diversissimi, attraverso la successione delle varie fasi
cronologiche e occupazionali, che nella loro sovrapposizione hanno portato i due c
entri a divenire delle
collinette artificiali alte più di 22 metri sulla piana circostante
Per indagare insediamenti così complessi il team di archeologi della Statale ha combinato i dati provenienti
dalle ricognizioni di superficie e dallo scavo vero e
proprio, le informazioni raccolte mediante telerilevamento
con drone e GPS, i risultati di analisi micro
stratigrafiche e geo
archeologiche e le informazioni provenienti
dallo studio dei reperti e dei resti umani, animali e vegetali
Ad Helawa
, in partico
lare, le indagini si sono concentrate sulle fasi più antiche, riportando alla luce una serie
tipica e bellissima ceramica policroma dipinta di
questa fase culturale, e un successivo edificio con muri in
mattoni crudi formato da piccole stanze quadrangolari e ambienti rettangolari di maggiori dimensioni,
probabilmente
una grande abitazion
, databile alla fine del VI millennio a.C.
periodo di Uba
). I vani di
numerosi strumenti in selce, pestelli e lisciatoi in pietra e ceramica dalla caratteristica decorazione dipinta
monocroma. Si tratta
di una scoperta del più grande interesse per la ricostruzione di un periodo cruciale di
sviluppo delle comunità di agricoltori e allevatori nella Mesopotamia settentrionale, documentato per la
prima volta in una sequenza stratificata nella piana di Erbil
sito di Aliawa
, che si caratterizza per una lunghissima e ininterrotta sequenza occupazionale dal periodo
protostorico fino all’epoca islamica, invece, gli archeologi hanno lavorato in tre zone differenti: nella parte
più elevata del sito (Area B), al
la base del declivio meridionale (Area A) e nella città bassa (Sondaggi C e D)
Area B
è stato riportato alla luce un settore di un imponente edificio di epoca ellenistica (IV secolo a.C.)
verosimilmente collegato a un bastione difensivo di un centro
fortificato dal carattere spiccatamente
militare. Una scoperta assai rilevante è stata quella di un tetradrammo di argento di Alessandro Magno, una
‘effigie del sovrano come Ercole (ha come copricapo la pelle del leone nemeo) da un lato e dall’immagine
di Zeus dall’altro
Una vasta area per la
manifattura su larga scala di ceramic
, databile agli ultimi secoli del III millennio a.C.
(Periodo Akkadico)
occupa quasi tutta l’estensione dell
Area A
. Identificata già nella campagna del 2021, è
stata esplorata nel dettaglio quest’anno, mediante una analisi approfondita di archeologia della produzione.
Non sono ancora noti i limiti di questo complesso, che si
estende al momento su oltre 300
. Sono state
individuate e scavate più di
50 fornac
per la cottura dei vasi, realizzate su tre diverse terrazze e collegate da
piattaforme in mattoni. Le fornaci mostrano impianti sofisticati per la diffusione dei gas e
del calore,
mediante condutture orizzontali e camini verticali, con le camere di combustione trovate ancora piene di
cenere e quelle di cottura in alcuni casi crollate con all’interno ancora il vasellame che era stato posizionato
per la cottura. Il livello
di conservazione è dunque straordinario e in tutta la Mesopotamia settentrionale è
noto soltanto un altro caso comparabile di atelier produttivo di questo genere
Si è infine raggiunta l’occupazione più antica, della prima metà del III millennio a.C., rif
eribile al cosiddetto
periodo di Ninive 5. Sono emersi alcuni
silos circolari per lo stoccaggio di prodotti agricol
, orzo e grano in
prevalenza, e nei depositi ricchi di resti vegetali sono state trovate decine di cretule (grumi di argilla apposti
ai cont
enitori che conservavano le derrate alimentari), con impronte di sigilli cilindrici. Si trattava dunque di
un’area destinate al
controllo centralizzato delle risors
da parte dell’amministrazione di una entità politica
che ancora deve essere chiaramente de
finita
Aliawa del Bronzo Medio e Tardo (2000
1200 a.C.) doveva essere un
grande centro di 30 ettari
probabilmente legato al suo ruolo economico nella produzione manifatturiera e i sondaggi aperti quest’anno
nella città bassa
Area C e D
) hanno fornito ev
idenze a sostegno di questa ipotesi con resti di fornaci,
canalizzazioni per il drenaggio dell’acqua e molti materiali associati